La casa del cuore (Auguri per Pasqua 2013)

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La casa del cuore (Auguri per Pasqua 2013)

 

Ad ogni ricorrenza ci inseguiamo per darci gli Auguri ed usiamo essenzialmente gli stessi mezzi, il telefono, la posta elettronica oppure skype. Le parole sempre le stesse:”Come stai? E come stanno i tuoi? Tanti Auguri….Grazie….grazie….anche a Voi. Auguri a tutti”.

La formula è ben standardizzata, le attese, i riscontri. Vi è un senso di incompletezza nel fare gli auguri in questo modo che mi prende a maggior ragione perché non vi sarebbe motivo di farli in modo diverso. Eppure ricevere e dare auguri potrebbe essere forse un gesto più autentico e soprattutto meno scontato. Parlo solo di una mia esigenza.

Chi mi conosce sa che non mi accontento delle cose scontate e che sono perennemente alla ricerca del senso di ogni piccolo gesto.

In questa Pasqua, mi sono detto che vorrei porgere i miei Auguri a tutti coloro che mi hanno dato la loro fiducia e continuano ad accordarmela, ma vorrei farlo attraverso il mio Sito Web che è sempre più visitato e tenuto da parte come un momento speciale della giornata per coloro che sono soliti consultarlo.

Grazie di cuore, perché mi fate sentire la Vostra vicinanza e Vi assicuro che anche se mi prendo cura dei miei pazienti, contemporaneamente ricevo con il Vostro incoraggiamento la spinta ad andare avanti in un lavoro tutt’altro che facile. Mi piacerebbe anche esprimere un ringraziamento ai colleghi medici che mi consultano per ogni loro problema di salute assieme a diversi dei loro familiari e che spesso inviano dei casi clinici difficili. Grazie per la fiducia, grazie per aver capito. Sono sicuro che vi stiate preparando per il cambiamento che Vi auspico. Mi piacerebbe che un giorno io possa rivolgermi a Voi e chiedere un consulto, sapendo di ricevere una prescrizione perché no omeopatica.

Oggi voglio parlare della Casa del cuore. Essa è la dimensione creativa che basta a sé stessa e non ha bisogno delle opere murarie cui pensiamo automaticamente quando parliamo di casa.  Siamo abituati a trovare casa, pensiamo che essa sia un segno di stabilità economica e sociale e che siamo fortunati quando ne possediamo una. Molti hanno più di una casa, alcuni si curano di lasciare una casa ai figli, pensando così di agevolarne l’esistenza, cercando magari di aiutarli a superare con maggiore disinvoltura fasi che nella loro vita sono state impegnative.

Tutto ciò è molto bello, ma, come al solito, non inizia e finisce qui. La nostra società ha un concetto di casa molto solido e visibile chiaramente attraverso la cura anche estenuante che riversiamo su ogni piccolo dettaglio di questa dimensione materiale all’interno della quale ci insediamo. La casa significa molto, spesso i nostri più grandi sacrifici, tante rinunce, il fiore dei nostri guadagni lavorativi, spesso dei mutui che impegnano la nostra vita per lunghi periodi. La casa è l’investimento più rappresentativo del modo di essere della società organizzata di tipo occidentale.

Penso al Tao che recita:” La parte più importante della casa è quel suo vuoto che essa contiene”. Significa che non vi è casa senza contenuti, ove i contenuti possono essere davvero di ogni genere e risentono della quantità e della qualità dell’amore attorno alla quale si aggrega prima una casa virtuale e poi quella casa fatta di mattoni, colonne, pavimenti etc. Poi ci sono i valori, le orbite da noi descritte attorno al centro di gravità della nostra vita materiale, morale, spirituale e sentimentale.

Il discorso si fa sempre più complesso e le variabili tendono ad essere talmente tante che inquadrarle diviene difficile e probabilmente insufficiente alla reale complessità della cosa. Quando un argomento diviene complesso, si presenta il mistero che riesce a coordinarne fluidamente la sua essenza. Come dire: facile a viversi, difficile ad esaminarsi.

Le forze più importanti del creato sono quelle di cui è difficile occuparsi. Una sorta di studio da compiere con mezzi di laboratorio che non abbiamo sempre facilmente a disposizione. Forse non serve nemmeno studiare realtà che sono praticamente al centro della nostra vita, ma lo studio è quella parte delle vita che consente agli umani di accorciare le distanze e permettere a quanti più possibile di accedere alle grandi verità più o meno contemporaneamente. Lo studio è quell’attività che magicamente riunisce le ere ed elimina il Tempo, per presentare l’umanità unita  all’appuntamento con l’Universo.

