Ennesimo Appello alle Alte Sfere della società.
A distanza di pochi giorni dal mio ennesimo appello, ancora una volta, intendo mettermi alla prova con la pochezza, che rischierebbe di attaccare anche me, se non vi fosse la convinzione di non essere da solo a voler dire la verità.
Voglio dire che gli eventi degli ultimi mesi hanno intaccato, ancora più pesantemente, ogni residuo di tranquillità possibile circa la situazione della vita italiana.
Ho sentito il Pubblico Ministero Nino Di Matteo, che si è espresso con chiarezza incontrovertibile sulla connivenza-mafia/Stato, come da rilevanze accertate definitivamente dalla Magistratura.
E’ un copione che si ripete quello della collusione, della commistione fra interessi privati speculativi e destino della comunità.
Di fronte agli ennesimi segnali della temibile inarrestabilità del processo di banalizzazione del sapere scientifico, in mezzo alle macerie del buon senso, bombardate dal network progressivo di annichilimento delle coscienze, la comune deriva è l’allineamento sul focus permesso dall’intimidazione ricattatoria, che pone in dissonanza l’etica con il ruolo sociale.
Questa è una malattia, purtroppo, ben consolidata, nell’abitudine di operare in direzione contraria alle proprie posizioni culturali ed etiche.
La paura di perdere i vantaggi del proprio status deforma la prassi e la costringe ad un errore che è come la Lebbra, perché consente di andare in giro nascosti dai propri abiti, ma nasconde la vergogna, che limiterebbe la pericolosa falsa autonomia, come accade nel lebbroso.
Le suggestioni inibitorie si trasmettono di livello in livello, giungendo a negare l’evidenza e a giustificare gravissime e disumane decisioni, che non sono decisioni, ma frutto di ricatti.
L’omertà, la negazione del dissenso, la politicizzazione del discernimento individuale, professionale e scientifico, tocca l’aberrazione quando trabocca nei confini della Magistratura, compromettendone quella sacra e inviolabile decisionalità, che caratterizza questo nobile organismo, cui la gente affida la giustizia.
Ma anche i Magistrati sono uomini, anzi esprimono il massimo livello dell’Uomo sociale, quindi risentono dell’impregnazione del disvalore a danno della Dignità dell’uomo.
È come un virus, che conquista in modo diverso varie fette di popolazioni variegando gli effetti dell’evidenza, e facendo, come fa il sistema di controllo ortografico “t9”, di ogni finezza un potenziale errore.
Come si contrasta il “t 9”?
Fermandosi e controllando, con attenzione, e aggiornando, continuamente, il sistema delle nuove finezze, che, spesso, sono le vecchie certezze, attaccate dal neoliberismo confuso e tracotante.
Che cosa distingue la Verità dalla Menzogna?
Il coraggio di non provare paura, la paura di disdegnare il coraggio, la speranza che la
Vita sia il fenomeno più potente, in assoluto.
Se chiamiamo un imbianchino, per dipingere le pareti di casa, insospettisce la scomparsa di un quadro da una stanza, specie se viene seguito dalla rottura di un mattone, ma soprattutto se, mentre si verniciano le pareti, inizia a sentirsi un odore sgradevole mai sentito prima.
La buona educazione e la così detta nonviolenza non sono pagabili dal riscontro subentrante di colpi di scena, che convincono sempre meno.
È ciò che sta accadendo in Italia, specie con gli ultimi colpi di scena dei vaccini.
Ho visto un Preside di Facoltà di Medicina e Chirurgia, che cercava di resistere alle pressioni delle Istituzioni regionali in tema di vaccini, ma che ha ceduto, come tutti, per decidere di lasciare stare.
Vi sono espressioni, come “senza se e senza ma”, oppure quella che recita “la scienza non è democratica” che hanno fatto risuscitare molti defunti dalla tomba, ma che vengono sottaciute, senza che la Magistratura abbia voluto intervenire per redarguire un comportamento che ha violato ogni Diritto e ogni verità.
La Convenzione di Oviedo è stata violata, gravissimamente.
Gli avanposti più importanti della Civiltà sono stati sgretolati, con l’avallo della Legge, per opera di figure che non avevano nessun requisito per potersi anche minimamente occupare di certi argomenti, come l’ex Ministro Lorenzin.
Non è possibile continuare a negare di qualunque attenzione, oppure a redarguire severamente figure di spicco nel contesto sociale, scientifico e professionale, che continuano a dire che il lavoro di “quel dipintore” è più che sospetto.
Come per altri aspetti, in numerosi settori del sociale, siamo di fronte all’ostinata negazione del dissenso, delle anomalie, del buonsenso di volerle considerare.
La Dittatura è ormai in avanzata emissione di disgustosi miasmi, che si ammantano di democrazia, fra le urla e i gemiti decittadini.
Fenomeni spettrali di condizionamento delle masse, con la complicità viscidamente riprovevole di organi di Stampa e Televisione, configurano il regresso più grave che potessimo immaginare nell’era moderna.
E’ tutto il sistema sociale gravemente colluso e mafioso, ma opprime che vi siano figure che potrebbero premere un bottone, e non lo fanno, lasciando anche molti Colleghi integri in una condizione di difficoltà evitabile diversamente.
