Acqua: obblighi e discrezioni

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Acqua: obblighi e discrezioni 

Che cosa è fondamentale tenere presente dell’acqua e che cosa è discrezionale?

Stanotte, in Laboratorio, riflettevo sul significato di alcune parole: studioso, scienziato, ricercatore, cercatore, inventore.

Provo a darne una rapida definizione:

studioso= persona impegnata nel perlustramento di uno o più ambiti di suo specifico interesse

scienziato= prestigiosa autorità del sapere, per lo meno riconosciuta per la costanza del suo impegno e per il rigore metodologico utilizzato

ricercatore= operatore impegnato nel rimaneggiare situazioni, concetti e studi, al fine di definire una banca dati valida per alimentare il lavoro di altri ricercatori

cercatore= individuo in cerca, nel senso che il suo intelletto è molto propenso all’individuazione di nuovi obiettivi, che nemmeno lui può prevedere

inventore= è una miscellanea di propensioni, che possono comprendere tutte le precedenti, volgendo alla realizzazione concreta  di sistemi per migliorare la qualità della vita e generare nuovi modelli di approccio alla realtà e allo studio di essa

Aleggia inesorabilmente, sugli ambiti indicati, la dimensione della serendipità, anima centrale di qualunque forma di problematicità intelligente di fronte alla scontatezza della vita automatica quotidiana.

La serendipità è il trovare qualcosa mentre se ne cerca un’altra.

E’ lo spirito del viaggio, all’interno del quale si incontrano i motivi per poter mettere in discussione il viaggio stesso.

E’ la méta, riscoperta oltre l’auspicato, è la fortuna della ricerca senza pregiudizi.

I metodi impiegati per condurre le ricerche sono moltissimi, migrano dall’approccio digital-numerico a quello analogico-formale, dalla conferma della ripetitività alla valorizzazione dell’anomalia.

Una cosa è certa, che nessuno può immaginare sino in fondo la realtà che si sta cercando di individuare, altrimenti rimarrebbe vana la ricerca, ma soprattutto la propensione a cercare.

Ho voluto usare queste considerazioni per introdurre il lavoro dedicato agli argomenti sull’acqua.

Da una rassegna estesa e di molti anni, rilevo una impressionante eterogeneità delle pagine dedicate all’acqua.

Gli aspetti posti in luce sono talmente tanti, e ugualmente i mezzi impiegati, da determinare ottiche che facilmente si contrappongono, sino a scontri anche violenti.

Fortunatamente, è evidente che gli argomenti sono talmente tanti che meraviglierebbe avere una ristretta uniformità di vedute.

E’ strano, ma la scienza dimostra una certa timidezza a farsi vedere  familiare con le discipline umanistiche, anche se la scienza nasce da non altro che l’uomo.

L’acqua è oggetto degli studi di Chimica, ma anche della Fisica, della Filosofia, delle Religioni, delle scienze più disparate.

Non vi è ambito che non nutra un fortissimo interesse per l’acqua, ma ciò giustifica anche la poliedricità di mezzi impiegati per occuparsene e per parlarne.

Vorrei solo porre in luce alcuni argomenti originali, per non aggiungermi al novero delle differenze, ma soltanto per contribuire ad amalgamare utilmente gli approcci esistenti, sebbene anche molto lontani fra di essi.

La chimica è insufficiente a definire la natura dell’acqua e i suoi funzionamenti in varie condizioni.

Alcuni trattamenti sono molto noti, come la filtrazione, l’addolcimento,  la disinfezione, la demineralizzazione, che si intersecano fra di loro, prendendo forma in procedimenti come l’osmosi inversa, la filtrazione al carbonio, il passaggio a contatto con l’Argento e tanti altri sistemi.

La potabilità è un concetto molto relativo, che è stato normato dalle Leggi, ma che è ben distante dalla complessità delle varie acque possibili sul Pianeta nelle varie circostanze, che pur restano potabili, anche nella loro peculiarità.

La fortuna dell’acqua può essere proprio un particolare assortimento in elementi chimici, composti, metalli  che conferiscono proprietà anche uniche ad un’acqua rispetto al panorama globale delle possibilità.

