Progetto
per la realizzazione del
Polo diagnostico-clinico
di studio, sperimentazione e ricerca
omeopatica e bioenergetica
Direttore medico-scientifico
Dr. Salvatore Rainò
Uno dei problemi della salute è rappresentato dalla assoluta diversità fra l’approccio allopatico e quello olistico. Infatti, nell’andamento “normale”, un paziente affetto da un problema cerca un bravo medico che glielo risolva. La prestazione professionale inizia e finisce con la soluzione del problema, come la soluzione del problema inizia e finisce con la prestazione professionale, quando va tutto bene. Ciò è soltanto in apparenza, poiché, contrariamente a ciò che siamo abituati a credere, la salute è un’altra cosa.
Molte volte, ho quasi preferito non essere consultato da alcune persone che non sapevano nulla né di me né del mio tipo di lavoro. Sarebbe stato troppo lungo e difficile spiegare loro alcune premesse, senza le quali sarebbe insensato consultare un medico “del mio genere”. Quale genere? Quello di una persona che non crede soltanto nell’atto medico, ma crede nello stile di vita che le persone sanno porre in essere per rimanere sani.
Quindi, al massimo, il medico dovrebbe istruire le persone a stare in salute. Ciò, però, non è atto medico, quindi dovrebbe essere chiamato e collocato diversamente.
E’ questa l’esigenza che determina, sia in tanti medici che in tante le persone, la nascita di una nuova forma di sensibilità, per riconoscere l’origine dei nostri problemi e voler dedicare una parte della vita, una parte del tempo, una parte dei luoghi, una parte delle risorse ad una dimensione di salute, intesa come condizione per non ammalarsi e vivere bene in un contesto di relazioni motivato dagli stessi valori costruttivi e armonizzanti.
Come farà il medico a guadagnarsi da vivere, se renderà le persone troppo abili a stare bene?
Ecco, allora, che l’unico modo etico per proporre un cambiamento, che oggi sia utile e adeguato, è garantire l’esistenza di una comunità, un eco villaggio, sostenibile, in tutti i sensi, ove chi è residente conduca una vita sana e ove chi non sta bene ed è giunto al giusto livello di consapevolezza può rifugiarsi per riprendere le forze e poi decidere come continuare la propria esistenza.
Premesse
Nel panorama delle consultazioni mediche, l’utenza accede sempre di più alle medicine non convenzionali e, in particolare, alle prestazioni omeopatiche.
Con il passare del tempo, partendo dagli inconfondibili orientamenti centrali del Governo, è sempre più sentita, anche a livello amministrativo regionale, all’interno delle ASL, nei vari livelli di diagnosi e terapia, l’esigenza di avvalersi delle competenze della medicina omeopatica.
Gli standard più evoluti non possono prescindere ormai da tale ambito che potremmo definire di alta specializzazione e che inserisce, accanto alle competenze tradizionali del medico, tutta una serie di aspetti riguardanti la totalità dell’individuo considerato nella sua complessità psicofisica, esaminato nella longitudinalità del suo iter esistenziale alla luce dei criteri di biotipologia costituzionale insieme allo studio dell’evoluzione biopatografica.
La medicina omeopatica ha in sé tutte le possibilità per assicurare il migliore degli approcci integrati a qualunque problematica sia nell’ambito delle indisposizioni temporanee che in quello delle patologie più impegnative.
Il piano diagnostico entro cui si muove la tecnica clinico-sperimentale della medicina omeopatica offre una possibilità di lettura a qualunque tipo di disagio, da quello più organico a quello più psichico e/o emozionale, in quanto al centro dell’osservazione vi è sempre l’uomo considerato nelle sue possibili declinazioni dell’essere, letto nelle caratteristiche individuali della sofferenza al di là delle classificazioni nosografiche della medicina allopatica.
La rilettura della medicina, alla luce dei dettami dell’omeopatia, non è in contrasto con i protocolli della medicina allopatica, se non nella misura in cui può eventualmente offrire una marcia in più nel conseguimento di un effettivo benessere più profondo delle persone, oltre la designazione della loro malattia.
