Lezioni di immunologia ragionata

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Lezioni di immunologia ragionata
Nel salutarvi, auguro una buona disposizione d’animo nei miei confronti.

Tale era sempre la mia inclinazione nei vari momenti in cui ho affidato la mia crescita culturale alle Lezioni impartiteci con tanta dedizione dai miei Maestri di Medicina.

La simpatia è un elemento fondamentale per facilitare l’insegnamento e per predisporre gli allievi all’ascolto, perché si compia il miracolo del trasferimento del sapere.

Lo studio degli argomenti può essere fatto in solitudine ed autonomia, ma la Lezione è il gesto simbolico più solenne del trasferimento del sapere, perché il Maestro evoca le tonalità emozionali che presiedono alla continuità della conoscenza, collegando con un filo sacro l’insegnamento dei “Mani” con quello delle generazioni che saranno formate, un giorno, da coloro che adesso sono ancora allievi.

Trattasi di un procedimento straordinario, che imbastisce la storia del Sapere di infiniti momenti di poesia, di semplicità e di tanto amore, nonché di ricordi magici.

 

Per parlare dell’Immnunità, occorre chiarire subito la premessa fondamentale etimologica.

La parola deriverebbe dal latino: in munus, che significa esente da un obbligo.

Nella risonanza tra i fonemi all’origine della lingua, non escluderei un’origine, trascurata, della parola, che avrebbe a che fare con le “moenia”, le mura, all’interno delle quali, sotto la giurisdizione della città, una volta varcata la grande porta, con tanto di sentinelle, occorre adeguarsi alle regole del luogo, a partire dal versamento di una tassa, che consente la residenza.

Insomma, il concetto di immunità orbita attorno a qualcosa che divide un ambito delimitato dall’ambiente esterno.

Gli anglosassoni parlano di self e non self, proprio e non proprio, alludendo all’ambiente dell’organismo e all’ambiente esterno.

Ma questa divisione è molto relativa, in quanto l’interno dei visceri cavi a struttura membranosa, è ancora esterno, pur rimanendo nel volume esteriore che compete l’unità organismica.

Insomma, dentro e fuori.

Ma siamo sicuri di aver compreso bene quale sia il limite fra queste due dimensioni?

Facciamo degli esempi.

La temperatura ambientale è determinata da fattori esterni, che modulano delle conseguenze interne all’organismo, come un aumento della sudorazione.

Quindi, il calore, pur essendo esterno, muove, dal suo equilibrio, la totalità interna dell’organismo.

Facciamo un altro esempio.

La qualità delle circostanze esterne è fuori della persona, ma essa risente delle emozioni provate mentre interagisce con immagini, suoni ed esperienze di ogni genere.

Il cuore può accelerare, la pupilla dilatarsi, assieme ad una miriade di altre modificazioni che sono la risposta dell’organismo alle percezioni.

Talvolta, le modificazioni dell’organismo possono essere davvero vistose, come l’esplosione nel pianto, la collera, la rabbia, ma anche la diarrea, come anche il vomito.

Gli esempi che sto portando servono a far riflettere sul nesso molto variegato possibile, che corre fra l’ambiente esterno e quello interno alla nostra persona.

L’esperienza è la dimensione che consente la maturazione del tipo di risposta agli stimoli esterni, che l’organismo ha imparato a riconoscere, catalogare e ai quali risponde nel modo più singolare possibile, a seconda dei casi.

Facciamo un altro esempio.

Istintivamente, quando ci troviamo davanti ad un piatto contenente del cibo, la prima cosa che facciamo è di annusare, e chiudiamo gli occhi, per specializzare meglio il canale percettivo e chiedere il consenso alla parte più antica del cervello, che ci autorizza o meno a procedere con l’assaggio.

Vi sono altre tappe intermedie, che precedono la degustazione di quel cibo, la masticazione, sino addirittura ad ingoiarlo.