Vi è la predominanza dell’indicazione di eliminare i metalli non assimilabili, che si contrappongono a quelli organicati, colloidali, preziosamente rappresentati nelle note acque degli Hunza, popolazione molto longeva,  e notoriamente diversissima dai parametri delle normali popolazioni mondiali.

Ma l’acqua, in natura, conserva l’eredità dei luoghi che attraversa e dai quali attinge le sue caratteristiche.

Il concetto di contaminazione importante è relativo alla presenza di microrganismi, protozoi, parassiti, che possono generare varie situazioni patologiche, mentre la potabilità in relazione alla presenza di soluti o colloidi è abbastanza flessibile, a patto che non vi siano sostanze tossiche e prodotti di degradazione sia di germi che di animali, come anche derivanti da deiezioni fecali.

Vi è un particolare aspetto, legato all’inquinamento ambientale.

La salubrità dell’acqua, la sua potabilità, le sue caratteristiche peculiari, che la rendono insostituibile per mantenersi in salute, in tutti i sensi, sono un tesoro sempre più depauperato dagli errori di antropizzazione,  irresponsabile e spesso scellerata.

La presenza dei segni della mala gestione del Pianeta si rivela con la tracciabilità di sostanze chimiche, anche all’interno dell’acqua che rientra nel range di potabilità, sino alla presenza di diserbanti, antiparassitari, contaminazioni dovute alle sostanze, anche plastiche, di cui sono composti contenitori e tubi che veicolano l’acqua.

Tali sostanze non sono sempre identificabili, anche con le comuni analisi per accertare la potabilità generica di un’acqua, ma richiedono indagini di qualità molto spinta, che sono ottenibili soltanto con metodiche speciali, all’interno di Laboratori specializzati, come quelli utilizzati, ad esempio,  da Poseidaqua per la certificazione dell’Acquascissore.

Trattasi di indagini comprendenti alcune centinaia di dosaggi, che non sarebbero ipotizzabili nelle indagini di screening di normale utilizzo, a causa dei tempi e dei costi elevati che esse richiedono.

L’acqua dell’acquedotto è piena di impurità e, dopo aver percorso tubi rettilinei e materiali innaturali per tanti chilometri, perde la propria vitalità. Lo stesso per l’imbottigliamento delle acque minerali. L’acqua imbottigliata non risponde più alle caratteristiche alla fonte e diventa esausta e con tutti i segni chimico-fisici dell’imbottigliamento.

Finora, si è tentato di intervenire sulla qualità dell’acqua di rubinetto con filtri di vario tipo, principalmente con lo scopo di migliorarne il gusto e di eliminare o diminuire calcare ed altre componenti incrostanti e nocive, nonché i batteri.

Le situazioni che si possono creare, all’interno dell’acqua, sono tra le più disparate.

Ad esempio, nel campione in ingresso dell’acqua potabile sottoposta a studio dai nostri Laboratori di Certificazione era presente un pesticida (Biphenyl) in tracce (0.06 ppb), che non è stato rilevato nel campione prelevato all’uscita dell’apparecchiatura.

Un dato del genere, ottenuto tramite l’acquascissore brevettato dal Dr. Rainò, per quanto ancora di natura chimica, cioè quantitativa, la dice lunga sulla possibilità di disattivazione possibile delle tracce contaminanti, per via fisica, che possono minare l’acqua nella sua salubrità.

Moltissime strutture molecolari, per come sono costituite, risentono enormemente dell’azione destabilizzante di campi magnetici complessi, che operano una distrazione e una lussazione delle molecole stesse, determinandone anche la loro scomparsa.

Lo stesso accade per il cloro, che è una molecola gassosa, abbastanza instabile.

La filtrazione comune non è sufficiente a liberare l’acqua del suo carico dannoso. Il filtro costringe per molti mesi l’acqua ad attraversare un cumulo crescente di “situazioni negative” che si stratifica al suo interno.

I filtri hanno una scadenza e vanno sostituiti periodicamente, ma ciò non impedisce ad essi di accumulare una serie di fattori, chimici e microbiologici, tali da costringere l’acqua ad attraversare sostanze, microorganismi ed energie negative che non pongono l’acqua nelle migliori condizioni di essere. Ecco perché, anche nei migliori depuratori, accade facilmente che con il tempo si possa avvertire un cattivo odore nell’acqua da essi trattata.

