La Salute è un bene interconnesso

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La salute è un bene interconnesso

Voglio parlarvi della salute, a modo mio, un poco fuori dalle righe abituali.

La salute è un fenomeno poliedrico, intricato e complesso.

Significa che i piani di tempo e di spazio si intersecano e conducono a fusioni, apparentemente piatte, ma effettivamente tridimensionali e molto stratificate.

La salute è un bene interconnesso.

Significa che essa è la risultante di molti fattori, e che è ben lontana dalla Sanità istituzionale, con tutte le sue pecche e le sue manipolazioni speculative.

La speculazione è frutto di una visione ristretta, che avalla le necessità di pochi, per strumentalizzare la condizione comune e continua dell’umanità, avvalendosene solo per finalità di soddisfazione limitata, in tutti i sensi.

La speculazione (da speculum, in latino, specchio) è il frutto di una visione individuale, rispecchiata e autoreferenziale.

L’essere umano “diviene”, sia nelle epoche che nella vita individuale, attraverso le sue possibilità costruttive e distruttive.

L’ego proietta al di fuori di sé una gigantesca caverna in cui tutto è giustificato dal Polifemo, che trae forza dalla sua visione monoculare.

Il criterio di pochi ricchi viziati finisce per condizionare il destino dell’intera umanità, ma tale situazione si discosta dal livello evolutivo raggiunto dal genere umano attraverso i Tempi.

L’uomo non è ciò che alcuni esseri umani sono.

L’uomo è molto di più e anche molto di meno.

Penso che il bene e il male, oltre la visione manichea, netta e contrapposta in una rigida dualità, siano paragonabili a molte altre dualità, ma che il senso della divisione sia fondamentalmente basato su ciò che genera facilità e ciò che genera difficoltà.

La facilità è per tutti, la difficoltà è a vantaggio di pochi.

Mi spiego meglio.

Se io produco una sostanza, che viene impiegata per correggere un disturbo, istintivamente tendo a pubblicizzarne l’efficacia.

L’efficacia d’azione non è sinonimo di indispensabilità, ma soltanto significa che, nei casi indicati, la sostanza funziona.

Il mutamento delle condizioni di vita che porterebbe alla scomparsa dei disturbi per i quali la sostanza è indicata è un fattore contrario all’interesse del produttore.

Il produttore ha bisogno che vi siano problemi, per poter vendere il suo prodotto, ma ciò conduce inesorabilmente ad una visione ristretta, che ipertrofizza l’utilità del prodotto e sminuisce i meccanismi di miglioramento della qualità della vita globale.

Quindi, sarebbe facile garantire una vita migliore a tutti, ma la si mantiene difficile, tanto da mantenere il vantaggio di pochi.

Data la valenza finanziaria di ogni attività umana nel contesto sociale organizzato, le sabbie mobili della speculazione sono sempre pronte a deformare ed ingoiare il buon senso, che resta imprigionato da abitudini consolidate, difficilissime da scardinare, anche di fronte a nuovi costrutti, che chiaramente ne invalidano il senso.

L’economia finanziaria è una falsa economia, perché tradisce il senso reale dell’economia, la gestione della famiglia.

La famiglia globale non è nell’immaginario delle persone comuni, che oltre alla propria famiglia non sanno andare.

Domina il familismo amorale (Banfield), cioè la restrizione dei valori obiettivi, per favorire, anche ingiustamente, l’interesse delle persone vicine a sé.

Quando questo fenomeno è radicato, come lo è nella nostra società,  le ripercussioni globali nella capillarità del fluire del vivere sono talmente gravi e diffuse, che proprio la famiglia individuale è la prima a pagarne il pesante prezzo.

L’interesse dell’intera comunità è la migliore garanzia di congruenza a disposizione per chiunque.

Invece, si ritiene, abitualmente, il contrario.

L’interesse privato è intrinsecamente fallimentare, nel momento in cui abbiamo chiarito i concetti precedenti.

La privatizzazione “monoculizza”  la visione, la rende miope, isterilisce il senso del profitto, sabota il germe della vita, che è simbiosi armonica e duratura.

La salute, che è frutto di corrispondenza logica e multivalente, resta compromessa, nello spazio e nel tempo, dalle dinamiche ristrette dell’interesse privato.

L’interesse privato è una delle sviste più gravi dell’umanità, in quanto mina le sicurezze di fondo, indispensabili per occupare proficuamente l’intelletto delle persone.

