Health, Earth, Heart, Hearth (dedicato ad Aldo)

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Health, Earth, Heart, Hearth

Health: salute

Earth: Terra

Heart: cuore

Hearth: focolare

Quattro suoni somiglianti, stranamente, anche se in una lingua diversa dalla nostra, in Inglese, quattro possibilità combinatorie di lettere, ma anche di significati così intricati fra di loro. Salute, Terra, cuore, focolare.

La salute è una parola che vibra secondo le più varie ragioni di chi può averne bisogno di parlarne. Infatti se ne parla continuamente, ma in tutti i modi.

La salute persa, quella ripristinata, quella inseguita, quella oggetto di prevenzione. La salute, quella che è l’unica cosa davvero importante, quella dimensione che non può essere comprata con i soldi. Sono davvero infiniti i modi di dire che introducono una parola così importante all’interno di contesti davvero di ogni genere.

La salute è l’ombra della malattia, quando ormai non c’è più, il riflesso dell’attenzione, quando ancora è artefice delle nostre giornate serene, oblio della vita, in punto di morte.

La salute? Che cosa è la salute? Perché è giusto interrogarsi sul senso dei nostri comportamenti che possano tutelare la salute oppure farcela perdere?

Meno male che, in Inglese, basta una piccola lettera dell’alfabeto per slittare da un senso all’altro così simile e così diverso.

Camminare in un prato, con i pensieri che volano fra le farfalle, con i ricordi più belli della nostra vita, il senso della vita stessa e tante tante idee che danzano armoniosamente nella nostra mente. La salute non si annuncia mai con il suo nome, essa esiste semplicemente senza nemmeno sapere che si chiama così. Il mio Maestro di Patologia Generale, il Professor De Rinaldis diceva spesso che quando una persona si accorge di un organo, in quell’organo qualcosa non va.  Come quando abbiamo bisogno di parlare della nostra salute?

Una persona che sta bene non parla di salute, parla della vita, la sua, quella degli altri, la salute globale della vita stessa.

Esiste una sola possibilità per apprezzare la salute: perderla. Inseguirla per mille rivoli che promettono, come sirene tra gli scogli, di ridartela. La salute non torna mai accompagnata, ma sempre e soltanto da sola. Ospite indesiderata degli ospedali, si vergogna a farsi vedere fra i letti degli ammalati e primeggia nelle sfilate di fitness.

La salute va via, mentre saluta definitivamente il sogno di averne posseduta una. Quanta salute nella malattia, quanta malattia nella salute!

Non conosciamo i meccanismi della salute, ma solo quelli della malattia sono oggetto di studio e di riflessione attenta, nonché di teorie e proposte terapeutiche fra le più variegate. La salute ci guarda da lontano, nascosta ai bordi della foresta che si affaccia sull’assolata radura della realtà della malattia. L’essere corre inseguito dall’ombra della sua incoscienza, verso lo specchio in cui vorrebbe ancora guardarsi ancora giovane e bello…e sano.

Un sogno è la vita, un sogno la salute, il rimpianto di un momento della nostra evoluzione che abbiamo appena intuito quando lo stavamo superando per sempre.

Non è possibile commentare dall’interno nulla di troppo bello, perché non ce ne accorgiamo finché non ne siamo fuori.

Recita una pubblicità sui mutui bancari per acquistare la casa:“Che cosa è l’amore? L’amore è una casa”.   Io dico:”Il cuore della casa è salute del suo focolare”.

The heart of home is the health of his hearth. Piccole sfumature di pronuncia sono alla base della possibilità di comprendere la frase.

Come un embolo può dare infarto cardiaco, la mancanza di comunicazione nel mondo può dare dolore, malattia, guerra e solitudine. L’infarto del mondo sono tutte le mancate occasioni di fratellanza e comunione. Un mondo unico ed unito, un mondo che canta all’unisono col ritmo della vita attraverso i suoi paesaggi incantati al riverbero dell’alba dell’umanità.