La storia di combinazione strategica del buio delle coscienze e di luce istituzionale continua e non risparmia nessuno, nemmeno gli agonisti diretti di tale deformazione, che anzi sono i primi a rimanere stritolati nello scontro grottesco fra l’importanza della propria immagine sociale e la miseria dell’accomodamento accondiscendente.
Personalmente, dato che ho conseguito i Titoli più avanzati riconosciuti dalla nostra società per potermi esprimere su certi argomenti, non voglio essere come alcune altre figure, che circolano, coperte, in mezzo alla gente, ma hanno la vergogna della Lebbra.
E’ apocalittico il divario fra il vivere e il vivere a metà, perché si è scelto di tacere su elementi di giudizio altamente fondanti il senso stesso della vita e delle varie figure che sono preposte a difenderla e custodirla.
“Chi perde la vita per la Verità, conquista la Vita Eterna”.
Non voglio fare silenzio, non voglio accondiscendere, perché ho i mezzi per dimostrare che siamo scivolati nell’orrore.
Faccio seguito, nel tempo e nello spazio, ma nel medesimo intento, a tantissime altre prese di coscienza, coraggiose e responsabili, ma anche a quelle meno nitide, ma in corso di maturazione, ma soprattutto getto i primi pezzi di lastricato a coloro che si aggiungeranno sulla strada della vera scienza e dell’etica imprescindibile, di cui tutti sanno, ma pochi razzolano, secondo il malvezzo comune.
Questa Lettera aperta è rivolta a tutti, ma specialmente ai miei fratelli Magistrati, che hanno voluto essere ciò che sono perché avevano a cuore i più alti valori della vita sociale.
L’irraggiungibilità dei Magistrati quando qualcuno vuole parlare al loro cuore è un inconveniente tecnico della Casta, che lascia il posto ad una grande tenerezza, quando un Magistrato racconta la sua vita, seduto a visita dinanzi a me.
Come sarebbe bello se ripristinassimo quel rilievo di molti Magistrati di una volta, gli anziani, alcuni dei quali ho avuto l’onore di conoscere personalmente e di essere anche loro amico!
Nell’Antica Roma, i Magistrati erano soltanto i più anziani!
Non posso dimenticare, però, che faccio parte anche io di una Categoria che molte volte viene chiamata Casta, ma che, oggi, è finita nelle mani di ignoti inferociti che aggrediscono Medici, mentre svolgono il proprio lavoro.
Evidentemente, qualcosa non funziona nel meccanismo di riscontro per una missione, che sempre meno resta una missione.
I Medici dovrebbero sapere che i comportamenti violenti delle persone, come le aggressioni ai Medici, hanno una ragione prima di tutto nel comportamento di chi subisce la violenza, forse pensando di essere solo un bersaglio, e trascurando invece la revisione dei propri stili e il senso che l’applicazione di protocolli sempre più incongruenti che ad essi sono affidati, da persone che poi se ne lavano le mani.
Quanto agli Ordini dei Medici, che dovrebbero dare lustro ai migliori dei Professionisti, purtroppo è evidente, ormai, la loro sempre più diffusa politicizzazione, che sostituisce al Giuramento di Ippocrate quello segreto fatto nelle stanze dei Partiti.
E’ un gioco di favori, promesse, mancati problemi, se accondiscendenti, ma tutto ciò non mi ha mai toccato e, oggi, più che mai, non intendo assecondare certi argomenti, che offenderebbero la mia Deontologia, che risuonano della grande collusione centrale, come si evince dallo splendido libro di Nino Di Matteo e Saverio Lodato, intitolato “Il patto sporco”, edito Chiarelettere.
Una Lode a Paolo Maddalena, Presidente Emerito di Corte Costituzionale, una Lode al Procuratore Nicola Gratteri, che testimoniano, con coraggio e lealtà, il “senso del Dissenso” odierno, come una Lode a tutti coloro che sono impegnati nella stessa sacra missione, come il grande Generale dei Carabinieri Antonio Pappalardo.
Come ha insegnato la storia di Papa Celestino, con la Perdonanza, quella di Sant’Antonio da Padova, con il pentimento struggente dei signori di Padova, le Confessioni di Sant’Agostino, il ravvedimento e la conversione agli Alti Scopi dell’esistenza sono ancor più encomiabili in coloro che hanno negato pria, pesantemente, la verità.
La storia di molti Santi lo dimostra, e incoraggia a pensare che l’uomo non va giudicato solo nella sua individualità, ma soprattutto nelle circostanze che lo hanno condotto a sbagliare.
La revisione dei motivi di criminalità è più importante della condanna individuale.
Che la Magistratura, ma soprattutto ogni Magistrato, ogni Uomo dietro la sua Toga, si riapproprino del ruolo che Loro compete, e svolgano, finalmente in modo sereno e indefettibile, l’operato che le persone più illuminate del contesto sociale attendono da un momento all’altro.
Io sono sempre a disposizione, per contribuire a riprendere le congruenze, che rendono la vita un fenomeno sensato dell’Universo.
Altamura, 07/10/2018. Vostro Salvatore Rainò
Immunologo Clinico