Queste fasi di avvicinamento progressivo sono la garanzia fondamentale che l’organismo chiede, per non rischiare di vomitare tutto, subito dopo aver ingoiato un boccone.

Per analogia, anche altri incontri della nostra vita sono dettati da una progressione ordinata e molto speciale, che serve a selezionare attentamente la commistione della nostra “città interna” con il mondo esterno.

Per esempio, l’odore di un formaggio è legato alla presenza di alcuni germi che hanno impresso al formaggio le sue caratteristiche peculiari.

Conoscete qualcuno che mangerebbe un pezzo di formaggio senza averlo prima annusato?

Lo stesso procedimento selettivo, e poi, il tempo che occorre per maturare la giusta risposta “comportamentale” si verifica quando l’organismo interagisce con la “pressione” ambientale dei microrganismi.

Queste entità, nella loro variegatissima tipologia, preesistono dalla notte dei tempi alle origini della nostra vita.

Quando qualcosa è preesistente, richiede la conoscenza.

La sola immunità non tutti ci salverà.

Non è lavorando soltanto sull’immunità che possiamo proteggere le persone dalle malattie possibili.

Occorre una disponibilità democratica delle conoscenze, per orientare il comportamento nel modo meno patologico possibile.

Una nuova forma di democrazia coraggiosa fornirà un gran vantaggio a livello di qualità della vita e alla salute delle persone.

Facciamo un esempio.

Siamo abituati a praticare aerosol con cortisone al primo segno di tosse, ma non si considera che l’immunodepressione locale, dal cortisone creata, trasforma il muco che era chiaro e trasparente in muco giallo verde e denso.

Sapete perché?

Perché hanno preso il sopravvento dei germi, che complicano il quadro e rischiano di procurare una polmonite.

E’ grave interferire con le risposte della natura, atte a garantire la trasudazione di tossine attraverso le mucose, insistendo per voler accorciare questa fase trasudativa, che sarebbe, invece, motivo di una particolare salute successiva.

Il comportamento normale dei pediatri non è attestato sul rispetto dei meccanismi fisiologici che “si studiano all’Università”.

Facciamo altri esempi.

Se una persona ha diarrea, facilmente la blocca con dei farmaci che sàbotano l’espressione di questa forma di difesa perfezionata.

Dopo l’assunzione degli antidiarroici, l’intestino va in atonia, e si dilata, trattenendo tutto il contenuto che la natura stava rapidamente allontanando dall’organismo.

Ecco perché la situazione può aggravarsi nelle ore successive, tanto da agevolare l’azione dannosa dei germi e condurre anche a quadri emorragici, necrotici, sino alla morte, anche per sopraggiunti fenomeni sistemici, in cui l’immunità impazzisce, per il grave sconvolgimento arrecato dall’aver contrastato la diarrea.

Situazioni del genere si svolgono senza che nessuno spieghi che cosa sta accadendo.

La fatalità è sempre ridimensionabile alla luce del riconoscimento dell’ignoranza.

Eccovi un altro esempio.

Nessun Governo finora ha vietato di sedersi sotto le valigie appoggiate sui portapacchi dei vagoni ferroviari.

Peccato che la polverina che il soggetto seduto inala contenga chi sa quali forme di germi.

Però, è imposto il mascherino, anche all’aperto, dove si potrebbe respirare aria fine.

Il discorso potrebbe arricchirsi di infiniti esempi, a dimostrare che il livello culturale comune è tutt’altro che adeguato a scongiurare impatti anomali di cause di malattia sugli individui.

Veniamo a qualche considerazione infettivologica.

Provate a paragonare l’organismo ad un’azienda, e un germe ad un ladro.

Per proteggere l’azienda, vi è una cintura perimetrale di telecamere, che sorvegliano la situazione.

Normalmente, i ladri non sono attorno all’azienda.

Essi possono decidere di fare un colpo e rubare, dopo essersi introdotti nell’azienda, magari di notte.

Oppure, i ladri possono armarsi e fare un blitz, mentre il personale sta lavorando di giorno.