Il mistero della vita sul pianeta è tutt’uno col mistero dell’amore infinito che consente anche all’uomo di poterne parlare.

Non esiste deserto più grande di quello che solo possiamo volere dentro di noi.

Mi è stato detto in questi giorni che, oggi, anche l’uomo più ricco, al prospetto di impegnarsi in un progetto importante per l’umanità, rifugge nell’investire in CCT poiché sono ritenuti più sicuri ed appaganti.

L’uomo ha perso la capacità di scommettere, proprio oggi che mille tipi di scommessa infestano la nostra giornata. L’uomo ha perso la consapevolezza della propria ricchezza, quella che gli consente di non aver bisogno di nulla, tanto meno del denaro.

Siamo vittime di un terribile incantesimo che annichilisce la dignità di ognuno di noi sull’altare della barbarie finanziaria. Alla linfa vitale dei nostri sentimenti  e delle nostre idee, sostituiamo il vile gioco della moneta, cui ormai riconosciamo il massimo dell’importanza.

Quale salute è possibile in un mondo così, senza speranza e senza capacità di mettersi in gioco nella propria povertà?

Un amico scriveva, dopo aver letto alcune mie righe sul mio Sito internet: ”Caro Salvatore,  grazie a te per avermi risposto. Come avrai visto, sono riuscito con calma a rivedere il tuo articolo, molto profondo, acuto e che necessita di una serrata concentrazione. Nel mio breve commento, ho rimarcato quello che maggiormente ho colto, il rapporto tra spirito e materia.

Mi attendevo però, visto i forti stimoli, che le tue parole potessero  suscitare una maggiore presenza di commenti.

Mi auguro di poterne leggere nei prossimi giorni.

Un abbraccio

Aldo”

Caro Aldo, i forti stimoli sono, in effetti, gli stimoli più delicati e silenziosi, per dirla con stile omeopatico, quelli più infinitesimali. Non tutti sono attenti come Te.

Siamo abituati all’idea che le azioni efficaci siano “forti”, che si intonino con il concetto di “lotta”. Lotta contro il diabete, contro il cancro, contro l’alcoolismo, contro le tossicodipendenze…..lotta contro tutto. Viene in mente l’immagine di uno che lotta sempre e soltanto, anche quando magari occorre soltanto raccogliersi e pensare con serenità quali modifiche apportare.

A mio parere, questo equivoco sulla lotta è rappresentativo di quanto talvolta possiamo essere confusi.

Ho scoperto in questi giorni che alcuni giornalisti usano dire “di tipo omeopatico” per parlare di argomenti insignificanti.

Il mondo è messo così, e gli stimoli ormai sono così forti, che nessuno potrebbe accorgersi di un soffio leggero del vento in una burrasca impazzita.

Sono anni che chiedo aiuto per portare al mondo una fetta di futuro e consapevolezza, ma, vuoi sapere una cosa, …..quasi nessuno ascolta e tutti, soprattutto chi potrebbe fare di più, corrono ad occuparsi delle loro cose più importanti, famiglia, soldi, divertimento. I grandi valori di una società sana basata sul lavoro!

Di fronte alla necessità di ciò che dobbiamo fare, non riusciamo a fare quello che non abbiamo mai fatto.

Mi piacerebbe formare Colleghi ed operatori sanitari ad un modo di fare medicina e di occuparsi della salute che affascina tutti ma stenta a trovare adepti dal punto di vista operativo.

Mi dedico alla scienza e allo studio di fenomeni naturali che sono il fiore all’occhiello della biologia, ma non godo di aiuti o inquadramenti di alcun tipo.

I fondi per la ricerca deviano per strade a mio parere discutibili  e non forniscono i risultati che ci si aspetterebbe da investimenti così imponenti.

Ho invenzioni straordinarie che potrebbero migliorare la vita della persone ed aiutarle anche a recuperare la salute in molti casi, ma non riesco a trovare finanziatori che mi aiutino a commercializzare queste idee. Troppo rischioso, troppo lontano dalle logiche demenziali che invece riescono ogni giorno a trovare chi le sostiene e le promuove. Basti vedere che tipo di pubblicità continuamente dobbiamo sorbirci.

