NUOVE ABITUDINI PER RISPONDERE AL DIAVOLO (I parte)

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Nuove abitudini per rispondere al diavolo (I parte)

Finisce per essere una questione di abitudini tutto quello che si fa sempre più facilmente.

Le abitudini possono essere buone o cattive, a seconda che producano effetti benefici o il contrario.

Poi vi sono le abitudini che, pur non essendo esattamente cattive, generano ugualmente una qualche forma di danno, stabilizzando troppo quella variabilità che è all’origine di iniziative sane e foriere di cose belle.

Infatti, le abitudini si confermano con la ripetizione delle nostre azioni, mentre iniziare qualcosa di nuovo richiede la perdita delle abitudini cui si è legati e, pertanto, richiede quella forma di libertà atta a provare a fare in modo non abituale una cosa che si è sempre fatta nello stesso modo.

Le abitudini sono anche la mancanza di coraggio a determinare nuove situazioni, per capire che cosa non avevamo ancora capito e provato.

Ci vuole coraggio per vedere qualcosa di nuovo e fare in modo che tutti la vedano come noi.

Le peggiori abitudini sono quelle in cui continuiamo a pensare qualcosa sempre nello stesso modo. Infatti, almeno il pensiero, conserva spontaneamente l’attitudine ad essere libero da qualunque abitudine, per consentire di superare le abitudini e crearne di nuove, molto più funzionali. Fermare anche il pensiero è l’abitudine più dannosa.

Allenamento alle nuove abitudini

Non è vero che gli individui corrotti sono assai più numerosi di coloro che hanno nobili istinti.

Infatti è esperienza comune che la maggior parte delle persone tenda semplicemente a vivere una vita tranquilla, ma, da ciò, ad arrivare a dire che esse siano corrotte, la differenza è abbastanza grande.

Non  è vero che, nel governare il mondo, i migliori risultati sono ottenuti con la violenza e l’intimidazione, anziché con le discussioni accademiche.

Tanto è vero che, molti di noi hanno provato, con efficacia, che saper parlare, nel modo giusto e nel momento giusto, determina effetti straordinariamente positivi.

Non è vero che ogni uomo mira al potere.

Ho conosciuto un numero enorme di persone, e risulta anche dalla storia, che hanno vissuto soltanto per essere al servizio della comunità.

Prima di soffermarci sul comportamento di alcune belve umane, proviamo a pensare a quello che non è stato fatto per fermarle.

Ci accorgeremo che, l’inazione è sempre più grave del reato commesso, ma il problema è decidere, comunque, chi è peggiore dei due, chi compie qualcosa di cattivo o chi non ha nemmeno la forza di fermarlo.

Qualcuno ha detto che la libertà politica non è un fatto, ma un’idea.

Ogni persona nasce libera, nella misura in cui è accolta nella sua originalità, ma, allora, la libertà di un idea si misura proprio con la capacità politica di consentirla.  Di quale libertà è capace ogni politico, per garantire ad ogni idea di concretizzarsi?

Non è vero che il dispotismo capitalista garantisce al popolo di non cadere nel baratro.

Le persone sanno accorgersi di che cosa serve davvero per essere felici, ma vanno protette in questa loro percezione ed istruite, in modo che divengano sempre più sensibili  agli interessi superiori dell’esistenza. Ciò si ottiene, selezionando i capi con le regole del cuore.

Dicono che la politica non ha niente in comune con la morale.

Ciò accade perché nessuno ancora ha parlato alle persone dal profondo dell’anima, spiegando con chiarezza che cosa è disposto a fare per tutti, affinché ognuno possa essere felice.

Non è vero che il male è l’unico mezzo per raggiungere il bene.

Se così fosse, data la inadeguatezza del male a preservare la vita, essa si sarebbe già estinta dal pianeta Terra chissà da quanto tempo. Invece, nonostante tutto il male, la vita ha ancora la forza di imporsi e resistere al male, e proprio per questo, consente anche di distinguerlo e metterlo in secondo piano, sullo sfondo. Emergono, però, le opere di bene.

Dicono che senza soldi non si riesca a fare nulla, che il governo del mondo è nelle mani di chi ha i mezzi finanziari.

Come potrebbe essere che da una foglia nasce una pianta? E’ esattamente il contrario: da una pianta nasce una foglia. I soldi sono soltanto le foglie di una grande pianta che è la bellezza e la ricchezza animica e intellettuale del mondo.

Qualcuno ha detto che gli amministratori e i politici ideali sono caratterizzati dal servilismo, atto ad assoggettarli a poteri oscuri che li manipolano.

Chi può aver avuto un coraggio simile, di dire che i politici siano servi, se egli stesso non ha riconosciuto in sé stesso le caratteristiche per consentire a politici di tal fatta di rimanere al potere?