E’ per questo motivo che, nelle famiglie molto ricche, di quella ricchezza frutto di disarmonia sociale, sono la regola disgrazie e vere e proprie croci, che attanagliano le colonne portanti di certi alberi genealogici.

Non godo nel raccontarlo, ma ne sono testimone.

E’ come se la legge del karma voglia ricordare il non senso del senso di onnipotenza.

L’onnipotenza non è un concetto attribuibile all’uomo, ma soltanto al senso di Dio.

Il ben noto “timor di Dio”, che corrisponda o meno ad una interpretazione letterale, esprime quel senso della misura che, animando tutti gli individui, porterebbe ad un livello di dolore, individuale e collettivo, molto più contenuto.

Alla base di molte disfunzioni sociali, vi è la megalomania di poche persone, che costringono le ottiche globali alle proprie inclinazioni perverse.

Infatti, è perversione pretendere di dominare i destini dei mercati mondiali, come lo è l’impedire che emergano nuove realtà dal background dalla collettività.

L’economia finanziaria mondiale è basata sulla perversione e sulla distorsione psichiatrica della cognizione di umanità globale.

Si ritiene un diritto da parte di poche persone la facoltà di costringere tutti a regole che non reggono l’esame della futuribilità reale del destino del Mondo.

Una visione puerile, prepotente e malsana, si impadronisce delle leggi naturali della relazione fra esseri umani e conduce ad una cristallizzazione, lunga e penosa, di iter di schiavitù, oggi molto più perfezionata di quella di qualche tempo fa.

Per chi avesse gli strumenti atti allo scopo, la mia lettura dei fatti potrebbe essere arricchita di tonalità esoteriche, antroposofiche ed escatologiche.

In questa veste, le mie righe, volutamente, si mantengono sul discorsivo facile e persino intuibile da tutti.

Se intendiamo per salute non soltanto l’assenza di malattia, siamo d’accordo sull’impossibilità di avere condizioni di salute globale in un mondo che versa nelle condizioni che sto descrivendo.

Vorrei citare la “cenestesi”, parola che esprime la percezione globale dell’essere, quindi quel senso secondo cui “le cose vanno bene”, ma aggiungerei, per tutti?, mentre oggi lo speculatore di turno dice che le cose “gli vanno bene”, mentre sta determinando lo sfacelo chissà per quanti suoi fratelli.

Persino i governi sono attestati su livelli di cinismo tale, da consentire e promuovere il suicidio di moltissime persone per motivi di denaro, cioè per il nulla, di fronte alla grandezza della vita e all’inviolabilità della dignità di ogni persona.

In questo momento, la mia mente va a quelle forze di Polizia addestrate per sopraffare fisicamente i malcapitati vittime di sequestro dei beni!

Non è possibile parlare di vera salute, finché avremo al centro della vita il denaro.

E, per il momento, il denaro è al centro della vita sociale!

Nella vita di tutti i giorni, ma anche nella vita di molti degli ultimi secoli, il denaro ha conquistato la sua centralità, rendendo ridicolo tutto ciò che si riferisce al suo antipodo, la ricchezza della vita in sé.

Quando si parla di soldi, il discorso si fa serio!

Tutte le sfumature vengono cancellate, non si fanno “sconti”, e si applica il copione rigoroso di un conteggio che ha soltanto valenza psichiatrica, di tipo paranoico.

Posso dirlo, perché, nella mia vita, ho sempre fatto diversamente, e ne sono profondamente certo e soddisfatto.

Se qualche errore ho commesso in tal senso, è stato dovuto al disincastramento progressivo da certi insegnamenti, che la scuola della vita voleva che io incorporassi “alla grande”.

La libertà di un uomo si misura dalla sua facoltà di cambiamento, anche ritenuto impossibile da molti.

La scienza delle Banche è una scienza arida e molesta per lo sviluppo emozionale e psichico delle persone.

Pertanto si tratta di uno dei motivi più fondati per spiegare il grave incrinamento della salute a disposizione di chi calca il Pianeta.

Chi viene al mondo, inciampa immediatamente in ostacoli fittizi, irreali, di natura finanziaria, come il concetto di attribuzione del debito pubblico a chi viene iscritto all’anagrafe, ostacoli che annichiliscono la spontaneità del vivere e ne mìnano irrimediabilmente la possibilità di trasferimento al contratto sociale.

La produttività del nucleo sociale è una finta produttività, tanto da basarsi sulle quantità di denari circolanti, anziché sulla qualità del vivere diffuso.