Il concetto di filtrazione, pur essendo necessario, in alcune situazioni, a volte, più che in altre, crea un fenomeno ciclico di efficacia compromessa del processo, che passa da una esagerata azione filtrante iniziale, attraverso un periodo di prospicienza incongrua tra il filtrato e il filtrabile, sino ad un periodo, difficilmente calcolabile, di plausibile dannosità dell’elemento filtrante.

Alla luce dei numerosissimi studi sulle altre nature dell’acqua, le posizioni scientifiche troppo centrate sulla chimica dell’acqua risultano obsolete, incapaci di supportare la spiegazione di molti fenomeni e decisamente incongrue alla reale complessità dell’acqua.

A solo titolo esemplificativo, come fonte di studi approfonditi, si citano due raccolte di Studi molto avanzati, per comprendere le logiche che rendono rivoluzionaria l’invenzione dell’ACQUASCISSORE e la sua interazione con i sistemi viventi.

https://www.crcpress.com/Bioelectromagnetic-and-Subtle-Energy-Medicine-Second-Edition/Rosch/p/book/9781482233193

https://books.google.it/books?id=MBRkzwHQA5MC&pg=PA124&lpg=PA124&dq=laser+raman+e+memoria+dell%27acqua&source=bl&ots=6cIxconbiW&sig=_KmZtr3HYP0_jOFwv0wIichuE-4&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjntqK5usTUAhVFPRQKHQijAcoQ6AEIbTAJ#v=onepage&q=laser%20raman%20e%20memoria%20dell’acqua&f=false

L’acquascissore, grazie alla sua inimitabile dinamica d’azione sull’acqua, determina:

  • labilizzazione del legame fra acqua a soluti
  • perdita della polarità dei domini di coerenza oscillanti
  • immediata riduzione delle dimensione clusteriche
  • rimaneggiamento dell’assetto di memoria dell’acqua
  • possibilità di ripristinare le oscillazioni armoniche che, grazie all’acqua, consentono il normale funzionamento degli organismi

Alla luce dei numerosissimi studi che attribuiscono importanza alle informazioni condotte dall’acqua, non è più possibile parlare ancora soltanto di purezza chimica e microbiologica dell’acqua.

Infatti, l’acqua non ha soltanto caratteristiche chimiche, ma, tra le sue  caratteristiche, anche di tipo fisico, ha ulteriori specifiche caratteristiche, di tipo prettamente informazionale.

La prova si è avuta già in passato, quando ancora si usavano tubazioni di piombo. Il piombo non si scioglie nell’acqua, ma le sue emanazioni energetiche venivano captate e trasportate “a valle” dalle tubazioni; questo comportava il fenomeno del “saturnismo”, ossia la comparsa dei segni clinici di intossicazione da piombo delle persone.

Il Saturnismo è anche un problema correlato all’inquinamento ambientale da Piombo, che ingloba come anelli intermedi della trasmissione del problema, molte specie viventi, ben al di là della presenza tracciabile del Piombo stesso nei materiali di esame.

Insomma, per approcciarsi correttamente alle nuove problematiche emergenti sull’inquinamento informazionale delle acque, bisogna uscire dal Laboratorio di Chimica e bisogna entrare in quello di Fisica, di Elettronica e di Informatica, specialmente la Bioinformatica, e bisogna essere muniti di una metodica di indagine  Raman Laser.

Questi linguaggi, assieme alla banca dati conoscitiva che li genera, sono il futuro delle logiche di trattamento delle acque, in molti settori, ma specialmente in quello della potabilità delle acque, che smette di essere un concetto meramente materialistico  e di sola competenza chimica e microbiologica.

Le sensazioni  e l’energia che si genera, quando  beviamo dell’acqua, sono parametri completissimi, che non possono essere misurati, spezzettando la persona e l’acqua stessa.

Occorre riunire ogni strumento di valutazione in una dimensione totale che vede ogni parametro immerso in una percezione globale e che coinvolge la persona nella sua interezza.

A tal proposito, sono fondamentali i modelli di studio biologico, che riescono a includere molti più parametri, che riguardano la complessità e la totalità del network della vita e rendono ragione dei risultati effettivi sul benessere.