In tal senso, lungi dallo schierarsi su fronti opposti, per il solo motivo di non volersi interessare di che cosa sta accadendo nel panorama internazionale degli approcci sanitari possibili, la medicina omeopatica offre un’occasione unica di approfondimento dei grandi argomenti alla base della vita, della salute e della sofferenza.
Tutto ciò interessa i medici, gli operatori sanitari ad ogni livello, gli amministratori ed i politici che si occupano della gestione della salute pubblica e/o privata.
L’argomento risulta quindi di interesse straordinario per tutti quegli ambiti che onestamente si chiedano in che modo sia possibile offrire prestazioni più qualitative non solo per la gestione della malattia, ma soprattutto per l’interezza della persona assistita e dell’ambiente in cui egli vive e che presenta tutta una serie di problemi che non sono risolvibili soltanto con la sola conoscenza del senso della patologia.
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Il polo diagnostico-clinico di studio e sperimentazione omeopatica si pone l’obiettivo di garantire, all’interno di sé, un riferimento importante che sposi e presenti nella migliore veste l’esercizio della medicina omeopatica unicista con tutte le implicazioni che essa comporta, nel rispetto delle regole che ne consentono la migliore espressione, in accordo con tutti gli ambiti che naturalmente afferiscono ad essa e cha da essa si dipartono per il prosieguo delle scienze mediche dedicate alla vita.
Esaminiamo le voci espresse nelle premesse.
L’utenza accede sempre di più alle medicine non convenzionali ed in particolare alle prestazioni omeopatiche.
Fra le medicine non convenzionali, la medicina omeopatica presenta tutte le caratteristiche per convogliare la lettura dei segni e sintomi all’interno di un sistema assolutamente coerente che soddisfa i criteri di completezza ed etica di una qualsiasi cartella clinica.
Gli utenti hanno diritto, secondo quanto previsto dalla Costituzione italiana, in risonanza con i Diritti dell’Uomo di Helsinki, ad esercitare una libera scelta del modo in cui curarsi.
Non a caso, l’uso delle medicine non convenzionali, specie la medicina omeopatica, va incontro ad una crescita esponenziale che non riconosce deflessioni di tendenza.
E’ l’epoca giusta perché le amministrazioni pubbliche, ma non solo, si interroghino sull’importanza di garantire tale tipo di filosofia sanitaria alla popolazione che è sempre più informata ed attenta agli sviluppi delle possibilità che effettivamente si offrono per venire incontro a chi non sta bene.
Con il passare del tempo, partendo dagli inconfondibili orientamenti centrali del governo, è sempre più sentita, ad ogni livello, anche amministrativo regionale, anche all’interno delle ASL, nei vari livelli di diagnosi e terapia, l’esigenza di avvalersi delle competenze della medicina omeopatica, ma i tempismi necessari per realizzare in tempo reale un vero salto di qualità nell’assistenza medica non possono attendere di superare tutte le resistenze del sistema pubblico.
Le amministrazioni delle ASL più sensibili (vedasi che cosa sta accadendo in Toscana) hanno già da tempo approntato un rinnovamento dei servizi sanitari e stanno erogando molte metodiche che afferiscono alle medicine non convenzionali, con particolare attenzione, però, alla medicina omeopatica, per i motivi anzidetti.
I programmi hanno già inserito la medicina omeopatica negli ambulatori, nei servizi di inquadramento di vario genere, mentre, dietro l’angolo, vi è l’apertura di reparti di diagnosi e cura che siano retti da medici che accanto alla loro preparazione allopatica possano garantire possibilità di gestione omeopatica dei casi che lo richiedano.
Tuttavia, attualmente, non esiste ancora un vero e proprio Istituto di Clinica Medica Omeopatica che dia rilievo all’eccellenza possibile della sua pratica ospedaliera ed universitaria.
