Giurisprudenza e Vaccini

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Trattazione logica ed etica dei discorsi sui vaccini,

per il riscatto dei criteri di discernimento  

utili al giudizio in merito da parte delle autorità effettivamente competenti.

Dr. Salvatore Rainò

Immunologo clinico

 

1)      La trattazione di seguito prodotta, lungi dal voler essere assoluta, vuole, al contrario passare in rassegna ogni argomento utile per dimostrare l’opinabilità degli apporti scientifici al delicato tema delle vaccinazioni di massa

2)      Il tema è talmente ampio e discusso che, oltre alla necessità, paventata da alcuni, di decidere sugli obblighi antidemocratici  dell’imposizione ai dissenzienti, addetti ai lavori e non, dirige l’attenzione sull’argomento chiave, per rispettare il Diritto, cioè sulla impossibilità di sancire inequivocabilmente la pericolosità dei non vaccinati per la comunità intera sia vaccinata che non

3)      Tale argomento appare, nella fattispecie, di assoluta emergenza, per non commettere errori e favorire comportamenti sociali dannosi per la comunità e i singoli

4)      Infatti, la premura delle argomentazioni di seguito esposte è primariamente quella di rispettare i dettami sacri e non patteggiabili delle leggi della biologia, con particolare riferimento a: salute, malattia, organismi ospiti, germi, infezione, immunità e vaccinazione

5)      Quale è lo stile più idoneo a confrontare gli esiti dei numerosi studi scientifici, anche contrapposti,  con il rispetto dei diritti della persona, ad ogni costo? Secondo me, si tratta di non escludere mai il criterio della meraviglia, anche per le proprie certezze più importanti

6)      Una scienza che non introduca, fra le sue variabili, anche lo studio della corruzione e il conflitto di interessi, come elementi tratti dalla pura e disincantata osservazione della realtà, rischia di essere la scienza della calunnia, e della improvvisazione, ben anche più grave di quella improvvisazione che si prefigge di voler sconfiggere e per la quale si vanta di essere un autorevole punto di riferimento assoluto.

7)      Lo sfondo utilizzato per svolgere i temi, che ci apprestiamo ad esaminare, si serve di numerose considerazioni, diverse delle quali di natura antropologica, sociologica etica e morale

8)      Qualunque trattazione logica sull’opportunità o meno dei vaccini non può prescindere dal numero di elementi che si è in grado di introdurre nel discorso

9)      L’esito della malattia infettiva, in genere, come pure della fortunosità della sua insorgenza, o al contrario la resistenza che l’organismo ospite si dimostra capace di opporre appare essere frutto di una modulazione di fattori così intricati, da scoraggiare immediatamente chiunque abbia a cuore la verità, nell’assumere decisioni attorno alle quali fare ruotare tutto il resto del discorso

10)   Il discorso è bilanciato da vettori anche contrapposti, e basta scegliere un versante invece di un altro, per raggiungere risultati anche apparentemente opposti, ma giustificati ambedue dalla differente prospettiva di lavoro impiegata

11)   La formazione scientifica necessaria per intervenire in modo appropriato sul destino delle malattie è appannaggio di iter formativi che afferiscono da branche del sapere e da modelli di pensiero fra i più multidisciplinari

12)   Se così non fosse, cioè se fosse elementare ricucire l’ordito dei nessi causali fra gli eventi, riuscendo a stabilire quali possano essere i capisaldi di comportamento motivato, per eliminare qualunque malattia infettiva, l’umanità, che abbonda di teorie e costrutti, avrebbe già vinto definitivamente la sua lotta contro i limiti che la vita microscopica impone al senso di potere degli organismi superiori

13)   E’, dunque, importante considerare che un limite inoppugnabile, quando si parla di incidenti da infezioni, è necessariamente il senso del limite stesso, che bisogna accettare, per evitare di muoversi farraginosamente in una lunga serie di illazioni che non apportano nessun miglioramento alla storia dell’umanità

