La pietra spaccata

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La pietra spaccata

   Oggi ho conosciuto Lorenzo Palazzo a Bari ed Egli mi ha fatto vedere questa pietra spaccata che ha offerto la possibilità a due veri e propri alberi di crescerle dentro nel giro di sette anni….. Mi ha raccontato che quando la portò nel cortile della sua impresa, gli piacque e, a mala pena, si vedevano due ramoscelli  che fuoriuscivano da una fessura minuta della pietra che è alta quasi un metro e larga forse due metri.

La pietra è stata adagiata in un aiuola, sotto il cielo, accanto ad altri arbusti, ma, nel tempo, ha dato vita a questi alberelli che appaiono forti e radicati in essa e che forse, tramite la spaccatura che appare evidente hanno anche ricreato una connessione con la terra sulla quale la pietra è posata.

Di lì, mi diceva Lorenzo, non è stata mai più spostata questa pietra che ha funzionato come un vero e proprio disco volante che ha traghettato le due piantine che vi abitavano e la ha condotte in un nuovo pianeta.

Il racconto di questa storia era stato annunciato da Lorenzo come qualcosa di straordinario e, quando lui ha spiegato che cosa era accaduto….io ho guardato in silenzio la pietra, solcata dai tronchi dei due alberi che paiono davvero vigorosi e ben insediati come se fossero nati in quel posto. Il silenzio si è impadrontito di me  e mi ha condotto “nella storia della vita attraverso la durezza”. Ho rivisto tanti momenti della durezza della storia del mondo, della mia vita, della vita dei grandi e dei grandi ideali.

Vi era una forte luce attorno a questa pietra e gli alberi in essa cresciuti avevano un’aspetto solidissimo, eppure un albero che, seppure nasce nella fessura di una pietra, non sembra avere un destino felice…..è riuscito ad imporsi sull’incertezza della vita e fornisce ora una storia che io con estrema difficoltà riesco a raccontare, tanto è difficile renderne la magia.

E’ questa la storia dei sogni che nascono in un luogo brullo ed inospitale, come un forellino con qualche grammo di terra all’interno di una pietra che abitualmente viene spostata per essere macinata.

Lorenzo Palazzo è, infatti, una persona che si occupa di macchine per la movimentazione e lo sgretolamento delle pietre, ma con questa pietra egli ha sentito di dover fare qualcosa di diverso. Ha raccontato che questa pietra gli era piaciuta ed aveva sentito di doverla collocare nel suo giardino. Mai una scelta casuale ha forse generato tali inaspettati risultati!

Davanti a questo spettacolo della natura che la vita mi ha oggi offerto ho provato un’emozione forte, anche perché il tema della provvidenza era fortissimo e sembrava volermi fare comprendere qualcosa.

Penso che si tratti di uno stratagemma forse atto a farmi riappacificare con il senso delle cose che spesso sfugge  e tentenna e ci mette alla prova duramente, lasciandoci nella nostra solitudine e nella durezza della vita.

Penso che, se la pietra non fosse stata staccata dal lastrone che la conteneva e non avesse avuto della polvere di terra in alcune delle sue fessure, se non avesse patito del vento e della pioggia che vi ha inseminato però le due piantine, se non avesse avuto il destino di essere sollevata da un escavatore per essere scaraventata all’interno di un camion ed essere trasportata lontano…..se non fosse piaciuta a Lorenzo che ha voluto collocarla in un aiuola….oggi non sarebbe stata qui a raccontarmi una delle più belle storie della vita.

Però non finisce qui questa dolcissima storia, ma è intinta anche in un atto di decisione e di forza della pianta che, crescendo dentro la pietra, l’ha spaccata e visibilmente l’ha posseduta sino in fondo fregiandosi della sua forza e stabilità. La pietra sembra animata e tutt’uno col destino di questo grande seme “di successo” nella forza che lo ha voluto, nella fortuna che lo ha aiutato, nella riuscita di uno dei progetti della vita più impossibili ed anche resi probabili proprio dalla durezza della stessa. Quando gli accadimenti sono talmente assurdi da perdere qualunque prevedibilità, quando il naufragio lascia moribondo l’eroe sbattuto sulla spiaggia di un isola deserta, arriva un raggio di sole che scalda le ossa e torna a riaprire gli occhi.

Voglio ricordare la figura del mio amatissimo professore di italiano al Liceo classico, il grande Domenico Giorgio, detto anche Mimì Giorgio, che ripeteva, con la sua voce musicale e piena di magia, ripeteva sempre che la persona di valore, un giorno anche molto in là, avrà successo. Che quando si lavora per qualcosa, non si sa quando, ma arriva il momento della vittoria.

Per uno scienziato, la vittoria è trovare il suo mecenate che crede in lui e lo aiuta a trasmutare il destino del mondo. Mezzi di vario genere si uniscono in una strana alchimia che riprende a dare senso alla storia dell’umanità.

La straordinarietà di un  tale meccanismo consiste nella assoluta imprevedibilità dei nessi che torneranno a dare il sorriso a tante persone che beneficeranno dei frutti dell’incontro e che, come altre volte nella storia dell’uomo, raccoglieranno la vita che cade dal cielo come la manna nel deserto.

La pietra spaccata è la storia della fortuna della pazienza e della speranza nella vita. E’ la storia dell’essere che reincontra il senso della scommessa e torna a mettersi in gioco con apertura e fiducia.

La pietra appartiene alla pianta e la pianta alla pietra….la spaccatura è insieme motivo, effetto e culla del miracolo evidente e provocatorio.

La famosa quadratura di un cerchio che sembrava potersi reiterare all’infinito nel nulla.

Ho capito molte cose tutte in una mattina sola e, in silenzio continuo il mio lavoro, arrendevole ai controsensi soltanto apparenti che imbastiscono la mia vita e quella di tutte le persone  che custodirò ancora  per molto tempo.

Grazie, Lorenzo, per questa lezione!

 

Altamura, 10/10/2013.                                    Salvatore Rainò

 

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