Il Virus ballerino, col naso troppo lungo

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Il Virus ballerino, col naso troppo lungo

 

Dedico queste semplici righe alla grandezza, alla perseveranza, alla pura ingenuità di Domenico Biscardi, eroe  instancabile del terzo millennio.

 

Siamo al 12 gennaio 2022.

Il ritmo incessante delle notizie e delle interpretazioni sulla pandemia ha raggiunto livelli senza precedenti.

Ai miei occhi, è sempre più evidente l’incapacità di tenere una visione globale e complessa della storia.

Noto che, quasi per dare soddisfazione a coloro che iniziano a indignarsi, si offre loro l’occasione di rivalersi, facendo pensare  che qualcuno al mondo ha lasciato scappare un virus da qualche laboratorio.

Su tale sfumatura, si scrivono libri, si tengono lunghissime interviste, che tinteggiano le scene con quello scalpore che sembrerebbe appagare i più desiderosi di verità.

Si inscena un torneo fra l’avidità di scoop e l’abilità di fornirli.

Insomma, una nuova fiera, un nuovo stile per tenere impegnate le persone e continuare a parlare solo di ciò di cui qualcuno vuole che si parli.

Secondo me, non basta l’indignazione, non basta la soddisfazione, per aver sentito che qualcuno ci rivela la verità.

E’ una questione di quoziente intellettivo.

Secondo l’esperienza comune, è possibile occuparsi di un pezzo alla volta di un discorso difficile, ma, personalmente, preferisco sempre fare una panoramica iniziale che mi dìa  una visione di insieme.

Per quanto riguarda le vicende “virali”, trovo ridicolo e terrificante che nessuno approfondisca l’importanza di numerosi giorni di medicine assunte maldestramente a casa, prima che si sfoci nel quadro grave del Covid.

Eppure, come ho spiegato, ufficialmente, riportandomi alla lettura scientifica degli accadimenti, la caterva di antinfiammatori assunti in questi casi è capace da sola di spiegare come mai sia possibile aggravarsi e cadere poi nella trappola delle terapie intensive mortali.

Il discorso che sto facendo non può essere lungo, a causa della evidente incapacità intellettiva sempre più manifesta.

Però, il discorso non può essere nemmeno troppo breve, perché non renderebbe ragione alla intrinseca complessità che il discorso stesso merita.

Allora, espongo la serie di assi nella manica, per tenere la rotta del ragionamento.

1)     Il Coronavirus è sempre esistito, applicando le sue continue mutazioni, ragion per cui non vi è bisogno di tirare in ballo laboratori e strani animaletti

2)      L’interpretazione di ciò che ancora si chiama virus ha ormai superato ampiamente le vecchie teorie della sola infettività, motivo per cui centralizzare il discorso sul contagio è fuori luogo

3)     Piuttosto, vi è da chiedersi che fina abbiano fatto le numerose altre cause di malattia di ogni genere, dato che non se ne parla più,  come se il mondo ruotasse soltanto ormai attorno ad un virus, di cui, stranamente si prevedono e si annunciano le mosse, come se stessimo giocando in borsa

4)      E’ singolare che non si siano scelti altri mezzi infettivologici, che avrebbero una reale pericolosità, tale da riuscire ad allarmare anche persone che non temono un virus

5)      E’ anche singolare che vi siano infinite quantità di informazioni di tipo speculativo finanziario, che spiegano da molti anni perché sarebbe stato necessario giungere al punto attuale, guarda caso, con i mezzi che realmente si stanno impiegando

6)      E’ curioso notare che, guarda caso, all’esame della logica, non si riesce a spiegare nemmeno una delle manovre adottate per contenere la pandemia

7)      Vi sono dei Totem, quale il riferimento ai morti per Covid, che alimentano solo automatismi talmente di basso livello, da fornire la sensazione di avere a che fare con decerebrati

8)      E come fa un prestigiatore abilissimo, si rivoltano le carte, in vario modo, attraendo l’attenzione su angoli della totalità che servono solo a distrarre l’osservatore, privandolo degli strumenti cognitivi atti a comprendere l’inganno

9)      E’ inconfutabile, anche se ne parlano poco quanto niente, che coloro i quali non assumono antinfiammatori, e non cadono nella trappola percettiva propagandata, non si ammalano per nessun motivo di “qualcosa” che potrebbe far pensare a quella bestia chiamata Covid

10)   Infine, la prova schiacciante che smaschera la natura reale dell’esperimento sociale mondiale è la natura fraudolenta dei concetti, dei contenuti e delle procedure fondate su ciò che si persiste nel voler chiamare vaccino

11)    L’atmosfera globale è la stessa di quella della Favola di Pinocchio, con le stesse  tonalità percettive, rappresentate dai personaggi senza tempo della grande storia di Carlo Collodi, scritta nel 1800, cioè ben due secoli prima del grande teatro Covid.

1 COMMENTO

  1. Sicuramente un’analisi, i managers blasonati direbbero del tipo “top down” -come se ci fossero modi diversi di fare una buona analisi- la quale esita nell’osservazione finale della favola di Pinocchio. Quella favola era però un’allegoria trionfale del percorso massonico di rinascita. Questa favola del coronavirus come agente della covid-19 non porta a nessuna rinascita, se mai a una selezione artificiale. Sarebbe davvero importante capire a quale mondo si vuole giungere dopo aver tolto della zavorra alla società attuale: chi pensa che il Mondialismo e un nuovo ordine sia la Finalità a cui la psicopandemia sostiene il ruolo di utile strumento, si sbaglia di grosso. Vedremo gli attori di questo malsano gioco sacrificati sull’altare del rinnovamento, loro che hanno creduto a chi li ha formati, facendoli illudere di essere elitari salvatori del mondo, privilegiati destinatari di un pianeta rifiorito che avranno solertemente collaborato a ricreare, proprio loro saranno quelli che non lo vedranno, né lo potranno godere. La posta in gioco è diversa e ben più alta ma pochi sono quelli che la comprendono.

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