Ho sempre subìto il fascino ipnotico dello studio e ricordo quando, fin da bambino, cercavo angoli silenziosi della casa, per leggere un libro, per collegarmi all’autore che lo aveva scritto. Immaginavo l’uomo che aveva prodotto le righe che stavo leggendo e finivo per avvertirne  ogni sentimento, ogni corda della sua anima tesa a lasciare il segno al mondo. Era un viaggio nel tempo e nelle storia dell’umanità. Ho avuto la fortuna di leggere libri scritti a mano: quanta forza, quanta pazienza, quale sogno anticipatorio dell’epoca attuale in cui, tramite Internet, abbiamo la contemporaneità del sapere per tutti.

Steve Jobs ha augurato:”Siate affamati, siate folli”. Una frase che invita ad essere entusiasti delle novità e con quel pizzico di follia che consente la realizzazione delle novità. E’ grandioso pensare quale grande cosa possiamo avere tra le mani, soltanto perché qualcuno è stato affamato ed è stato folle!

Dicevamo dello studio, una dimensione aspaziale ed atemporale che riunisce in un piano virtuale tutto ciò che è esistito, che esiste e che esisterà.

La proiezione multidirezionale dell’Io attraverso l’intenzione ferma di voler raccontare qualcosa da parte di chi ha scritto e l’altrettanto ferma intenzione di apprendere qualcosa da parte di chi vuole leggere un libro.

Alcuni di noi di libri ne hanno letti tanti, ad un certo punto le nozioni e i racconti non vengo più acquisiti come files staccati ma ricevono un trattamento speciale per cui è come se materializzassero un edificio, un Istituto dentro di noi, ove personaggi celebri, scienziati, scrittori di ogni genere abitassero e tenessero le loro lezioni accademiche. Vi è però un altro elemento che si aggiunge allo scenario descritto, è come se i vari autori potessero rivivere dentro di noi, come se partecipassero anche con le loro emozioni alle nostre e a quella propulsione dinamica ed evolutiva che ci accomuna nel momento in cui la nostra visione della realtà si tinge di infinito e di eternità.

Il sapere dell’uomo non è che appena suo, ma gli arriva dall’etere sottile in cui sono accolti tutti i pensieri e tutti i moti dell’animo umano incorporato al miracolo dell’esistenza del popolo degli Universi interi possibili. Ognuno di noi, in ogni luogo ed in ogni tempo, brilla di un unico progetto divino che gli consente di giocare all’interno di una grande partita. L’uomo è ineluttabilmente destinato alla fratellanza, nonostante le divisioni, nonostante i malintesi, nonostante le azioni di disturbo che talvolta convincono gli esseri umani che possa avere senso avere interessi privati.

E’ come se dentro ognuno di noi potesse costituirsi una casa, una casa speciale, una casa immateriale che riunisce i luoghi mentali ed animici di tutti coloro che hanno solcato il pianeta. Il potere di questa comunione intellettuale e volitiva è alla base del senso del progresso e svolge la propria azione ideoplastica, volendo intendere che si realizzano delle situazioni materiali originate da un sentire ed un volere che non è individuale, ma che appartiene all’avventura dell’uomo sul pianeta. Si tratta di una vera e propria universalizzazione della Terra.

Non è possibile azzerare le persone, ma soltanto sommarne algebricamente gli intenti a seconda delle possibilità che la fortuna del Tempo concede.   Un gioco continuo di stagioni fredde e calde che soltanto si materializzano nei luoghi che viviamo, ma che esistono in ogni caso e ovunque e che ci raggiungono anche se noi non dovessimo volerlo.

La casa del cuore avvolge il flusso della vita e la conduce attraverso i suoi orizzonti all’alba della vita nascente. Esiste sempre e coordina la respirazione e la vita dei tessuti del grande albero della vita stessa, come in Avatar.

All’edificazione della casa propriamente detta, l’appartamento, la villetta, corrisponde una virtualizzazione delle facoltà individuali che, per costruire sé stessi,  esce da “casa”, si pone in viaggio, si allontana dalle sicurezze materiali di ogni genere  e trova nel network dell’umanità intera la propria casa fantastica ove tessere ogni trama ricca possibile imbastendola di incontri e relazioni utili all’evoluzione di culture, saperi e vissuti possibili.

Paradossalmente un processo di sublimazione, di evanescenza, di fusione di tante incertezze, rende possibile un edificio potente e con la massima forza di programmazione possibile e mai immaginabile. La casa del cuore è dentro di noi, ma soprattutto fuori di noi, perché non è nostra ed appartiene a tutti nella loro parte migliore e più evolutiva.