Gli standard più evoluti non possono prescindere ormai da tale ambito che potremmo definire di alta specializzazione e che inserisce accanto alle competenze tradizionali del medico tutta una serie di aspetti riguardanti la totalità dell’individuo considerato nella sua complessità psicofisica, esaminato nella longitudinalità del suo iter esistenziale alla luce dei criteri di biotipologia costituzionale insieme allo studio dell’evoluzione biopatografica.
Il medico omeopata si configura, per le peculiarità del suo iter formativo, come il medico del futuro e permette una svolta evolutiva del modo di fare medicina che offre nuove possibilità per farsi domande, per redigere nuovi stili di riconoscimento dell’originalità della sofferenza individuale.
La pratica medica, che da anni offro alla mia utenza, mi ha consentito di essere certo che l’omeopatia è un sistema medico di successo a costi decisamente più bassi, quindi più idoneo anche ai tempi di crisi che stiamo attraverso.
Fra i costi, oltre a quelli in danaro, occorre prima di tutto annoverare quelli relativi all’impegno spropositato dei sistemi biologici dei pazienti che assumono farmaci per ottenere degli effetti, ma che sono inesorabilmente vittime di tutta una serie di collateralità che si oppongono paradossalmente al concetto di salute che invece si vuole perseguire.
La letteratura che sostiene i motivi profondi della medicina omeopatica è di mole oceanica ed occorre restare in guardia ogni qualvolta qualcuno osa dire che la stessa non è credibile.
Trattasi di nicchie di cinico scetticismo ormai inadeguate ai tempi che stiamo vivendo.
Si immagini l’interesse fuori misura nei confronti della medicina omeopatica da parte di molti campi del sapere tesi al futuro, tra i primi la fisica quantistica, che non hanno nessuna difficoltà a riconoscere i motivi profondi dell’efficacia delle tecniche di diagnosi e terapia di tale straordinario strumento al servizio dell’uomo.
Dal punto di vista clinico, la formazione del medico omeopata è tale da configurare una sorta di superclinica medica (lo scrivente è, tra l’altro, specialista in medicina interna), in quanto riesce a riconoscere sfumature semeiologiche di tale preziosità per la reale interpretazione dei meccanismi che generano la malattia, tanto da fare impallidire il migliore dei clinici medici.
Ecco perché è ormai un imperativo morale che la comunità possa giovarsi di tale livello di conoscenze che non tolgono nulla alla medicina ed invece la arricchiscono e le consentono di riappropriarsi della sua profonda dignità: prendersi cura del prossimo nel suo momento di dolore.
La medicina omeopatica ha in sé tutte le possibilità per assicurare il migliore degli approcci integrati a qualunque problematica sia nell’ambito delle indisposizioni temporanee che in quello delle patologie più impegnative.
Nel contesto del panorama economico-politico attuale, si impone un riesame delle scelte che determinano in fine i tabulati delle spese a fronte degli effettivi benefici goduti dagli utenti.
Affrontare l’inverno fra antibiotici, antipiretici e mille altri presidi farmacologici che promuovono picchi altisonanti della spesa pubblica va ormai necessariamente comparato con la possibilità di cui godono da molti anni fasce di popolazione gigantesche che possono testimoniare un livello di salute straordinario senza ricorrere obbligatoriamente ai farmaci, utilizzando le competenze di un medico omeopata ed i rimedi da lui prescritti, che costano poco, sono efficaci, non intossicano e soprattutto spianano la strada per una salute sempre più forte ed autonoma.
Sovranità popolare, oggi, significa anche restituire alla sua reale dignità il sistema sanitario di un Paese, senza ingannare più nessuno.
Le amministrazioni della ASL dovrebbero essere molto interessate ad un progetto pilota in cui, mentre si garantisce il rispetto dei diritti degli utenti a godere di un servizio omeopatico all’interno del pubblico, si offre anche la possibilità di condurre uno studio per dimostrare a livello epidemiologico la piena pertinenza dell’omeopatia a gestire la salute delle comunità, in armonia fra le esigenze scientifiche, quelle sociali (ad esempio riprendere rapidamente il lavoro dopo una tonsillite), le spese sanitarie, le spese di contribuzione per i giorni di assenza dal lavoro, dovuti anche ad un basso livello di salute che condiziona diversi facili periodi di malattia.