Se dovessimo fare un esempio, è come dire che in alcune acque, chimicamente pure, si sviluppa una disgustosa sensazione organolettica, talvolta la definirei sciatta, che può esser colta soltanto dalla complessisima miriade di integrazioni psico-neuro-endocrino-immunologiche dell’individuo, che resta il sensore più autorevole per esprimere un giudizio di qualità, dopo aver assaggiato e usato l’acqua nel suo quotidiano.

Introduciamo il concetto di cenestesi, che è la Forma di autocoscienza che ci permette di percepire il nostro corpo, mediante il complesso delle sensazioni trasmesse dagli organi interni.

In medicina, è la normale sensazione di benessere dell’organismo, che viene avvertita dalla coscienza soltanto quando subisce una variazione.

La cenestesi dell’utilizzatore dell’acqua è lo strumento più integrato  a disposizione, come lo è il naso dei tecnici che decidono se la fragranza di un profumo è idonea oppure no.

Quando si parla di informazioni, le assonanze concettuali con il mondo dell’elettronica sono moltissime.

La gran parte dei fenomeni elettronici è desumibile da ragionamenti che non sono visibili, pur generando effetti straordinari, ma sono alla base del funzionamento della tecnologia più avanzata.

Negli ambiti dell’acqua, le misurazioni più importanti riguardano la vita, che è una dimensione difficile da misurare con i comuni mezzi dell’agire scientifico riduzionistico e frammentato.

Ci vorrebbero laboratori che includono varie metodiche, invece che parcellizzarle in mille rivoli.

Se una pianta in cattive condizioni rivive con la sola irrigazione di acqua scissa, significa che l’acqua scissa apporta delle modificazioni favorevoli alla vita.

Se le condizioni generali di una persona migliorano, se si misura un’eliminazione di tossine dall’organismo, nelle urine e nel sudore, che non c’era prima dell’uso dell’acqua scissa, se spariscono ansie, malesseri di vario genere, bisogna ricordare che la vita funziona sempre nella sua interezza, prima di attribuire al così detto effetto placebo un miglioramento che, secondo il mio parere, nell’effetto placebo, non vede nemmeno un rischio di condizionamento privo di utilità.

Si accettano scommesse per testare qualunque parametro utile all’inquadramento scientifico del fenomeno.

Sono, invece, dannose le preclusioni a priori, per voler mantenere soltanto le dinamiche di studio e di misurazione alle quali siamo abituati.

Probabilmente, tutte le funzioni indispensabili vitali elencate non rappresentano la totalità, anzi, pare che la funzione più importante dell’acqua sia quella di fare da antenna e da trasmettitore di informazioni (secondo alcune ipotesi, persino da serbatoio di memorie e da pila che ricarica le nostre energie).

Quindi, l’acqua che beviamo non deve solo dissetarci e rinfrescarci, ma svolgere un grande numero di funzioni insostituibili (Gudrun Dalla Via,  2003).

Il Dr. Patrick Flanagan, studiando il popolo più longevo del Mondo, constatò che l’acqua degli Hunza possedeva elevato pH, notevole potere antiossidante (ORP negativo) ed elevato contenuto di minerali colloidali.

Dopo il 1950, le ricerche ripresero in Giappone, dove gli scienziati studiarono un modo per ricreare, attraverso l’elettrolisi, un’acqua con le stesse caratteristiche.

L’acqua scissa è tale da consentire all’organismo di funzionare al meglio e ridurre le occasioni di creare acidosi.

L’acqua scissa, grazie alle dimensioni ridotte delle geometrie molecolari, entra di più nelle strutture biologiche e ne esce facilmente, portando via tossine e veleni.

Il trattamento di acquascissione non promuove una demineralizzazione forzata, lasciando all’organismo una maggiore discrezione nell’utilizzo dei minerali pur presenti nell’acqua scissa.

Infatti, a livello intestinale, esistono numerosi meccanismi di regolazione per decidere quali elementi e in quale quantità essi debbano essere assorbiti.

L’importante è che l’acqua non si sia stabilizzata eccessivamente in una serie di impegni presi con vari soluti, in una condizione di bassa energia.