14)   La pretesa di eliminare incidenti da infezioni non deve diventare l’inganno con cui giustificare manovre anche incaute e pericolose, specie se queste espongono l’intera popolazione

15)   L’osservazione della realtà per trarre conclusioni sulla vita di tutti deve tenere conto del bisogno di tutti, nel momento in cui non lede il diritto di ognuno, fatto da dirimere con grande senso di responsabilità, non con procedimenti sommari

16)   La qualità è sempre frutto di precisione ed equilibrio nelle scelte, mentre lascia il posto anche a vere a proprie stragi, quando manca la coscienza del dubbio (si veda la storia dell’amianto, dei vaccini cancerogeni,  della Diga del Vajont, della Talidomide, della cancerogenicità del talco e di una serie interminabile di altri esempi)

17)   Nonostante ogni misura posta al servizio della comunità, gli incidenti non potranno mai essere evitati, di ogni genere, come quelli sui cantieri, oppure quelli sulla strada, così come è opportuno dire che i danni e le morti da infezione, per i più svariati agenti patogeni, non potranno mai arrivare a zero

18)   Infatti, ciò corrisponderebbe con l’eliminazione dei parametri minimi sufficienti di vitalità dell’ecosistema, il quale non può elidere, nella sua catena, proprio la maglia più importante e diffusa, che è quella della vita invisibile dei germi

19)   Addirittura, dovremmo considerare che l’eradicazione di qualunque forma di vita capace di procurare malattia ad un’altra forma di vita, sarebbe irrealizzabile, poiché la visione antropocentrica, che tende a ipertrofizzare l’importanza dell’uomo, al centro dell’Universo, sarebbe sempre e in ogni caso una visione irreale del complesso globale di interrelazioni, che, d’altro canto, rendono possibile lo stesso modello di vita sul Pianeta, così come esso si è affermato nel corso dei Tempi

20)   Quando  parliamo dei microorganismi, è come se parlassimo dei funghi che crescono nel sottobosco e che allietano la nostra tavola, ma possono anche essere velenosi; è come se parlassimo dei telefoni cellulari, che hanno determinato un enorme progresso sulla Terra, ma sono anche uno dei punti più nevralgici della vita quotidiana e che generano moltissime disgrazie, attestandosi come uno dei principali motivi capaci di procurare la morte; è come se parlassimo della variegatezza degli alimenti disponibili sulle nostre tavole, che alimentano il senso del piacere della vita, ma, d’altro canto, sono la causa di stili alimentari sbagliati, che determinano  malattie cardiovascolari e una miriade di morti improvvise e drammatiche

21)   L’umanità ha nelle sue tasche tutti gli ingredienti per stare bene ed ammalarsi, ma è solo questione di discernere le modalità più consone da proporre alla gente, per fare in modo che diminuiscano gli eventi spiacevoli

22)   Si assiste spesso alla strumentalizzazione di alcuni incidenti, per esempio, morti per infezioni, ma non vedo mai lo stesso impegno per sostenere una adeguata informazione su innumerevoli danni creati da farmaci e abitudini sbagliate, che, però, alimentano dei consumi; non vi è lealtà nel riconoscimento delle occasioni che creano malattia; straripano le pubblicità che, invece che promuovere salute, promuovono l’asservimento a prodotti anche molto dannosi

23)   Comunque, spiacevole è soprattutto l’ignoranza dei meccanismi stessi, dalla cui conoscenza è possibile trarre la migliore forma di prevenzione impiegabile

24)   Non è possibile univocizzare la questione della difesa dalle malattie infettive, facendo confluire ogni ragione nel vortice centrale delle vaccinazioni, specialmente di quelle a tappeto

25)   Il problema è conoscitivo, è la capacità di far convergere i saperi settoriali per ricostruire un discorso che illumini la verità

26)   Facciamo un esempio: una persona si ferisce, e trascura le norme più elementari di disinfezione della ferita, consentendo lo sviluppo della contaminazione batterica, che determina un quadro di sepsi   mortale. A che valgono le vaccinazioni, o la somministrazione di antibiotici, se la ferita non è, per tempo, trattata adeguatamente,  con toilette, lavaggio con acqua e sapone, rimozione dei detriti del terreno, rimozione dei lembi necrotici, disinfezione e applicazione  di un antibiotico locale?  Se la carica batterica sviluppata è troppo alta, per la trascuratezza, non valgono i vaccini eventualmente praticati in precedenza, che magari non garantiscono più nemmeno una copertura anticorpale tale da conferire protezione.

