La storia della mia vita La vita della mia storia

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LA STORIA DELLA MIA VITA

LA VITA DELLA MIA STORIA

 

E’ sempre stata un’avventura interfacciarmi con la società così com’era, nei suoi meandri di complicatezze, che trovavo inutili, e che determinavano in me l’esigenza prorompente e continua di fughe, con zaino in spalla, senza soldi, in luoghi naturali di impareggiabile bellezza e di enorme capacità consolatoria.

Non potevo non studiare, come un computer velocissimo: a 11 anni avevo studiato tutta l’Enciclopedia Treccani, sprofondato nella poltrona del salottino di casa mia.

Anche l’Atlante geografico mondiale era la pista per decollare nei miei voli, in cui realizzavo la mia percezione fondamentale: essere come un aquila che sorvolasse il Mondo guardandolo da lontano.

Ho sempre scritto molte pagine, in cui descrivevo le mie sensazioni e quel senso di poesia, che ha sempre firmato ogni mia percezione e ogni mia relazione con il mondo fuori di me.

Viali ombrosi e rosseggianti di foglie autunnali sono sempre stati il mio humus preferito, per collegarmi al senso della vita.

L’autunno è la mia stagione di massima risonanza con la natura, forse perché sono nato in ottobre, che è il periodo in cui maggiormente si avverte il senso della vita, che si nasconde per rifiorire dopo qualche tempo.

La poesia è il mio diritto inalienabile, e non sarei quello che sono se non avessi dentro di me una impalpabile sensazione di “esistere a mala pena”, come amo ripetere, quando qualcuno mi fa dei complimenti. Intendo dire che la ragione della mia natura speciale di essere nel Mondo è legata al fatto che non mi sono mai calato completamente nei meccanismi della vita sociale.

Ho studiato moltissimo, conseguendo i vertici del sapere accademico riconosciuto, ma lo studio principale, per qualità, è sempre stato il mio viaggiare sulla Terra in luoghi incontaminati, che potessero farmi sentire fuori della storia antropizzata.

Ho scritto moltissimo ed ho pubblicato una miriade di articoli, che ho dato in pasto alla rete, senza  mai preoccuparmi di altro, che non sia stata la mia onestà nei confronti degli altri e del senso di partecipazione al destino del mondo.

Con gli anni, sono stato indicato, in varie occasioni, come il possibile eleggibile a ruoli di vario genere, ma ho sempre rinunciato, senza però rinunciare a svolgere il mio lavoro, di entità e disposizione di tutti e della vita, per aiutare chiunque a migliorare la sua qualità  esistenziale.

Non sono mai entrato nel sistema sanitario nazionale, perché non mi sentivo di doverlo fare, non riconoscendomi nella burocratizzazione del rapporto medico-paziente che essa comporta.

Comunque ho ricoperto diversi incarichi in strutture pubbliche e private, ho svolto molta attività universitaria, conduco ricerca scientifica autonoma in ambito biologico di vario genere, anche come consulente accademico.

Ho conservato fresco il desideri di essere di aiuto agli altri, di proteggerli, di consentire loro di risolvere i propri problemi, senza limiti di impegno da parte mia, senza mai togliere la speranza, perché i miei anni mi hanno insegnato che il Medico deve prima di tutto svolgere questa funzione.

Sono molto contento di aver conservato tale dimensione dentro il mio cuore, che mi ha consentito di assistere a tantissime guarigioni meravigliose, ma, soprattutto, di proteggere una eccellente qualità di vita nelle persone che mi stanno accanto, mentre la nostra vita scorre verso la nostra più alta espressione creativa.

I pazienti che seguo da un po’ di tempo non si ammalano mai di cancro, non vaccinano i propri figli, che sono tutti meravigliosamente sani e praticamente non si ammalano mai.

Invece, ho visitato molte persone danneggiate irreversibilmente da vaccini e da altre azioni mediche di vario genere.

Sono il Medico di una popolazione praticamente sana, negli anni, anche se molti di loro sono venuti da me, la prima volta, con problemi di salute anche gravissimi.

Ho restituito le regole, per vivere e scegliere i sistemi di cura, per riconnettersi alla Natura, molte volte ho portato con me chi non aveva più voglia e  speranza di vivere, ottenendo guarigioni impossibili.

