MANIFESTO DELLA TESTIMONIANZA (Salvatore Rainò & Gigi De Giacomo)

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Manifesto della Testimonianza

 

“Ogni mondo è paese”, ma forse ogni paese è mondo. Ovunque si attui una presa di coscienza, non vi sarà uomo che possa sottrarsi alla testimonianza.

Le leggi sono fatte per essere osservate, ma la coscienza è sempre chiamata a scegliere la legge che non fa subire all’uomo vessazioni e ingiustizie. Senza questa libertà tutto è precostituito e preordinato come se nulla possa essere cambiato.

Fortunatamente, le coscienze individuali non sono mai completamente inscritte in quella collettiva, restando fuori dei margini la parte più acuta che rappresenta la forza evolutiva delle comunità locali. E’ come un consorzio in tutela degli interessi globali del gruppo.

L’esperienza comune consente di raccogliere continuamente lamentele: la gente si lamenta della difficoltà del vivere sociale, del crescente numero di sopraffazioni incongrue, governative, fiscali, della inutile complicatezza della burocrazia, dei ritardi degli interventi per consentire lo svolgersi naturale e sicuro della vita, dell’inefficienza della Sanità, dell’insicurezza diffusa per la fittizia protezione dalla criminalità da parte degli organi preposti.

E’ come se le persone si sentissero solo molestate dal sistema, le cui regole sono chiamate a rispettare, sino allo spasimo, in un modo non sempre naturale e sentito, con la perdita del normale slancio vitale e creativo.

La situazione generale è di estrema precarietà, con note depressive che si impadroniscono sempre di più del contesto e ne inaridiscono l’essenza, compromettendone fluidità e lucidità. Segni di stanchezza diffusi, mentre si continua a partecipare a riti collettivi che rappresentano una inconcludente fuga dalla realtà.

Il “proletariato” delle coscienze non riesce a difendersi e si abitua sempre più alla vessazione, rimanendo distratto da mille obblighi che non servono a niente e a nessuno, anzi offendono la dignità dell’uomo, convincendolo che tale storia è ineluttabile e che la vita è così.

La vita non è così e molti di noi lo sanno bene, ma non tutti affrontano la prospettiva di un cambiamento, per comodità, pigrizia, interesse personale, assenza di mezzi, paura di perdere.

Il mezzo principale per tornare a vivere è la consapevolezza.

Queste righe sono rivolte a tutti, nella loro individualità alla luce del proprio ruolo sociale. Rifletti con attenzione!

– Le vere riforme sono atti illuminati di amore e giustizia.

– Esci dagli automatismi e chiediti chi sei, quale è il tuo potenziale e quale veramente il tuo contributo al cambiamento sociale.

– Allontanati dal mondo del denaro e riscopri quello delle risorse.

– Non sostituire mai il valore con i soldi e le manovre finanziarie.

– Riappropriati della tua dignità.

–  Rivitalizza il mondo con sane relazioni basate sul conseguimento del bene comune.

– L’economia non è il denaro, ma la sapiente gestione delle risorse per il bene comune: ognuno al servizio di tutti ed a disposizione di un disegno di crescita individuale e collettiva.

– Fai della tua vita un impegno politico e delle politica un impegno di vita: spenditi.

– Assumi sempre una posizione di fronte alle situazioni e ricorda che saremo ciò che avremo fatto. Occorre passare dalla fase del lamento alla fase del riscatto.

– La tortura si basa sull’indifferenza: senti la responsabilità del giudizio e dell’azione, sempre.

– Non aver paura di richiedere coerenza alle persone, specialmente agli amministratori delle sorti del tuo territorio: la disciplina deve cominciare dall’alto se si vuole che sia rispettata dal basso.

– “L’aristocrazia” delle coscienze è il nucleo centrale di una nuova classe dirigente, ciò di cui abbiamo davvero bisogno.

– La libertà di pensiero e di parola è garantita soltanto in un regime democratico che non ha perso le ragioni del suo essere e protegge coscientemente le ragioni della sua costituzione.

– Le ideologie asservite alla logica della distruzione dell’uomo passano attraverso la monetizzazione delle coscienze, e quindi dei sistemi di governo.