27)   In questi casi, quale  volete che sia la prevenzione migliore?

28)   Immaginiamo di dover ricostruire la storia di una tragedia, in cui sia morta una persona, e sia necessario che un Magistrato si faccia contezza di ogni elemento utile per esprimersi sulla eventuale responsabilità  di qualcuno

29)   L’utilizzo della  formazione in Giurisprudenza rende il giudicante assolutamente inadatto a  pesare i vari elementi in gioco; quindi occorre che il giudizio sia assistito da consulenti di parte e di ufficio che apportino elementi conoscitivi tali da far funzionare l’intelletto del Giudice con dei pezzi che la sua formazione naturale di base non riconosce propri

30)   Di chi è la competenza per decidere l’opportunità della vaccinazione di massa?  E’ forse dei Giudici, che mancano di formazione biologica e medica?  E’ forse dei produttori di vaccini, che sono gravati da scandali degni di giustificare la diffidenza delle persone informate nei loro confronti? E’ forse della popolazione, che, considerata nella sua totalità, esprime dinamiche di massa, lontane da qualunque scelta operabile con lucidità?  E forse dei giornalisti, che quasi sempre, non hanno la formazione idonea dal punto di vista scientifico e sono animati dalla necessità di fare spettacolo su argomenti che non dovrebbero essere da spettacolo?  E’ forse dei politici, che si atteggiano ad autorevolezze che non riescono a sostenere nemmeno con il loro ridicolo linguaggio, facilmente smascherato dagli addetti ai lavori (come spesso accade, quando si sente parlare di Medicina il Ministro della Sanità Lorenzin, che non raggiunge nemmeno la sufficienza, qualora considerato come se fosse uno studente all’Università?)

31)   Di chi è il diritto di esprimersi nella delicata questione delle vaccinazioni di massa?  Il diritto è degli addetti ai lavori, che in questo caso sono i Medici, che gestiscono le relazioni fra il sapere ufficiale, la farmindustria e la vita dei loro assistiti

32)   La diaschìsi nelle posizioni da tenere è proprio nella categoria dei Medici, che dovrebbero essere gli unici agonisti del discorso decisionale, e che, invece, nel nostro sistema sociale, sono redarguiti  e ridotti a bersaglio da parte del sistema politico, inetto alle decisioni in questo campo, per inadeguatezza intrinseca, ma reso “Ponzio Pilato”  di fronte alle pressioni insopportabili dell’establishment industriale e giornalistico, a cavallo delle paure fortemente indotte nella popolazione

33)   Mi viene in mente la scena di una voce che urla nella folla, alludendo alla bomba, che produce lo stesso effetto, che vi sia o meno la bomba; l’importante è il segnale giusto, e quel giusto senso di paura delle persone che, per salvarsi sono pronte a pestarsi fra di loro

34)   E’ necessario introdurre alcune considerazioni sulle infezioni, molto scheletriche, per non incorrere in lungaggini che non appartengono allo spirito di queste righe, ma che sono oggetto di altre mie pubblicazioni

a)       la coesistenza di macroorganismi e di microorganismi sulla Terra è inevitabile

b)      il ruolo dei microorganismi nei confronti dei macroogarnismi è deciso dal livello di coscienza dei secondi

c)       questi favoriscono l’ingresso anomalo e la funzione anche ammalante dei germi, grazie alla propria inconsapevolezza

d)       l’incontro fra germi e sistema immune, che svolge azione protettiva, è un fatto naturale

e)      i vaccini anticipano e pongono in cattività tale incontro, cercando di regolamentarlo