Se il “pubblico” stenta a porre in essere un rinnovamento degli standard di qualità dell’assistenza, allora, probabilmente, dovrà farlo il privato, dovrà farlo un sistema sovranista, in grado di valorizzare il diritto alla libera scelta dello stile di cura.
Per non parlare degli indici di tipo auxologico (la crescita) che consentono di apprezzare le nettissime differenze fra i bambini che si curano con l’omeopatia ed i loro coetanei i cui genitori non la conoscono e magari si ostinano a non volerla conoscere.
Chiaramente le stesse differenze si pongono fra il periodo che ha preceduto l’inizio delle terapie omeopatiche ed il futuro di questi bambini, grazie all’aiuto dei rimedi omeopatici.
Insomma, più salute a costi più bassi.
Il risparmio farmacologico non è soltanto quindi un fatto di ordine economico, bensì si configura come un target di qualità della gestione della vita delle comunità.
Come non va demonizzato l’uso di un farmaco, non va demonizzato l’uso della medicina omeopatica.
Uno studio pilota proporrebbe quindi un sistema pratico per dimostrare che è possibile ridurre straordinariamente l’uso di farmaci ottenendo un livello di salute decisamente più alto nei soggetti seguiti per un periodo di tempo adeguato di follow up (per esempio di 5 anni).
Inoltre lo stesso studio o altri studi che possono essere affiancati a questo e curati da psicologi, auxologi, pediatri ed altri operatori possono allestire un’osservazione che consente di misurare tutti gli altri indici che definiscono la qualità della vita, oltre al talvolta vago concetto di salute, il senso di felicità, la capacità di reagire agli inconvenienti delle vita, la creatività, l’originalità del proprio essere e la capacità di comportarsi in modo sano ed armonioso all’interno del contesto sociale.
Il segno più importante della salute di una persona è la sua capacità di svolgere un piano esistenziale individuale che gli consenta di esprimere la sua originale creatività.
Infatti una persona, posta nelle migliori condizioni di salute biologica, dovrebbe anche avere una maggiore “salute sociale”.
Il piano diagnostico entro cui si muove la tecnica clinico-sperimentale della medicina omeopatica offre una possibilità di lettura a qualunque tipo di disagio, da quello più organico a quello più psichico e/o emozionale, in quanto al centro dell’osservazione vi è sempre l’uomo considerato nelle sue possibili declinazioni dell’essere, letto nelle caratteristiche individuali della sofferenza al di là delle mere classificazioni nosografiche della medicina allopatica.
La medicina omeopatica parte dall’osservazione sperimentale dei cambiamenti nei soggetti sani che assumono un rimedio e ripropone lo stesso per i malati che esprimono il nucleo sintomatologico studiato durante la sperimentazione.
Tale criterio così detto di similitudine, oltre che essere alla base delle possibilità terapeutiche che l’omeopatia offre, rappresenta per gli operatori che si accostino a percorsi di formazione specifica omeopatica una ineguagliabile palestra di autoconoscenza e di incremento della propria consapevolezza.
Così, aumentano gli strumenti a disposizione degli operatori per riconoscere sempre di più le possibilità effettive che l’essere umano ha di essere, di soffrire e di esprimere i nuclei profondi della totalità dell’essere che è l’unico argomento che “firma” la diagnosi di qualità di un disagio di qualunque natura, anche qualunque malattia.
Il medico si riappropria di una sensibilità “bambina” che arricchisce le sue conoscenze mediche e migliora le sue possibilità di successo terapeutico.
Nuove energie, nuove dimensioni, ecco che cosa si profila all’orizzonte del polo diagnostico-clinico di studio e sperimentazione omeopatica: incontri e confronti fra le varie porzioni possibili, che caratterizzano un operatore oppure un altro operatore oppure un altro ancora…..ma la verità dove si nasconde?