Una ennesima conseguenza della deformazione centrale, che globalizza l’abnormità del senso della vita, a spese della gioia di essere vivi.

Il sadismo è uno dei principali fronti di deriva, connessa alle deviazioni già accennate, baluardo dell’intoccabilità di mote regole istituzionali, che tradiscono il motivo per cui le Istituzioni stesse sono concepite all’interno dell’Ordinamento romano, primo nel mondo ad essersi posto il problema della difesa dell’individuo, tramite il riconoscimento del Diritto globale.

L’Italia, culla mondiale delle premesse inconfutabili della civiltà, è divenuta la fornace ad alta temperatura ove si fondono i valori e si deturpano le qualità dell’eccellenza.

L’abominio della condizione attuale è l’altare delle influenze maligne sulla vita.

La coscienza critica dell’Uomo barcolla, al cospetto della sua storia evolutiva e delle capacità storiche conseguite di aver saputo vivere il Rinascimento.

L’assurda centralità del denaro ha generato il problema dei costi, che irretisce l’eccellenza e deturpa le occasioni di ogni qualità.

Si perde la qualità del reale, per il delirio della sopraffazione speculativa.

Si rinuncia al bello, per salvaguardare l’incubo della costrizione fittizia di una ricchezza inesistente.

Se la qualità è vietata, sopraffatta dalla logica malata della riduzione dei costi, non è possibile coltivare logiche costruttive in relazione allo sviluppo dell’esistenza.

Esistere significa venire fuori dal proprio nucleo potenziale espressivo, ma ciò è reso impossibile dai meccanismi parassitari, che sono la regola della vita centrata sull’abolizione del senso della centralità della vita stessa.

La vita è divenuta una rappresentazione periferica di un globo isterico, che attanaglia   la libera espressione dell’essere.

I temi dell’esistenza non sono ispirati al mistero, che viene, anzi, facilmente dileggiato, come se fosse un concetto da evitare, per non fare “brutta figura”, in certi ambienti materialistici, che incangreniscono quell’atmosfera particolarissima, che aleggia, per natura, nel cuore dell’uomo, e che ne è una specie di profonda ispirazione al “bene”.

Come il pragmatismo sta alla concretezza, il materialismo sta alla chimica.

La chimica, che ha concesso molto benessere, giunta alla sua gigantomania, ha da tempo imbroccato sentieri superflui, e dannosi, tali da snaturare i limiti che una vita armoniosa richiederebbe.

Così, tutto si giustifica, anche l’avvelenamento lento e progressivo dei terreni, delle acque, dell’aria del tessuto biologico vivente globale.

Una chimica che “stregoneggia”, vantando risultati, che sono pura maldestrezza, ammantata di scienza, e coperta, ovviamente, da lauti compensi in denaro, di una miopia senza pari.

Molti dei presunti risultati conseguiti dal “fare chimico” sono, effettivamente, dei veri e propri baratri, che si aprono all’orizzonte della vita, regolata da Leggi universali che si autolìmitano, diversamente dalla chimica onnipotente.

La Fisica, con la sistematizzazione di aspetti, che sfiorerebbero altrimenti l’astratto, è in grado di contenere lo strapotere di una chimica impazzita, ma richiede una declinazione di nuovi paradigmi, atti a rinverdire le logiche dell’azione a distanza e della risonanza universale.

La chimica ha mistificato un tipo di azione, che corrisponde al resto del grande travisamento di vocazione dell’Uomo sulla Terra, una grave svista che ha ipertrofizzato il “martello” e rimpicciolito le “pinze”.

E così siamo finiti in un ambiente talmente inquinato, da poterlo distinguere con difficoltà dagli aspetti peggiori  e più inconsueti, che con l’ambiente non avrebbero nulla a che fare.

Per questo motivo, abbiamo moltissimi lavori insàlubri, che offendono ogni buon senso.

I terreni agricoli hanno perso la valenza di utero per il concepimento di cibi sani.

I pascoli sono un ricettacolo di trappole biochimiche ed energetiche per tutti gli animali, che concentrano, dentro di sé, una improponibile quantità di sostanze, che mai dovrebbero raggiungere la tavola.

L’obbedienza alle logiche finanziarie ha creato la schiavitù dei popoli, che sono imprigionati all’interno delle loro parti più nascoste e raccapriccianti, più improponibili e violente, il ricettacolo dei rifiuti peggiori della coscienza consapevole.