Secondo voi qual è il sistema migliore per scongiurare un furto?

Allestire una rete di telecamere?

Predisporre degli antifurto, collegati con vari tipi di allarme?

Allestire una squadra di sorveglianza?

Addestrare i dipendenti alla difesa personale?

Predisporre una difesa armata?

Dedicare l’attenzione a tutti i ladri possibili?

Seguirli nella loro vita privata?

Studiare i motivi per cui i loro disagi familiari abbiano potuto generare in loro la criminalità?

Occuparsi di come vestono, che tendenze musicali hanno, che tipo di relazione sessuale preferiscono…i ladri?

Introdurre squadre di ladri che occupano all’improvviso l’azienda ed iniziano a spaccare tutto, per fare in modo che l’azienda trovi il sistema per difendersi?

Convincere altre squadre di ladri a camuffarsi da brave persone per vedere se è possibile che nasca una relazione d’intesa fra l’azienda e i ladri stessi?

Penso che la risposta più sensata, che molti di voi daranno è: individuare il problema dei possibili ladri, cercando di capire come possano comportarsi – proteggere l’azienda con telecamere, antifurto e sorveglianza.

Bene. Questo è il sistema che la natura sceglie per proteggersi dalle infezioni.

La parte preponderante dell’attività difensiva è basata sull’allestimento delle risposte dell’azienda al pericolo potenziale.

Soltanto una piccola parte è dedicata ad ingigantire lo studio di quale dolce preferisca consumare, di domenica sera, il delinquente.

L’organismo di una persona sana è molto organizzato contro il rischio di infezione.

Trascorre praticamente l’intera vita ad occuparsi di come tenersi pronto a rispondere ad eventuali incidenti da microrganismi.

L’elemento fondamentale, che genera il giusto assetto difensivo, è che i germi siano presenti, che siano riconosciuti dai meccanismi di sorveglianza, che non vengano portati per nessun motivo all’interno dell’azienda, che ogni persona rappresenta, nell’analogia.

Eppure, il modo attuale di preparare le persone alle infezioni è legato all’introduzione massiva, a sorpresa, senza regole, di orde invasive di delinquenti all’interno delle nostre mura, annunciando sulla scheda tecnica quale tipo di problemi ciò possa rappresentare, e smentendo invece che vi sia nesso di causalità, ad incidente avvenuto.

La convivenza dei germi all’interno dei vari “balconi” dell’organismo, la bocca, il naso, l’apparato digerente e così via, è un fatto inevitabile ed è esso stesso fonte di salute, perché rappresenta lo stimolo utile per offrire l’allenamento, esattamente come il peso che la persona allenata deve accettare di sollevare dieci volte al giorno per cinque minuti.

Il problema non è il peso.

Il problema è la mancanza di volontà di allenarsi.

Non esisterebbe l’immunità senza l’azione di continuo stimolo dei germi.

Ma i germi non devono essere iniettati con violenza ed in modo innaturale dentro le porte della “città”.

Come accade di vomitare d’impulso, se si introduce cibo sbagliato, così può accadere che l’introduzione di un vaccino procuri un altro tipo di “vomito”.

L’organismo vorrebbe rigettare ciò che gli è stato imposto nelle sue stanze più intime, ma il suo vomito, non potendo fuoriuscire, genera disastri interni, nell’interno del più interno delle “carni” della persona.

Perché le persone stanno diventando sempre più ghiotte di vaccini?

Perché esse sono mantenute all’oscuro del sia pur minimo di conoscenze necessarie per decidere come proteggersi.

Tutti gli sforzi che la campagna pubblicitaria svolge per condizionare le persone a vaccinarsi dovrebbero essere rivolti a garantire una conoscenza, semplice e veritiera, delle leggi naturali della vita.

Non avremo mai una vita serena e degna di essere davvero vissuta, se non riusciamo a comprendere che bisogna spegnere i ripetitori di menzogne e superficialità, per accendere, invece, i canali che alimentano la conoscenza e ci allenano a prendere decisioni ponderate e responsabili.