All’interno di tale esperienza è perciò prevista come parte integrante la formazione continua, non solo degli operatori già impegnati, ma anche quella di tutti coloro che vorranno, a qualunque livello, capire, confrontarsi, crescere, acquisire nuovi strumenti e lavorare al servizio del futuro della medicina e della salute in generale.
Allo scopo, è auspicabile anche organizzare incontri con i maggiori esperti del panorama internazionale nel settore, e si promuoveranno tutte le opportunità utili ad allargare le menti oltre qualunque limite: perché il dolore di un paziente non ha mai una spiegazione ragionevolmente assoluta e finita.
La rilettura della medicina, alla luce dei dettami dell’omeopatia, non è in contrasto con i protocolli della medicina allopatica, se non nella misura in cui può eventualmente offrire una marcia in più nel conseguimento di un effettivo benessere più profondo delle persone, oltre la designazione della loro malattia.
La medicina ha oggi bisogno più che mai di un’atmosfera di serena cooperazione fra le varie istanze di tutti i percorsi possibili per fare diagnosi e terapia.
Dovremmo pensare come se ogni competenza, ogni aspetto specialistico, non fossero un argomento fine a sé stesso, come se potessero diventare, in ogni momento, soltanto una fase del nostro possibile divenire globale!
Non dovremmo, poi, dimenticare che il paziente al quale stiamo prestando attenzione potrebbe essere “noi stessi” e dovremmo chiederci quanto gradiremmo lo stile che stiamo usando da medici, se soltanto diventassimo IL PAZIENTE.
La medicina omeopatica, tramite i percorsi di sperimentazione sui medici, ma anche grazie al particolare training che lo stesso suo esercizio consente, offre un’opportunità incommensurabile per conoscere di quale diagnosi una persona può davvero aver bisogno, oltre la diagnosi di malattia.
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Fatte le premesse e sviluppati i loro capisaldi singolarmente, veniamo alle proposte operative da mettere in vita all’interno del Polo diagnostico-clinico di studio e sperimentazione omeopatica.
L’ambiente e le strutture risponderanno ai parametri più evoluti degli ecosistemi e di bioarchitettura.
I luoghi esprimeranno armonia in ogni aspetto, anche quello che normalmente viene considerato insignificante.
Gli ambiti saranno perfettamente integrati con le qualità caratteristiche del luogo considerato nelle sue peculiarità idrogeologiche, botaniche e faunistiche, ma anche storiche e produttive più nobili e promettenti.
Compatibilmente con le opportunità che si creeranno, saranno condotte esperienze corrispondenti nel versante agricolo e veterinario, con particolare attenzione alle regole steineriane e a tutto il network biodinamico. A tal proposito, è forse inutile ricordare le favolose esperienze già vissute dal sottoscritto in tal senso (Cinipide del Castagno negli Alburni, Xylella degli Olivi nel Salento, malattie del grano in vari campi sperimentali, etc).
Sarà inserita la pet therapy, come ausilio terapeutico nelle forme di disturbi del comportamento, così come il polo sarà aperto a tutte le forme di collaborazione che risultino in accordo con le filosofie che considerano importanti le interazioni biologiche proficue di ogni genere. Quindi, itinerari di espressione artistica, teatrale, danza, canto, musicoterapia e di ogni altro genere.
La vita del Polo e le sue relazioni con la sana “economia del Paese” consentiranno di disporre di cibi particolarmente sani e nutrienti che concorreranno al conseguimento degli obiettivi centrali: armonia e salute globale.
L’alimentazione sarà rivista e rieditata secondo gli standard più evoluti per garantire una vita lunga e piena di salute.
Nel complesso, passeggiare nel villaggio sarà un’esperienza di impareggiabile benessere ed armonia.
Sono previsti itinerari interni allestiti per condurre i presenti a riflettere sulle grandi problematiche della vita e sulle esigenze del futuro del pianeta.