– Lo scoramento generalizzato può dipendere soltanto dal fatto che la democrazia patisce oggi delle malattie contro le quali essa stessa avrebbe dovuto rappresentare la principale difesa.

– L’attuale democrazia è, in realtà, il paravento di chi ha già soppresso le garanzie costituzionali, distrutto le libertà popolari, creato il regime e condotto il paese alla catastrofe. Perché oggi le persone che hanno presenza di spirito parlano di catastrofe sociale.

– Non sarebbe la prima volta che regimi democratici possono, di tanto in tanto, dare al popolo l’illusione di essere sovrano, mentre la vera effettiva sovranità sta in altre forze, talora irresponsabili e segrete, che mirano alla schiavizzazione delle genti. Le grandi verità vengono nascoste alle masse, che trarrebbero spunti per interferire con il potere.

– Le attuali fortissime e innegabili tensioni sociali dovranno sfociare in una rinascita sociale e politica dell’Italia.

– La sfiducia del popolo italiano nei confronti delle classi dirigenti è in ragione dell’aver compreso la vendita della sovranità tramite trattati europei incostituzionali che hanno consegnato il Paese al potere oligarchico. Il bisogno di riuscire ad interpretare correttamente tale sfiducia ci chiama a reagire per attuare importanti interventi di tipo sociale, sanitario, previdenziale, economico e culturale.

– Riuscire a preservare la libertà di pensiero e di parola è una delle più alte conquiste ed espressioni della civiltà umana e significa che si chiude un periodo della nostra storia e se ne apre un’altro su tutte le possibilità del futuro. Quando si riesce a evocare il senso di forza nelle persone e si risvegliano i temi indistruttibili della dignità umana, quando è chiara la meta verso la quale occorre procedere e quali sono le imperiose e incoercibili necessità di vita, allora diventa ineludibile la realizzazione di ciò che ha senso per tutti.

– Occorre restituire alle persone la facoltà e la capacità di acclamare le scelte politiche più sane e all’unisono riconosciute nella coscienza più profonda di tutti: è giunto il tempo che la popolazione tragga finalmente forza dalla frammentazione etica dell’esecutivo.

– Pensiamo all’Obiezione di Coscienza: Rifiuto di sottostare a una norma dell’ordinamento giuridico, ritenuta ingiusta, perché in contrasto inconciliabile con un’altra legge fondamentale della vita umana, così come percepita dalla coscienza, che vieta di tenere il comportamento prescritto. Il contenuto dell’obiezione di coscienza, dunque, si snoda in una duplice direzione: una negativa, di rifiuto di una norma posta dallo Stato, e una positiva, di adesione da parte del soggetto a un valore o a un sistema di valori morali, ideologici o religiosi. Essa si fonda sulla tutela prioritaria della persona rispetto allo Stato e sul rispetto della libertà di coscienza, diritto inalienabile di ogni uomo (art. 2, 19, 21 Cost.; art. 18 Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo). Nell’ordinamento giuridico italiano sono previste tre forme di obiezione di coscienza: al servizio militare; sanitaria; alla sperimentazione sugli animali.

– I principi dell’obiezione di coscienza sono però, proprio in virtù degli articoli costituzionali citati, applicabili ad ogni sorta di situazione sociale in cui una persona voglia chiaramente distinguere la qualità etica del proprio operato dall’andamento generale che lo porrebbe, diversamente, in condizioni differenti e contrarie alla propria coscienza.

E’ RIVOLTO A TE:

medico, che puoi scegliere di riappropriarti della sacralità della tua missione e puoi liberarti da tutti i condizionamenti che ne deprimono la dignità e l’efficacia protettiva per la vita;

farmacista, che puoi scegliere di non prestarti più alle bieche logiche di marketing, contribuendo a sviare le persone dal perseguimento di modalità inutili e/o dannose;

infermiere, che puoi scegliere di non prestare la tua opera in situazioni, reparti e modalità che non ti convincono per quanto riguarda etica e sicurezza;

imprenditore, che puoi scegliere di non assecondare la logica del mero profitto, ma di riprendere a svolgere la funzione sociale che ha giustificato la proprietà privata;

