Il coraggio di “dirsi delle cose”
Secondo voi, quali sono le cose che più di tutte sono al centro della vita delle persone? Quali cose sono determinanti nel generare stati d’animo diffusi e di cui nessuno può liberarsi? Semplice: sono quelle cose che nessuno ha capito bene e che sono al centro della vita e che, assolutamente, andrebbero cambiate. Si aspetta, si commenta, ci si lamenta, ma non si trova la forza, il tempo, la lucidità per fare in modo che qualcosa cambi, presi da una quotidianità di cui siamo troppo convinti.
L’improponibile si impadronisce della vita di tutti i giorni e abitua tutti ad una strana forma di tolleranza che fiacca gli animi e fa perdere ogni speranza, tranne quella di riuscire a rimanere vivi, nonostante tutto. E questo vorrebbe qualcuno, per usarci quanto mai.
Un’inutile sequenza di rituali di dissenso orchestra le frasi al bar, in ascensore, mentre si paga la spesa alle casse del supermercato, oppure al benzinaio, che, spontaneamente, commenta l’assurdità dell’importo del pieno di ottanta litri gasolio. Qualcuno dice:”E’ tutta una barzelletta”……ma si continua e non si immagina, se non nel mondo di una fantasia impossibile, che tutto ciò può essere cambiato.
Bisogna credere che sia possibile, bisogna credere che abbiamo il diritto di essere felici:
– le tasse vanno pagate sul reddito, ma in modo equo e senza accanirsi su chi lavora di più
– le tasse sulla proprietà sono ammissibili soltanto una volta, all’inizio del possesso, che non deve diventare una disgrazia, dopo che ce lo siamo conquistato con tanti sacrifici
– è inutile aumentare le tasse e crearne di nuove, per sopperire ad un buco infinito creato da delinquenti sotto le spoglie di politici ed amministratori
– il bollo auto, tassa sulla proprietà di un veicolo va, anch’esso, pagato solo una volta, e poi basta con questo “pizzo”, degno soltanto della criminalità più priva di scrupoli
– le contravvenzioni vanno pagate soltanto se davvero si è convinti di aver commesso un’infrazione, non solo perché si ha paura di reagire ed opporre resistenza a chi, facendosi forte di un ruolo oppure di una divisa, non farebbe mai una cosa del genere ad un proprio caro
– le sanzioni, quelle di equitalia, che hanno fatto già suicidare tante brave persone, non vanno pagate, nel momento in cui si presentano come vere e proprie estorsioni che mettono in discussione qualunque diritto alla vita e ledono inesorabilmente il diritto alla vita stessa dell’individuo nella sua inalienabilità sacrosanta
– i blitz della guardia di finanza e quelli degli ispettori del lavoro non vanno subiti come se fossimo agnelli immolati sull’altare dell’idiozia fatta sistema di violenza e sopraffazione, mentre si lavora e non si sa nemmeno più come sbarcare il lunario
– le multe per divieto di sosta vanno considerate per quello che sono, un sistema per tenere le persone, chi le fa e chi le subisce, in uno stato di servilismo inutile che non comporta nessun avanzamento sociale e muove solo denaro nel modo più sciocco ed inutile possibile, mentre sarebbe possibile porre le istituzioni di fronte a lavori originali, indispensabili, creativi e di utilità sociale che ognuno di noi potrebbe e dovrebbe fare, senza che, magari, siano solo hobby e passatempo non retribuiti
– così pure per tutte quelle cartacce che noi gettiamo per strada e che costringono i nostri fratelli a raccoglierle, per lavoro, come se non si potesse fare nulla di meglio: che schifo!
– siamo costretti a fare lavori inutili ed umilianti e che, soprattutto, ci alienano da occupazioni che siano meno occupazione e più espressione
– e poi…..non vengano più a lamentarsi le persone che fanno lavori osceni per il contesto sociale, non vengano più a lamentarsi di non essere contenti di fare dei lavori in cui non si crede, in uffici inutili, al servizio di personaggi con problemi psichiatrici, che incentivano la cattiveria, con logiche che creano solo dei campi di concentramento in quella che potrebbe essere una vita meravigliosa e piena di soddisfazione e di tanta voglia di lavorare
– che dire ancora di tutto ciò che occupa la nostra bocca con lamentele e querule inconcludenti: basta con le chiacchiere, tirate fuori le p….. e cambiate il mondo
– …quindi saremmo condannati a vivere questa vita così come ci siamo abituati a vivere, fra tasse, imposizioni, dispetti governativi, mentre, poi, chiamiamo delinquenti quelli che operano fuori delle righe statali: vergogna!
– ma volete sapere una cosa? La vera vergogna non è quella che qualcuno sia così astuto e così sfrontato da procurarci tanta sofferenza…..la vera vergogna è che le persone non sanno più reagire e non sanno più distinguere il bianco dal nero e che vi sia una diffusa convinzione dell’impossibilità di un altro tipo di vita
– non occorre dire altro, serve soltanto prendere coscienza, ma talmente tanto, da perdere il sonno e da farlo perdere a chi ci dorme affianco, da far casino anche la notte e svegliare quelli del piano di sopra e pure di sotto, ma che dico, anche il dirimpettaio, da chiamare i carabinieri, pregandoli di dire a RENZI di smetterla di TO BREAK THE BALLS (frase di “respiro europeo”) e, finalmente, di proteggerci un poco, e di proteggere anche sé stessi, che non guasterebbe
– le persone hanno talmente perso la propria idea di dignità, da farsi fare di tutto e credere che ciò sia inevitabile: di inevitabile c’è soltanto la gioia di vivere, di lavorare, di sentirsi protetti dalla Costituzione di una Repubblica che potrebbe fare invidia al mondo intero; facciamo vedere che cosa è davvero il “made in Italy”…..facciamogli il …….a chi si ostina a trattarci come schiavi e stupidi pure
– l’evoluzione della vita sociale richiede un segno di vita da parte di tutti, come se fossimo all’ultima fase di un lungo percorso che non può esitare nella nostra fine
NON E’ GIUSTO, NON E’ PRESCRITTO DALLA LEGGE, NON C’ENTRA NULLA CON LA VITA, QUELLA VERA. ADESSO BASTA!!!
Caro Salvatore, sante parole, sante come te. Condivido pienamente. Facciamoci avanti in molti, e le cose cambieranno. PRONTI PARTENZA VIA.
Ciao Salvatore,
che cosa pensi invece, ti tutti questi imprenditori, che stanno sfruttando questa situazione per non pagare chi ha lavorato per loro, per anni?
…e lo Stato, che non fa niente, anzi, porta questi casi, più per le lunghe?
Siamo scesi troppo in basso e, a mio parere, gli ultimi due gradini di questa scala sono: Fame “quella vera” e Rivoluzione.
IO NELLA FAME CI SONO GIÀ