Però non voglio defluire verso toni lamentosi, che non mi appartengono, e chiedo scusa se per poche righe ho utilizzato questa tecnica che peraltro è la regola nell’andazzo quotidiano del mondo. Spero che giunga il momento di essere riconosciuti e premiati senza dover sgomitare, liberi di poter pensare soltanto a costruire una propria solida ed originale fisionomia al servizio dell’avanzamento della società. Essere o avere? Essere, in quanto pensanti: cogito, ergo sum.

Facciamo così: ripropongo le parole citate.

Hearth: focolare

Health: salute

Earth: Terra

Heart: cuore

Invito ad usarle per comporre un concetto in cui esse trovino senso nell’insieme e mi piacerebbe trovarne il risultato nei commenti al mio Sito.

Buon lavoro

7 COMMENTI

  1. Caro Salvatore, sono sicuro di avere fatto una giusta scelta, questa sera. Non ho acceso la tv, ho tralasciato i giornali e con calma e concentrazione ho letto e riletto il tuo lungo articolo.
    Quanti spunti interessanti e coinvolgenti ho raccolto, tutti meritevoli di lunghi e appassionanti approfondimenti. Quello che maggiormente mi ha colpito è quello riguardante la lotta contro le malattie, l’alcolismo, il cancro. Tu dici: raccogliersi e pensare con serenita’ alle modifiche da apportare. In questi giorni un mio caro amico di non ancora 60 anni, ricco di volonta’, dotato di indomito spirito di sopravvivenza è andato a Milano, per sostenere un intervento neurochirurgico per una neoplasia cerebrale altamente invasiva. Dovra’, in un prossimo futuro, lottare con tutte le sue forze a disposizione o mestamente e serenamente attendere la sua sorte incombente ?
    Un abbraccio
    Aldo

    • Caro Aldo,
      prima di tutto mi dispiace per il Tuo amico e Gli invio tutta la mia forza.
      Quando ci ammaliamo, siamo portati a rivolgerci contro la malattia come se fosse un’entità a sé stante atterrata come un alieno sul pianeta della nostra persona. Devo aver provato anch’io molti anni fa qualche volta questa sensazione, ma è un ricordo lontano e sfumato. Da molto tempo, soprattutto grazie all’aiuto dei miei cari pazienti che mi raccontavano la loro vita, ho capito che le malattie non sono estranee alla NOSTRA vita. Esse sono tutt’uno con essa, strettamente connesse con ogni anche pur minuta caratteristica della nostra giornata.
      Lottare contro una malattia, al di là del modo di dire abituale, non racchiude il senso del lavoro necessario per lottare affinché davvero la malattia non possa averla vinta. La malattia esiste fino al momento in cui non sappiamo darle un altro nome. La vediamo estranea a noi, finché non riusciamo a guardarla come una parte di noi, come la risultante vettoriale di mille rivoli intersecati fra noi, il senso della vita, le aspettative ed i compromessi.
      L’unica lotta che conosco è quella contro i miei limiti, la scoperta del limite che mi impongo ogni qualvolta decido di averne uno.
      Conosco un numero enorme di persone che hanno fatto un cammino straordinario dentro di sé, grazie alla malattia, che sono guariti avendo percorso tale cammino e che qualche volta, se non ce l’hanno fatta, hanno però trovato la pace dentro di sé prima di andare dall’altra parte della vita.
      Così come ho visto tante persone imprecare, arrabbiarsi e dire:”Perché proprio a me?”, per aver contratto malattie che non avevano contratto, ma che avevano letteralmente costruito lentamente e con tenacia dentro di sé. La prognosi di un dolore non elaborato e riconosciuto nelle proprie determinanti è sempre sfavorevole quoad vitam e quoad valetudinem.
      Dovremmo intenderci sul senso di lotta. Stamane un paziente molto caro, che sta venendo fuori da un inferno psichiatrico con il mio amorevole aiuto, ha detto che al mattino, quando si alza, è tutto un combattimento. L’ho guardato e gli ho fatto notare che le parole sono importanti e che, forse la parola combattimento non apporta una buona energia alla giornata. Lui mi ha quasi anticipato, è molto intelligente, ha capito che bisogna sostituire la parola con un’altra che non sia improntata alla lotta.
      La malattia è sempre in ogni caso un percorso conoscitivo che consente al paziente di “resettarsi” e di “risettarsi su nuovi piani.
      Qualunque manovra terapeutica non funziona se il paziente non è in grado, in un modo o nell’altro, di trovare una nuova ragione di vita.

