Visione di una nuova forma di gestione della salute
La gestione della salute, in linea con il tradimento delle esigenze primarie della vita, a causa di infiltrazioni gravi nel sistema politico che gestisce le sorti della comunità, risente, ormai sempre più gravemente, di stereotipi, costosi e teleguidati, che si imperniano sul fatto finanziario.
In questo modo, si è persa la centralità del mistero della vita, che serve a considerarla preziosa e importante, invece che banalizzarla in mille frammenti, che non garantiscono la prevenzione degli squilibri e non sono in grado di riconoscere gli itinerari smarriti della salute e dell’armonia.
Tutto ciò è funzionale allo scopo di non promuovere davvero la salute, pur facendo finta di occuparsene, attraverso il misconoscimento più vergognoso di un sentire sempre più diffuso che vede moltissimi Medici e utenti impegnati ad approfondire il grande network olistico, con tutte le medicine alternative.
Le persone vengono continuamente spinte a credere che la vita e la salute siano anch’esse frutto di un comportamento consumistico.
Contemporaneamente l’uomo ha perso dimestichezza con la naturalità della biologia, per esempio ritenendo la febbre un qualcosa di molesto e dannoso, da rimuovere velocemente, senza considerare il potere riordinante e guaritivo di una delle manifestazioni più necessarie della vita.
Per non parlare della demonizzazione dell’infiammazione, i cui effetti le persone vogliono soltanto rimuovere, senza interessarsi dei numerosi errori che la generano e che la rendono necessaria per il recupero della salute.
Inoltre, si alimenta una nevrosi fobico-ossessiva, centrata sul tema delle malattie infettive, sulla pericolosità del diniego di fronte ai grandi nomi del Commercio farmaceutico, che sbraita e ostenta dati di letteratura, troppo intrisa di interessi finanziari.
Di fronte al continuo misconoscimento delle grandi verità sulla vita, non vi è da meravigliarsi che la qualità della vita sia, paradossalmente, sempre più bassa.
Le infinite variegature di disfunzione quotidiana sono messe a tacere con mille interventi correttivi, superficiali e sciatti, che incoraggiano a tenere una salute altrettanto misera e sviata verso dimensioni abituali che alimentano l’insorgenza delle grandi patologie, coronamento del disordine globale, e obiettivo del mercato dei colpi da maestro della farmindustria, che ha sempre pronti i “mezzi” per intervenire, come fa il prestigiatore, quando tira fuori l’ennesimo coniglio dal cilindro, ricattando il sistema e richiedendo ingenti impegni finanziari dallo Stato e dai cittadini.
Le metodologie artificiali, in primis, i farmaci, sono presentate con tecniche di sensazionalismo, sempre ratificate dall’egida della scienza e il patrocinio di una grande Rivista, che si fa depositaria dei parametri assoluti per gestire la verità , quando, invece, appare più che discutibile il tipo stesso di premesse con cui si allestiscono le letture dei risultati di cui i promotori si vantano tanto.
Le pressioni collusive sono enormi e la paura di uscire dai protocolli induce comportamenti gregari, che deprimono la presa di coscienza e scoraggiano la discesa in campo di coloro che conoscono la verità.
L’intero percorso che conduce un essere umano a decidere di intraprendere la formazione per diventare Medico, oppure operatore sanitario di qualunque genere, deve essere rivisto, per consentire di risvegliare e selezionare le attitudini ideali per tali delicati compiti.
Lo scopo principale sarà di promuovere una mentalità dell’assistenza, meno legata a tecnicismi e più ispirata ai sacri princìpi del rispetto della vita e della dignità della persona.
La vita e la salute devono essere rivisti alla luce di ogni acquisizione sapienziale e culturale che possa determinare comportamenti di aiuto di altissimo livello a chi attraversa il disagio e la malattia.
Ogni abilità, che abita spontaneamente la prassi naturale dell’aiuto, deve divenire oggetto di studi altrettanto scientifici, che si oppongono a quelli rigidi e numerici, commissionati dagli agonisti dell’attuale andamento.
La farmindustria promuove la ricerca universitaria, foraggia le carriere, crea gli studi, crea prestigiose occasioni per darvi massimo rilievo, usa i risultati ottenuti per ottenere le autorizzazioni ministeriali, prepara il mercato, induce sempre nuovi “sensi” di malattia e offre il mezzo farmacologico per rimediare.
Gli enti che erogano le pubblicazioni di riferimento sono sempre in linea con un certo modo di fare, pertanto sviliscono qualunque discorso che non sia intonato alle esigenze del grande mercato.
La prevenzione sarà restituita al suo vero significato di individuazione degli ostacoli alla vita e al benessere autentico dell’individuo, inserito in un contesto sociale pieno di reali sicurezze.
In tal senso, è insostituibile il risanamento della grave pressione finanziaria sui cittadini, nelle sue numerose forme, che non riescono a vivere serenamente, e perciò commettono molti errori.
Gli aspetti legati all’insorgenza dei quadri di patologia subiranno una completa revisione, sotto ogni punto di vista, per ribaltare la banalizzazione del concetto malattia/sistemi di guarigione.
In tal senso, gli insegnamenti universitari, di ogni genere, saranno rivisti, per introdurre ogni dimensione possibile di tipo olistico ed evitare il riduzionismo specialistico sciatto, e il materialismo, che non conducono ad una reale assistenza medica.
La vita funziona soltanto nella sua interezza.
L’influenza della farmindustria non dovrà continuare a deformare le logiche della terapia, perché la salute non è legata all’uso di farmaci, necessari soltanto in casi limitati e speciali, come indispensabili in situazioni che non possono rispondore ad altre forme di terapia.
Comunque, l’interpretazione dei meccanismi etiopatogenetici è sempre molto più ampia di quella, ridotta e miope, che propone un farmaco.
Occorrerà sgravare la professione medica dalle persecuzioni speculative per trarre rimborsi assicurativi da parte di un’utenza divenuta troppo arrogante.
La dignità e l’importanza del Medico devono assolutamente essere rieditate in veste nuova.
Nel complesso, si è completamente perso l’oggetto della salute individuale, che è una speciale armonia fisica, di sensi e di funzioni, atte a promuovere lo sviluppo individuale e quello della società fatta da tali individui.
La promozione dei concetti rivoluzionari in termini di applicazioni mediche non potrà mai verificarsi, se non si sostituiscono i decrepiti e malsani paradigmi speculativi con la dimensione creativa di una nuova società proiettata verso un nuovo Rinascimento.
Il futuro della ricerca farmacologica, ostentata come via del successo deico della Medicina, deve lasciare posto ad un futuro di ricerca bioenergetica, omeopatica, antroposofica e di ogni genere di quelli che già riempiono la vita professionale di molti operatori che lavorano al servizio della salute.
Il progresso della società futura si misurerà dalla riduzione del numero di farmaci venduti, diversamente dall’obiettivo annunciato da un big della farmindustria:”Riuscire a vendere farmaci anche ai soggetti sani”.
Firmato Salvatore Rainò
Responsabile Dipartimento Sanità
Responsabile Dipartimento dell’Impossibile
Movimento Liberazione Italia