La Letteratura comprende moltissimi lavori, leggendo i quali, non si riesce ad ottenere un orientamento univoco, in relazione all’opportunità di demineralizzare l’acqua o meno. Più si legge e meno certezze si hanno: quindi capisco che non bisogna allontanarsi molto dal normale modello di acqua presente in natura.

Si evincerebbe che i minerali inorganici non sono assimilabili dall’organismo e pertanto lo danneggerebbero, accumulandosi nelle sue strutture.

Però, i Sali inorganici e metalli vari sono normalmente presenti nell’acqua e non sono necessariamente costretti a precipitare nell’organismo.

Vi sono delle perplessità.

Comunque, gli utilizzatori di acque dure, godono di ottima salute, e la durezza dell’acqua, contrariamente a quanto affermato, non ha alcun ruolo nell’etiopatogenesi della calcolosi urinaria.

L’acqua demineralizzata non è assolutamente il meglio, anche se non ha direttamente una azione negativa sulla salute umana, ma, essendo una sostanza di grande purezza, è avida di sali e può corrodere le pareti di un contenitore non adatto, arricchendosi magari di ioni non desiderati. Richiede perciò particolari attenzioni per il suo trasporto e la sua conservazione.  Per esempio, la alte temperature determinano problemi.

L’acqua distillata, ad esempio, è da considerare non potabile, perché priva di sali disciolti, lo stesso vale per l’acqua piovana o di fusione della neve”.

La demineralizzazione dell’acqua, tramite dispositivi come quello per l’osmosi inversa, assicura un’acqua oligominerale, ma, se questo processo è spinto, si genera un’acqua troppo pura, che comporta un maggiore scambio osmotico all’interno dell’organismo con depauperazione di elementi indispensabili per il corretto funzionamento dell’organismo, che è costretto a prelevarli dalle proprie riserve, cioè dalle ossa e dalle cellule.

Dunque, certamente, l’acqua troppo priva di sali ha come effetto l’eliminazione di sali dall’organismo, prima di tutto il sodio ed il potassio.

“L’acqua potabile è una soluzione di ioni (ione calcio, ione sodio, ione bicarbonato ecc.) in concentrazione ottimale.

Importante è considerare l’inquinamento delle acque con sostanze francamente tossiche, che possono d’altronde essere fisiologicamente presenti in acque non inquinate.

Minerali tossici sono: Mercurio, Arsenico, Piombo, Cadmio,  Antimonio, Tallio, Stagno, Uranio, Berillio, Cadmio. Essi non dovrebbero essere presenti nell’acqua, ma sono presenti in molte acque minerali, che non sono dannose, svolgendo anzi delle funzioni anche importanti per la salute.

Da una valutazione combinata di tali così differenti nozioni, anche contrapposte, si capisce che l’aspetto più fondamentale non resta la filtrazione, ma un trattamento, che innalzando il livello di energia dell’acqua e perturbando l’eventuale ordine prestabilito su di un assetto termodinamico acquisito, consente all’acqua una maggiore libertà dai soluti, agevolando fortemente il potere naturale dell’organismo di operare una discriminazione utile delle sostanze da condurre oltre l’intestino insieme all’acqua bevuta.

Un tale trattamento ha il grande vantaggio di cancellare ogni memoria, elettronicamente intesa, che l’acqua potrebbe avere con sé.

Inoltre, l’acqua sottoposta a osmosi inversa e elettrizzazione perde l’attitudine a formare cristalli armoniosi, il che disturba la capacità dell’acqua di risuonare con fattori eterici che conferiscono la vitalità.

La salute di un individuo dipende anche dall’oscillazione intorno alla quale si attesta l’attività cerebrale, che corrisponde a 7.83 Hertz, come quella naturale della Terra, la frequenza di  Schumann.

Allo stesso modo le oscillazioni naturali dell’acqua possono essere interrotte o sovrapposte da frequenze generate artificialmente. Inoltre, queste informazioni possono essere distrutte nel lungo viaggio attraverso i tubi. Se questo è il caso, l’acqua non può più svolgere il suo ruolo regolatore sul corpo umano, correttamente, essendo la frequenza tanto importante.

Il tipo di ionizzazione ottenibile con la destabilizzazione delle strutture molecolari tridimensionali, operata dall’Acquascissore, è cosa ben diversa da quella ottenuta con procedimenti di elettrizzazione comunemente usata, talché somiglia molto ai processi naturali cui l’acqua si presta in condizioni che sono lontane dall’intervento dell’uomo.