Potranno essere utilizzati, in accordo con scuole e gruppi organizzati, secondo i programmi e le referenze degli esperti addetti alla conduzione delle attività, laboratori di vario genere per familiarizzare i bambini, ma non solo, con i materiali e le tecniche di costruzione e realizzazione artistica di ogni tipo.
Sono previsti anche laboratori di teatro e di tutte le attività che cimentino le qualità creative per promuovere sensibilità, eleganza, capacità di osservazione, che sono alla base di un cammino di salute e consapevolezza.
Sfruttando le caratteristiche intrinseche del territorio, i luoghi saranno “imperniati” attorno all’acqua che magari risulti grandemente rappresentata nelle mappe geografiche e/o sotterranee della località e che sarà utilizzata per le sue proprietà benefiche, armonizzanti e riequilibranti, attraverso varie realizzazioni facenti capo alle ricerche scientifiche di cui mi occupo da molti anni e che hanno già prodotto letteratura di interesse mondiale.
In tal senso il Polo condurrà ulteriori ricerche scientifiche, tese alla sperimentazione di modelli di diagnosi e cura tramite acqua, alla volta dell’individuazione sempre più avanzata di un vero e proprio modello alternativo a quello elettronico, che io chiamo “biotronico”.
Gli utenti del centro potranno beneficiare degli effetti straordinari di tali metodiche innovative tramite i percorsi d’acqua molto particolari che ravviveranno tutta l’area.
Il concetto centrale consiste nel creare un’area di tale vitalità ed armonia da offrire a tutti coloro che la frequenteranno un esperimento tangibile di quanto sia possibile migliorare la qualità della vita, il comportamento delle persone, prevenire la malattia e risolverla, ponendo attenzione agli studi più avanzati sulle energie sottili dell’ambiente.
Un cenno speciale meritano tutte le metodiche già funzionanti nei miei Laboratori, tese a studiare e stabilire definitivamente se lo stile medico scontato, ed improntato prevalentemente sul modello farmacologico, ha arrecato univocamente giovamento oppure ha generato anche dei danni all’umanità.
Sondare i vari saperi e mezzi, senza tralasciare le modalità così dette alternative, assumendosi, la responsabilità di farne uso nella pratica medica quotidiana al servizio del bene comune delle persone, come anche previsto dal Codice Deontologico.
Studiare, in modo chiaro e senza pregiudizi, l’efficacia della medicina omeopatica al servizio dell’uomo, degli animali e delle piante.
Elaborare modelli di studio, sperimentali, prototipici, per riprodurre alcune leggi di natura che possono essere preziose per la terapia degli organismi viventi.
Costruire macchine di vario genere e con applicazioni svariate per condurre protocolli in cui comprovare la validità di teorie e processi biologici di guarigione spontanea da identificare con precisione e riprodurre al servizio della Medicina.
Utilizzare i miei brevetti industriali, marchi, studi scientifici e modelli teorici, imperniati attorno alla salute e al miglioramento di ogni parametro collegato con la vita.