I miei titoli accademici fanno solo da sfondo ad un corso, che non finisce mai, in cui traggo, dalla Natura, una infinità di energia ed insegnamenti per aiutare le persone a ripristinare la salute.

La Natura è tutt’uno con la mia delicata spiritualità, che mi lega, con un amore infinito, a tutti, anche a coloro che vedo persi in azioni malvagie.

Provo un amore possibile soltanto se vedo tutti bambini, come in effetti vedo tutte le creature che incontro.

La mia semplicità è stata molte volte motivo di una certa assenza dai meccanismi della macchina sociale, che stritola l’individualità, e congela l’amore in protocolli che non c’entrano nulla con la vita e con la relazione sociale.

Per questo motivo, mi sono sempre visto come una specie di animaletto, che conduce vita seminascosta nei boschi ombrosi, donde può vedere le radure illuminate dal sole, senza essere visto.

Molti anni, vissuti così, ma sempre in mezzo alla gente, lontano dagli incarichi tumultuosi, che mi avrebbero costretto a trascurare il mio canale di comunicazione preferenziale con la dimensione più nascosta e più importante della vita.

Molti potrebbero pensare che io sia famoso e in vista, ma io mi sento piccolo piccolo e, soprattutto, come si suol dire, indifeso, nel senso che non ho poteri umani consolidati che mi sospingano, ma sono libero come l’aquila e sono privo di quelle paure che potrebbero bloccare il mio intento di esprimermi con la purezza che sento dentro di me.

Si prenda questa ventata di considerazioni su di me come una libera confessione di chi non ha nulla da perdere, e vuole soltanto parlare a coloro che ha sentito tanto parlare, per lavoro, per missione, per scelta.

Voglio solo rivolgere una preghiera a tutti coloro che pensano di volermi neutralizzare perché sono contrari a quello che dico.

Non li rimprovero per questo, e nemmeno ho il bisogno di attaccarli, ma soltanto li invito a fare un’escursione sulla montagna, di notte, con le stelle, il vento, e a nuotare con me nella sorgente ghiacciata, e, sono sicuro, troveremo il modo di andare d’accordo.

Vorrei invitare tanti ad essere presenti alle mie visite, per capire, che cosa intendo per incontrare una persona che soffre, per partecipare al sensazionale risveglio delle forze di guarigione, che ogni giorno la vita pone a nostra disposizione.

Essere un Medico è l’operazione più imprecisa nella precisione dell’amore, è la via più infida nella fiducia di avere ancora diritto alla vita.

A chi, volendomi bene, continua a raccomandarmi di tenermi fuori dalla mischia, nella quale ho voluto gettarmi,   rispondo che non provo paura, perché sto difendendo la vita e sto difendendo la verità,  e mi rivolgo a tutti, anche a coloro che credono di essermi nemici, con la mano tesa e piena di amore.

Non sono in mezzo alla mischia, ma sono nelle mani di ognuno fra tutti.

Avrò sbagliato nel pensare tutto ciò, ma è quello che sento ed è quello che credo, perché il contrario servirebbe poco sia a me che agli altri.

Aiutatemi a realizzare il sogno che tutti vorremmo: una vita autentica, nella riscoperta del cuore dell’uomo, senza gli inutili orpelli che appesantiscono tutto, a suon di denaro, come se non fossimo già tutti così ricchi per ciò che siamo e che possiamo portare al Mondo intero.

2 COMMENTI

  1. Caro Salvatore sei una persona speciale, hai sempre aiutato tutti, continui a farlo con un estremo piacere; perche fa parte del tuo carattere. Sta in ognuno di noi riconoscerti e apprezzarti. Con grande stima Teresa.

  2. Dottore…Totò tu sei una forza della Natura. Come il Vento. Gli Oceani. I Vulcani. Sei Vero.
    Non ho saputo esprimere le emozioni che ho provato nel poterti stringere la mano il 10 e l’11 ottobre, e mi devi perdonare… non capita spesso (qunto vorrei) di incontrare Uomini come te.
    Perdonami questa “timidezza”. E perdonami tutte le volte che ancora ci incontreremo e, pur sentendoti vicino, mi “ostinerò” a darti del Lei.
    Una Quadrismamma.

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