Molte sono le metodiche impiegate in Laboratorio, per porre in evidenza le differenze dell’acqua scissa, come pure i suoi vantaggi, rispetto all’acqua fornite dalla rete.

Cito, solo come esempio, gli esami sulla cristallografia eseguiti su goccia evaporata, che offrono immagini suggestive come quelle di Masaru Emoto; la misurazione delle variazioni di assorbanza a luce ultravioletta e vari tipi di raggi laser; la misurazione delle variazioni della finestra di lettura frequenziale con metodiche bioelettromagnetiche, che visionano i biofotoni, l’entropia ed altri fenomeni oscillatori; le metodiche di cimatica per studiare la correlazione fra modelli di acqua e attitudine vibrazionale morfogenetica;  modelli biologici numerosi per lo studio della reattività degli organismi in toto, dei semi, dei parametri di informazionalità per il trattamento di piante e coltivazioni; modelli di inibizione competitiva   per l’azione radiante delle sostanze, come l’esperimento per studiare le influenze dell’Arsenico; una serie articolata di esperienze empiriche per evidenziare l’importanza dell’acqua scissa nella vita di tutti i giorni  (come, ad esempio, per il semplice risparmio di energia grazie ad un’ebollizione più rapida dell’acqua).

Tutti gli utilizzatori hanno almeno un motivo per il quale si sono affezionati all’acquascissore, e molti di loro erano stati avvezzi all’uso dei depuratori, dalla cui esperienza provengono, e che  ritengono di aver superato.

Ecco perché il futuro del trattamento acque per la potabilità non può prescindere dall’inserimento dell’acquascissione all’interno dell’iter attualmente concordato per la maggiore, ma che non è più sufficiente, alla luce delle nuove acquisizioni.

Non vi sono dubbi sulla necessità di utilizzo del modello così detto di acquascissione,  per apportare convenienti modifiche all’acqua potabile, di gran lunga più importanti rispetto a quelle ottenibili con in normale stato dell’arte.

Probabilmente, l’acquascissore è utile, sia a monte dei meccanismi di filtrazione, per renderla più efficiente, comportando un minore impatto delle sue caratteristiche collaterali, sia a valle di tali meccanismi, per azzerare le influenze di segnale negative, legate al flusso dell’acqua trattata attraverso le superfici di filtrazione che sottostanno ai limiti dell’uso.

Fra le influenze da guardare con cautela, vi sarebbero anche quelle oligodinamiche, cioè omeopatiche, dovute all’interazione con l’Argento, che potrebbero riproporre quadri patogenetici (stimoli incongrui nelle persone) ben noti ai Medici omeopati, e che sarebbe meglio tenere lontani.

Infatti, l’Argento induce, con la sua azione infinitesimale, quadri di ansia particolari, con apprensione per il futuro e le occupazioni abituali.

Per completezza, bisogna citare un certo numero di dispositivi che apportano modifiche all’acqua, cui molti utilizzatori aderiscono con soddisfazione, ma si tratta di metodiche che pretendono di apportare del magnetismo, oppure delle influenze di vario genere, oppure vanterebbero di apportare una strutturazione all’acqua, derivante dalla tecnica adottata.

E’ utile ribadire che l’acquascissore si propone, come fine, il contrario di tali metodiche, che in qualche modo vorrebbero condizionare l’acqua, mentre l’importante è rimettere l’acqua in libertà, per renderla quanto più simile alla migliore forma di acqua in natura.

Oltre all’acquascissore, i sistemi del futuro per l’acqua, dovrebbero tener conto del mondo delle forme, completamente trascurato oggigiorno, che, invece, apporterebbe un salto di qualità al processo globale di armonizzazione dell’acqua da bere, e non solo.

In tal senso, offro la mia esperienza ormai più che ventennale, per dotare i dispositivi di ulteriori performance ottimizzanti.

Ma questo è un altro discorso, direi la quintessenza del rispetto delle caratteristiche ancestrali dell’acqua in Natura.

L’essere umano, nel realizzare  alcuni trattamenti all’interno delle sue macchine, dimentica completamente la Natura.

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