f)        i medici sono le uniche figure che dovrebbero esprimere un parere su quanto tale pratica abbia senso e possa anche essere fonte di incidenti evitabili

g)       invece, i medici sono fortemente condizionati e limitati nella libertà di esprimere il loro parere, ma risulta che sono i primi a temere le vaccinazioni, pur conoscendone l’utilità

h)      tale contraddittorietà è naturale, perché dipende dalla insondabilità dell’esito finale dell’incontro fra noxa patogena e organismo

i)        il limite di questo incontro dimostra che spostando il tempo dello stesso incontro e pretendendo di farlo avvenire in situazioni controllate, con il vaccino, non ci esime dal poterne constatare anche il fallimento o i danni

j)        qualunque studio scientifico non può vantare criteri assoluti di discernimento, perché le stesse variabili che gravano nell’incontro spontaneo fra germe e ospite continuano a esserci nella pratica vaccinica

k)       non è possibile attribuire una importanza differente al rischio di una situazione in contrapposizione all’altra, anche perché sarebbe molto antipatico e contro l’etica del rispetto dell’individuo insistere nell’ammettere che un danno procurato ai singoli possa essere giustificato dalla protezione del gruppo, fatto che non può essere dimostrato, anzi sembra che non sia così scontato, nonostante la scelta mirata di studi, che sono confezionati in partenza per provare verità parziali

l)        l’esistenza, comunque di studi, che provano il contrario deve rendere cauti, altrimenti si deforma l’osservazione e si crea una gravissima situazione di occultamento della percezione spontanea della logica delle cose, che appartiene al diritto naturale

m)    tutti i medici sono impegnati, col Giuramento di Ippocrate, a prestare attenzione alle proprie percezioni, rese possibili dagli studi effettuati nella loro vita; la maggioranza dei medici sa che le infezioni non si debellano con le vaccinazioni

n)      gli studi più inviolabili nella loro obiettività sono quelli di base della formazione medica; infatti il Comitato di Bioetica ha riconosciuto che molti altri studi scientifici di altro genere sono frutto della corruzione e, in quanto tali, non possono essere utilizzati come linee guida in ambiti che richiedono una particolare onestà concettuale e deontologica

35)   La protezione sociale dalle infezioni non è legata solo all’immunizzazione tramite vaccini

36)   L’entità dei danni da vaccino accertati è troppo alta per giustificarne l’obbligo

37)   Per l’articolo 32 della Costituzione, non vi può essere costrizione nella scelta di un provvedimento medico

38)   L’effetto gregge, secondo cui un’alta percentuale di vaccinazione, di almeno il 95%, garantisce protezione globale al gruppo, banalizza e appiattisce l’attenzione ai vari fattori individuali per la prevenzione delle malattie infettive

39)   In tal modo si corre il rischio, demandando ad un fattore solo parziale di intervento, come una vaccinazione, di affievolire la presa di coscienza degli altri fattori capaci di operare una protezione ben più considerevole

40)   Per rendere ragione ad uno stile scientifico più profondo e più prossimo alla verità assoluta, è necessaria una ricostruzione epicritica dei meccanismi che hanno condotto a morte per malattia infettiva (per esempio, assunzione di Tachipirina, che compromette le difese immunitarie sostenute dalla febbre); eppure il Mondo è adagiato nel binomio febbre-Tachipirina

41)   Le teorie che uno studio scientifico vorrebbero provare devono sempre tenere conto di una visione globale, anche inaspettatamente allargata, per non incorre nell’illusione che le risposte dello studio non siano solo un artefatto dovuto alle interrogazioni di base prive di molto senso e insufficienti a fornire risposte agli effettivi vuoti di conoscenza, e quindi di prevenzione

42)   Molte volte, i figli dei Medici e dei paramedici degli Uffici Igiene non sono vaccinati, grazie a certificazioni false; ciò la dice lunga e non può essere taciuto. La domanda sorge spontanea: “perché proprio chi, per lavoro, applica dei protocolli, preferisce privarsene nella gestione della sua vita intima e familiare?”