Conosco una quantità enorme di genitori che si taglierebbero le mani, pur di tornare indietro e rifiutare il vaccino.

Vorrei proporre una considerazione finale, per fare riflettere sulla mancanza di un’applicazione prevista dopo molti tipi di vaccino, la quarantena.

Infatti, è annunciata una certa pericolosità per chi si è vaccinato, ma anche e soprattutto per le persone che vivono attorno a loro.

L’introduzione degli antigeni vaccinali genera una speciale contagiosità dei soggetti, ma questo non è considerato un fatto di cui prendere coscienza, anche se è scritto sulle schede tecniche dei prodotti.

Quindi, la quarantena diventa una vera opinione, che conviene applicare quando si tratta di deprimere la delicata macchina umana, con tutti i suoi equilibri, mentre viene taciuta nell’applicazione di trattamenti massivi, che, sino a prova contraria, potrebbero prima di tutto essere una grave turbativa della salute in atto.

Ma se dovessimo dirla meglio, la storia della suscettibilità dei singoli individui ad effetti dannosi da vaccini andrebbe affrontata, persona per persona, con adeguate indagini, che esistono.

Tali indagini vengono tenute nell’ombra, assieme alle piattaforme scientifiche che le sottendono.

Ma dopo tutto ciò che ci siamo detto, mi chiedo quanto serva ancora insistere nel proporre, con veemenza, e contro tante considerazioni scientifiche reali, la insostituibilità  di una pratica che, ormai, appare sempre di più, e per sempre più persone, un copione per garantire affari d’oro, senza scrupoli e senza nessuna logica.

Questa chiacchierata, che solo di nome ho chiamato lezione, in effetti resta solo un insieme di spunti per invitare a riflettere che gli argomenti in questione possono essere trattati in modo meticolosissimo, attraverso una lunga serie di lezioni vere, per tenere le quali possiedo i più alti titoli riconosciuti dalla Legge.

Ah, dimenticavo!

Se gli Ordini professionali intendono redarguirmi, tengano conto, che la mia iscrizione è per loro motivo di vanto, diversamente da quanto hanno pensato per altri Colleghi che mi hanno preceduto in espressioni simili alle mie.

Attenzione!

I tempi cono cambiati, e gli Ordini dei Medici sono nel mirino di una osservazione autorevole, colta, intrinsecamente abilitata, e pronta ad intervenire, ormai anche senza che gli Ordini muovano la loro azione insulsa di molestia.

Facciamo così.

Noi siamo pronti a perdonare, ma Voi, personaggi che prestano la propria opera all’interno degli Ordini, avete il dovere di recuperare la vostra autenticità, per la quale vi paghiamo, e tenervi ben saldi  alla vera scienza, senza farvi condizionare e farvi condurre in attività contorte, ed evidenti, per le quali risponderete davanti alla Legge.

Dico sul serio!

Chi mi conosce, lo sa già!

Quindi, adesso, sono i Medici, quelli coerenti, sani e colti, che vi stanno osservando.

I Medici sono una marea. Voi altri siete la minor parte. Teniatene conto.

Siamo forniti di Legali di Categoria, di sostegni rappresentativi, di un consenso che non sottovaluterei.

Mi dispiace, ma i tempi sono cambiati.

Questa storia del covid-19, in cui, ancora una volta, cari ordinisti, non vi siete comportati secondo codice deontologico, ha precipitato gli eventi, per i quali non mi sogno nemmeno di moderarmi in quello che dico.

Anzi, potremmo attaccarvi prima noi, dato che siete già in flagranza di reato!

Saluti

1 COMMENTO

  1. Grazie Dottore.
    Pesantissima quanto sacrosanta la Sua posizione riguardo gli Ordini professionali, ma anche la dichiarazione che vi siano tantissimi Medici degni di questo nome mi ha ridato speranza.

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