Per questo motivo, ad esempio, il mercato a chilometro zero è sistematicamente sabotato dalla logica del supermercato, che porta vari tipi di povertà, quella della scarsa qualità dei prodotti, quella della pochezza delle regole ed anche la povertà dell’indotto produttivo locale, che assiste e si ammala, ai piedi dei giganti delle multinazionali, che propongono il consumo di insalate provenute in aereo da zone anonime, rispetto a quelle strepitose del coltivatore locale.

Così accade per quasi tutti i prodotti, assieme alle atmosfere culturali, spesso antiche e nobilissime, travolte, ancora una volta, dalla paranoia della centralizzazione dei mercati, cioè dei flussi di denaro!

Ma il materialismo non ha colpito solo gli aspetti più andanti e grossolani.

Esso si è insinuato anche negli aspetti più fini, nella scienza, nella cultura, nelle religioni, in ogni ambito che per definizione richiede delicatezza, cautela e discernimento speciali.

Così accade che le diagnosi mediche siano povere e amputate della completezza funzionale e animica, che loro compete.

Così si tradiscono le dinamiche biologiche.

Così si svilisce il sapere, quello eterno, che non fluttua con le ondate così dette scientifiche.

Così si accede al riduzionismo scientifico, che serve a frammentare l’unità.

Sapete ancora una volta perché?

Semplice. Per consentire alle logiche finanziarie speculative di esercitare un controllo e poter mantenere degli assi di produzione e vendita di una serie enorme di prodotti inutili, dannosi, fuorvianti.

Si rovina l’intuito diagnostico, quello vero, che ti fa capire di fronte a quale persona sei, e così ti si fa fare solo la diagnosi di malattia, rendendoti sempre più ignaro che sei un Medico.

Si trascurano i nessi dell’interezza dell’esistenza e della salute.

Fascinosi itinerari di carriera e di profitto creano modelli larvati di asservimento dei professionisti, che smettono di essere professionisti del sapere e diventano sempre di più manovali del business in Sanità.

I saperi alternativi, espressione di supremazia culturale e scientifica, divengono un problema, che rischia di danneggiare gli operatori sanitari, quando lavorano, come i pazienti, quando sono costretti a rischiare vuoti diagnostico-terapeutici, per paura di finire in reparti ospedalieri che porrebbero in grave difficoltà la loro libertà di scelta terapeutica.

Le conoscenze scientifiche che si discostano dall’ortodossia sono rallentate, prese in giro, bersagliate e rese inutili.

Tutto ciò perché gli indotti della farmindustria non hanno la prontezza di rivedere i loro protocolli, perché costerebbe troppo. Già. I costi!

Ma c’è di più.

Terapie più sane e intelligenti renderebbero le persone più sane ed evolute, ma ciò collide con le logiche consumistiche del mercato sanitario, che vorrebbe vendere prodotti anche ai soggetti sani.

La Medicina Omeopatica, fiore all’occhiello del pensiero medico alternativo è al centro di attacchi furibondi, ma, grazie a Dio, davvero ridicoli e disattivabili, ma ugualmente molto molesti.

I misfatti della salute abitano dentro la Sanità.

I princìpi dell’Omeopatia sono alla base delle regole biologiche fondamentali, pertanto applicabili a qualunque ambito della vita.

L’agricoltura biodinamica produce risultati altrettanto apprezzabili, ma anche in questo caso eccitano i sabotaggi dell’uditorio che si presta alle frequenze più gravi  dell’intelletto umano.

Le regole biodinamiche sono l’unico futuro possibile per la nostra agricoltura, ormai simile ad una calamità naturale di ordine biblico.

La decadenza che stiamo attraversando ha accelerato i processi reattivi, e siamo alle porte di un nuovo Rinascimento, che una quantità crescente di individui alberga già nel proprio cuore e nelle proprie azioni. E’ meraviglioso!

La mia prognosi del terzo millennio è fausta, anche se ancora gemiamo.

Non è possibile che la bellezza della Terra si perda nella follia.

Esiste un Mondo nel mondo, che conserva il mondo del Mondo, un germe di rinascita invulnerabile.

La dichiarazione dei buoni propositi è la strada del cambiamento evolutivo verso un’epoca più sensibile alla Fisica e meno propensa alla Chimica.

E’ richiesta ai più evoluti tanta Compassione e tanta Misericordia, per consentire ai meno fortunati, che hanno determinato molti danni, di ravvedersi, e tramutare alchemicamente la loro energia in linfa per un Futuro sostenibile e prospero, per tutti.

Salvatore Rainò, Custode della Vita

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