*Gli ambiti specifici all’interno dei quali trovano applicazione gli studi e le macchine da me realizzati sono i seguenti:
– allestimento di terapie personalizzate per venire incontro alle reali esigenze di organismi viventi in difficoltà
– miglioramento dei parametri di vitalità e resistenza alle malattie di ogni forma di vita, miglioramento e ripristino delle caratteristiche energetiche più importanti degli ambienti sia di quelli confinati che di quelli naturali, come ad esempio aree naturali, Parchi, vivai, giardini, coltivazioni, allevamenti, luoghi di cura ed ambiti di permanenza di vario genere
– recupero ed esaltazione dei parametri di qualità di alimenti di ogni genere e provenienza, tramite aumento della loro vitalità e della qualità energetica
– modificazione delle caratteristiche organolettiche e sensoriali di prodotti destinati al mondo dei profumi, della cosmetica e di ogni trovato concepito per l’incremento della qualità della vita
– creazione di campi informazionali idonei ad interagire convenientemente con situazioni in cui il benessere, l’autocoscienza e l’equilibrio sono fondamentali
– terapie con segnali biologici per il superamento di indisposizioni temporanee che altrimenti richiedono farmaci
– modelli teorico sperimentali tesi al ripristino della morfogenesi orientata di organi ed apparati
– modelli biologici, tramite stili di vita e tramite applicazione di macchine per fermare il cancro e riconvertire alla salute situazioni di grave malattia, o per arrecare un valido ausilio alle persone in queste situazioni, sulla scorta di modelli alternativi a quelli attuali che, dopo molti anni, e dopo aver usato tante risorse, non hanno ancora fornito i risultati promessi
– idee, già ingegnerizzate, partendo da brevetti industriali, per venire incontro alle problematiche della qualità del sonno e del riposo
– idee, già in forma reale e brevettata, per ridurre le problematiche del decubito, della degenza e dell’invalidità
– nuovi modelli olistici, per assistere le persone con problemi di salute, proponendo itinerari diagnostici, terapeutici e preventivi che vedano il massimo della loro espressione all’interno di un Istituto di Diagnosi e Terapia per l’uomo, considerato nella sua complessità e nel mistero del suo evolversi
– soluzioni innovative e avanzate, per risolvere problemi e limiti del vivere quotidiano in ogni ambito, tramite articoli che semplificano la vita e rieditano lo stile di vivere
Obiettivo principale, quindi: acquisire un area da destinare a modelli di vita salutari e sostenibili, per ricondurre alla salute le persone sofferenti e dimostrare le alternative possibili e necessarie alle abitudini attualmente imperanti, che reputo inutilmente costose e fuorvianti.
La salute può essere goduta o persa quasi sempre in modo strano e imprevisto, quindi faremmo bene a non essere così sicuri dei sistemi che usiamo per restituirla a chi l’ha persa.
LA SALUTE NON E’ UN TERRENO DI CONQUISTA, NON E’ FRUTTO DI MANOVRE DI POTERE: appartiene alla discrezione e alla capacità di ascolto ogni speranza, ogni meccanismo ed ogni piacere che da essa possa discendere.
Con il cuore in mano, invito tutti coloro che si fanno domande sul senso dell’essere medici oggi a darmi una mano ad estendere le mie competenze oltre i miei limiti individuali, nell’intento di creare un vero e proprio Istituto di Clinica Medica Omeopatica, al servizio delle persone e della maturità dei Tempi.
I Tempi sono maturi per provare a capire che cosa è il Miracolo.
Ecco alcuni articoli della Costituzione italiana che supportano i principi cui è ispirato il testo che precede.
Art. 3.
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Art. 4.
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.
Art. 5.
La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell’autonomia e del decentramento.
Art. 9.
La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.
Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.
Art. 13.
La liberta’ personale e’ inviolabile………………….
Art. 17.
I cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente e senz’armi.
Per le riunioni, anche in luogo aperto al pubblico, non e’ richiesto preavviso.
Delle riunioni in luogo pubblico deve essere dato preavviso alle autorita’, che possono vietarle soltanto per comprovati motivi di sicurezza o di incolumita’ pubblica.
Art. 18.
I cittadini hanno diritto di associarsi liberamente, senza autorizzazione, per fini che non sono vietati ai singoli dalla legge penale.
Art. 32.
La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettivita’, e garantisce cure gratuite agli indigenti.
Nessuno puo’ essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non puo’ in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.
Caro Professore,
leggo e rileggo le tue parole e mi sembra impossibile non condividere ciò che dici.
Mi arrovellerò il cervello e il cuore e so che troveremo una via per affermare e diffondere i tuoi saperi.
Mi rendo conto dell’estensione dell’immensa conoscenza che hai costruito e che è giusto che venga fatta conoscere a tutti con la semplicità con cui la riesci a spiegarla tu.
Ripartirò da capo, fino a trovare la chiave giusta.
Riccardo