sacerdote, che puoi scegliere di incarnare veramente la tua vita negli ideali cristiani più puri, al servizio delle persone e della loro esistenza, senza paura di scendere in campo e difendere la verità;

giornalista, che puoi scegliere di curare davvero l’informazione obiettiva degli argomenti, senza venderti al potere che vuole controllare tutto e tutti anche attraverso il tuo lavoro;

agente delle forze dell’ordine, che puoi scegliere di proteggere la legalità e la sicurezza, senza prendertela con i più deboli, soltanto perché non possono reagire, invece di limitare le malefatte dei prepotenti e dei delinquenti di ogni genere;

esercente di qualunque attività di compravendita, che puoi scegliere di dedicare la tua vita davvero a “merci e servizi” per il bene comune, e non solo per i tuoi utili, senza invece arricchirti promuovendo cose che non faresti mai entrare nella tua casa; 

insegnante di ogni ordine e grado, che puoi scegliere di essere davvero un punto di riferimento umano e sapienziale, invece di scaldare la sedia del tuo incarico che dovresti ritenere sacro per le sue responsabilità e potenzialità sul genere umano;

avvocato, che puoi scegliere di essere davvero il paladino di chi è vittima dell’ingiustizia, senza strumentalizzare invece le vicende delle relazioni tra gli esseri umani, fomentando risse e dilazionando la soluzione delle controversie;

magistrato, che puoi scegliere di essere davvero imparziale, ma straordinariamente informato dei parametri utili al discernimento; ed anche umano, senza dimenticare mai che cosa può significare una ingiusta condanna per chi ha operato sempre con coscienza e spirito di responsabilità; oppure per chi, con passione e consapevolezza, ha operato contravvenendo alla Legge, ma che è degno di “altro” giudizio; ed anche Maestro per chi ha operato, sbagliando, ed è pronto ad essere uomo tra gli uomini;

amministratore, che puoi scegliere di essere davvero al servizio della comunità, cambiando prima di tutto le regole della politica dei partiti e collaborando con i tuoi colleghi per il perseguimento del Bene Comune;

cittadino, che puoi scegliere di lavorare personalmente  per migliorare la condizione quotidiana della collettività, partecipando attivamente alla gestione della “cosa pubblica”;

uomo dei capitali, che puoi scegliere di non dimenticare la purezza della condizione umana, quella senza risorse aggiunte, che caratterizza anche te e ti rende assolutamente uguale a tutti, se non, forse, più bisognoso di attenzione, per il grande vuoto che riempi con le cose;

uomo, che rappresenti “la più alta” carica, che puoi scegliere di porre a disposizione dell’umanità intera ciò di cui, pure, sei portatore: l’amore da cui provieni e che puoi spargere a piene mani, invece che complottare con il male o ignorare completamente il bene;

uomo, che svolgi qualunque mansione, che puoi scegliere sempre di essere altro, nel momento in cui la tua coscienza te lo chiede e ritorna a farlo, mentre ti distrai oppure resisti e ti ostini a non voler prestare attenzione;

a tutti e ad ognuno, è rivolta la preghiera di non sottovalutare il senso di questa richiesta, anche se inizialmente potrebbe darti fastidio e suscitare anche una tua reazione indignata: proprio in questo caso ti chiedo di sentire che cosa realmente provi nel profondo,  prima di decidere in quale direzione sia giusto indignarsi.

L’arte del vivere richiede una nuova capacità di elaborare ciò che siamo abituati a considerare realtà, allenandosi a rivivere consapevolmente il proprio sentire e la propria capacità e funzione di testimonianza.

Che cosa ne è della Libertà senza un atto d’Amore?

 

Altamura, 05 agosto 2014                                        Salvatore Rainò & Luigi De Giacomo

 

 

 

1 COMMENTO

  1. tutto ciò che ho letto ha la mia incondizionata approvazione, ritengo che riesca colpire nel profondo l’anima di ogni persona che non sia “drogata” da un invisibile diabolica informazione generalizzata che riesce a far perdere, magari in modo inconsapevole, la capacità di distinguere il bene dal male. Questa incapacità purtroppo si è diffusa anche nel mondo cattolico, rendendo inutile per molti l’azione dello SPIRITO SANTO.

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