Non si tratta di acquisire una proprietà individuale, ma di avere accesso ad una proiezione olografica in cui ogni singola luce di ogni singola persona di qualunque epoca e di qualunque area geografica partecipa al Grande Progetto. Non vi sono sforzi, non vi sono tasse, né mutui, non vi sono pericoli di furto, soltanto sinergie ed agevolazioni esponenziali poiché è tutto facile come l’essenza pura della vita che fa nascere la piantina sulle tegole della Cattedrale o conserva il potere germinativo in un seme di milioni di anni.

La casa del cuore è la morte della vita, la vita della morte, nella proiezione escatologica del mistero della rinascita: è la Pasqua di Gesù, la comprensione dei limiti attraverso il loro superamento nel perdono e nella speranza. L’impulso Cristico.Tutti concetti astratti, per fortuna, virtuali, ma assemblati nel continuum dall’eternità che genera a quella che riaccoglie.

Un processo del genere è vivissimo in me e nel mio spendere ogni mia sicurezza affinché ogni mio movimento sia l’origine di una linfa per tutti e l’arrivo delle aspettative di ognuno. La casa del cuore. L’inizio di tutto e la fine di ogni viaggio alla volta della costruzione di un grande bene comune.

L’atto medico è il luogo ideale per studiare un processo delocalizzato come quello che ho appena descritto. Il medico appartiene a tutti, ma non è nemmeno di sé stesso. Egli viaggia  continuamente e cerca la versione migliore del suo essere per adeguarsi alle richieste di aiuto che i suoi fratelli presentano, ponendo l’opportunità di crescere attraverso il continuo superamento dei limiti percettivi precostituiti. Il baricentro si sposta e la dinamica non cerca mai di fermarlo per non arrestare l’evoluzione dell’uomo.

L’empiria del nulla, l’alchimia del tutto: la casa del cuore.

Auguri a tutti i miei amici, a tutti coloro che incontrerò un giorno, perché sappiano che già li aspettavo, li conoscevo, perché li avevo incontrati nella casa del cuore. Buona Pasqua!

11 COMMENTI

  1. E’ sempre meraviglioso ed istruttivo immergersi nel tuo mondo,
    grazie per dare libero accesso alla tua casa !
    Buona Paqua!

  2. … senza tempo … senza spazi … nel vuoto pieno d’amore … nel mondo universale delle emozioni … Grazie! e buona VITA a TE!

  3. Caro Salvatore,
    che bello poterti leggere così a lungo…
    mi sembrava di sentire la tua voce.
    Questi tuoi auguri così speciali mi arrivano
    proprio adesso che la mia casa
    è stata buttata giù per essere ricostruita,
    sto parlando di quella di mattoni e cemento, ovviamente!
    Auguri e una carezza sul cuore. Ti voglio bene.
    Mariangela

  4. ciao salvatore… ok!!! grazie per gli auguri originali sul sito… bellissima
    tesina, piena di amore e pace!!! ti inviamo noi tanto benessere, pace e
    armonia… te la meriti tutta!! ti vogliamo bene

    a presto Annalisa e Beppe

  5. Grazie di esserci, di essere sempre presente quando serve una tua parola… Tanti auguri anche a Te e un abbraccio affettuoso

  6. Forse per gli auguri di una serena Pasqua sono un pò in ritardo ma per gli auguri di tanta serenità, ovunque e comunque, non si è mai in ritardo! Grazie perchè tu sei una colonna portante della mia “casa del cuore”! Un abbraccio

  7. Anche se Pasqua è passata da un po’(perlomeno quella del calendario :))) voglio associarmi al coro di Auguri che ti risponde sorridendo!!!
    Sono pienamente daccordo con te. L’unica CASA degna di tale nome è il Cuore. E chi la abbandona, la affitta, la vende, non se ne prende più cura… non troverà pace da nessuna parte. Anche la residenza più lussuosa e confortevole diventa insignificante se la VERA CASA è disabitata. E mi permetto di dire che non solo il medico non è di sè stesso; nessuno di noi è solo di se’ stesso. Perchè quello che la Coscienza Cristica ha portato e porta negli Uomini è la BUONA VOLONTA’. E tu sei un Uomo di VOLONTA’. E la volonta’ é AMORE. Con affetto e gratitudine infinita.

  8. Caro Salvatore ti conosco poco, ma, già da quel poco posso dire, con assoluta certezza, che non sei grande solo in altezza, ma anche dentro il tuo cuore.Ti abbraccio. Che la pace sia con tè e la luce ti illumini.

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