      Tuo Salvatore, con stima e affetto.

  2. E’ stato solo un soffio, lieve e soffocato a rinforzare la fiamma del Focolare…poi il mio Cuore senza più Salute, ha dovuto arrendersi e fermarsi…. è cosi’ che in silenzio ho dovuto lasciare questa Terra…tanto amata tanto odiata…

    Aldo

  3. We would have “Heart” and crave the Earth in Health,
    since Earth is our Hearth.

    citazione:

    “Spero che giunga il momento di essere riconosciuti e premiati senza dover sgomitare, liberi di poter pensare soltanto a costruire una propria solida ed originale fisionomia al servizio dell’avanzamento della società.”

    come ti capisco.

    Tina B

  4. Ciao Salvatore, sono Giuseppe Stolfa,

    come promesso ti invio il resoconto della mia “battaglia” contro la vaccinazione antitetanica obbligatoria ai fini della partecipazione ad un corso organizzato dal Ministero. Forse qualcosa sta iniziando a cambiare veramente come tu auspichi da molto tempo. I tempi sembrano favorevoli ad un generale cambiamento. Spes ultima dea. Ho dovuto mandare mail a mezzo mondo, e (incredibile) l’unico organo che mi ha risposto è stata proprio la segreteria del dipartimento del ministero che si occupava del campo. Per una volta lo Stato ha aiutato (più che contrastare, come fa sempre) chi ha idee diverse per la cura della propria persona; difatti solo grazie all’interposizione del ministero è stato possibile rendere visibile e
    giustificata la mia decisione, poichè il dipartimento dei vigili del fuoco (cui spettava l’ultima parola) non aveva neanche letto la mia mail. Forse, si inizia ad intravedere la luce in fondo al “tunnel della medicina tradizionale” imposta. Ancora ringraziandoti per il sostegno e i consigli che sempre dispensi senza riserva alcuna, ti auguro un buon proseguimento di giornata.

    … e per la tua come sempre celere ed esaustiva risposta:

    Caro Giuseppe, sono lieto e confortato dalla Tua notizia.
    Mi congratulo con i funzionari ministeriali, che hanno applicato un diritto ormai per tutti e che hanno dimostrato attenzione e discernimento.
    Tutto dipende sempre dall’attenzione della persona per le altre persone.
    I tempi sono maturi solo in quanto riusciamo a sentire la responsabilità di non essere estranei ad un processo di cambiamento possibile.

    A presto Salvatore

    Grazie per aver reso me ed i mie fratelli, attraverso ovviamente i nostri genitori, liberi dalla medicina tradizionale.

    Ad Maiora

  5. la salute della terra è il cuore d’ogni focolare.
    Grande Prof., presto La contatterò.
    Credo ci sarà occasione, addirittura(e qui scuserà 😀 la mia immodestia) di renderLa, costituendomi banco di prova sui generis (forse) ancor più esperta e capace dell’eccellenza per molti irraggiungibile che ha già conseguito indubitabilmente su molkti piani umani. Divulgherei se me lo concede le Sue decine di articoli che più sono intrisi di Verità pressocchè inoppugnabili, vero patrimonio culturale-informativo essenziale dell’Umanità. Mi troverebbe d’accordo e depositario di consapevolezze e livelli di coscienza similare seppur dotato di minor tecnicismo scientifico, proprietà di linguaggio e comunicabilità profonda.A presto. Ad Maiora

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