Alcuni pensano che l’oro sia il vero potere del mondo.

E’ davvero possibile che un metallo, che ha bisogno di essere scaldato sino a fondere, possa svolgere una funzione simile al calore stesso della vita, dei sentimenti, dei valori, dello stesso sangue umano, che scorre nelle persone, che genera la vita  e consente ogni opera che possa apportare felicità ed armonia al mondo?

Moltissime persone continuano a pensare che abbia senso dividere le idee politiche in partiti.

Invece, la sfida contemporanea agli uomini che vogliono governare è di chiedere loro di riuscire a dimostrare perché un sistema di tal genere non ha funzionato e in che modo intendono sostituirlo, convincendoci che hanno i mezzi per unificare le forze e non frammentarle in mille rivoli, sciupando energie e risorse che devono essere solo di tipo cooperativo. Un popolo intelligente e maturo può esaminare i candidati alle elezioni, per vagliare l’attendibilità della loro richiesta di mandato a governare.

Qualcuno ha detto che si governa mantenendo le persone nella miseria e nell’oppressione, che gli operai vanno illusi, facendo credere loro che i ricchi contribuiscano al bene pubblico pagando più tasse, che la cultura e la nobiltà d’animo siano caratteristiche inutili per governare.

In verità, la miseria e l’oppressione sono generate dall’ignoranza, che, per l’appunto, è miseria volontaria e genera solo svalutazione della dignità dell’uomo, spostando l’attenzione su argomenti inesistenti come il denaro, che con la grande bugia dell’obbligo a pagare le tasse, in proporzione diretta ai redditi, inganna le persone sul reale valore della loro dignità. Le tasse non hanno bisogno di essere pagate dalle persone, piuttosto lo Stato eroghi le tasse a beneficio di chi lavora contribuendo all’andamento della comunità. E lo faccia in misura equa rispetto all’importanza culturale e concreta delle opere svolte. Questo è il mezzo per stimolare le persone a crescere intellettualmente e moralmente, facendo corrispondere anche i profitti da ciò derivanti.  Gli sciocchi, di ogni ordine e grado, si sveglino e la smettano di emulare i sadici al governo, scimmiottandoli nella loro inflessibile  tirannia, che non serve a nessuno e genera solo tanto dolore inutile per tutti.

Molte persone sono convinte che il mondo della finanza sia inevitabile, specie nel modo in cui è gestito, cioè con il cinismo e la con la tecnica della speculazione, che anima ogni dimensione a questi argomenti dedicata.

Se la “serietà” con cui molte persone si dedicano alla speculazione finanziaria avesse una obiettiva utilità intrinseca, queste, per prime, sostituirebbero completamente i temi speculativo-finanziari ai loro affetti, agli aspetti umani della loro vita, a tutte quelle componenti che non possono comprare. Evidentemente, la dedizione alle tematiche di cui sopra non riesce ancora a sostituire il valore inestimabile di tutta la parte non acquistabile, non vendibile, non ricattabile della nostra vita. Mi dispiace, ma non riesco a ritenere sufficientemente seria nessuna attività che prenda troppo sul “serio” i soldi.

E’ diffusa convinzione che la ricchezza possa essere ottenuta solo di sorpresa e con mezzi fraudolenti.

Proviamo ad immaginare che davvero la ricchezza non possa essere ottenuta che con la furbizia e la meschinità. Ciò vorrebbe dire che tutte le persone ricchissime sono nobilissime e buonissime, ma in un modo diverso. Se ciò fosse vero, di quale ricchezza rimarrebbero a disposizione tutti coloro che, pur ritenendosi buoni, non dispongono di chissà quali ricchezze finanziarie?

Molti pensano di potersi arricchire diffondendo vizi, cattive abitudini e passioni malsane, in modo da asservire quante più persone, per esempio, al tempio delle scommesse o ad occupazioni inconcludenti. Tali attività vengono considerate come estremamente remunerative.

A tal proposito, vorrei portare la mia testimonianza in merito ai risultati che tali brillanti attività generano soprattutto in coloro che le alimentano. La loro vita, col tempo, diviene vuota come il vuoto di coloro che vengono adescati nelle bettole ove si consumano tali rituali macabri. Tali imprenditori, che faticano non poco a mantenere abitudini di vita sia pur velatamente normali, hanno, sempre, una grande tristezza nel loro cuore, un grande senso di solitudine, la stessa angoscia di coloro che sono ridotti in condizioni estreme dal fatto che abbiano potuto accedere a meccanismi che, evidentemente, non hanno nulla di buono, sia per chi li subisce che per chi li propone. Trattasi ancora una volta della chimera delle finanze che somigliano a corvacci più simili al malocchio che alla freschezza della speranza di una vita “ricca” che, con estrema fatica si sforzano di presentare all’essere umano.

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