43)   Dato che i tecnici, Medici e Scienziati, affermano che è loro dovere fornire soltanto elementi di conoscenza ai Politici, dai quali dipendono le decisioni legislative, è allora opportuno che i Politici che decidono abbiano le caratteristiche idonee a produrre un discernimento ineccepibile, che traspare prima di tutto dal linguaggio che utilizzano

44)   Quindi, i decisionieri sono sottoposti al vaglio dei tecnici, che, pur non assumendosi la responsabilità della decisione, non possono e non devono consentire toni intimidatori nei propri  confronti, talché si deformino i principi stessi grazie ai quali essi forniscono la materia prima per l’orientamento legislativo

45)   La riduzione o l’eliminazione dell’incidenza di malattie infettive non è univocamente legata all’estensione della pratica vaccinica

46)   Abbonda Letteratura, che pone in rilievo l’importanza del miglioramento globale delle condizioni igieniche

47)   Può sussistere l’indicazione delle vaccinazioni allargate in contesti con precarie condizioni socioeconomiche, per supplire al vuoto di sicurezza da ciò rappresentato

48)   Privare della libertà di  “esistere”, socialmente parlando, i bambini privi di vaccinazioni, in un contesto democratico,  rasenta la cieca imposizione dittatoriale, a fronte della assoluta improbabilità che questi siano pericolosi proprio per coloro che possono godere di una protezione vaccinica

49)   Il rischio sociale gravissimo è anche di innescare ingiustificate conflittualità tra famiglie i cui genitori abbiano orientamenti culturali differenti, spesso giustificate dalla paura

50)   Lo Stato non può avallare per nessun motivo dinamiche di ghettizzazione, nel momento in cui appiana i problemi derivanti da altre situazioni, ben più gravi, come, ad esempio, quelle della sieropositività

51)   Inoltre, bisogna considerare che il livello di cultura di coloro che si pongono domande sull’obbligo di vaccinazione è sempre più alto di quello della fascia che non si pone domande; si corre il rischio, quindi, di penalizzare proprio la popolazione più colta e responsabile

52)   D’altro canto, i bambini non vaccinati, non devono essere costretti a rivolgersi a comunità scolastiche private, che comporterebbero dei costi più alti da sostenere e che i genitori potrebbero non  sostenere

53)   Deve far riflettere l’enorme numero di addetti ai lavori, Medici e scienziati, che sollevano obiezioni sulla congruenza  dell’obbligo vaccinico indiscriminato

54)   Non è possibile che si dia maggior voce e credibilità ora a un giornalista, ora ad un altro, nel condizionare gli uditori, facendo leva su luoghi comuni, ispirati quasi totalmente alla paura, il contrario dell’informazione

55)   In tal senso, è fortemente suggestivo che una protezione immunologica fornita dal vaccino sia così dipendente da fattori esterni alla vaccinazione stessa, come se il vaccino fosse così fragile nel suo rationale a favore dei vaccinati

56)   E’ da chiarire il dato della percentuale minima necessaria di vaccinati per garantire il così detto “effetto gregge”, che rappresenterebbe una sicurezza dell’intera comunità

57)   Piuttosto, sembra più logico approfondire l’universo comportamentale dei  singoli individui, dal punto di vista preventivo, anche per giustificare  l’altrimenti inspiegabile, quanto diffusa condizione dei “portatori sani”

58)   I portatori sani insegnano qualcosa che rischia di sfuggire, se si decide ad oltranza di far primeggiare manovre impersonali e poco precise

59)   Nessuno può negare che anche i vaccinati per  un agente patogeno possono contrarre la malattia in questione

60)   Perciò vi sono delle  falle nel contesto di sin troppo scontata liceità della  vaccinazione di massa

61)   I  primi ad affermare che non vi è sicurezza di efficacia e di innocuità per un vaccino sono proprio i produttori

62)   Quindi, di fronte al rischio, tutt’altro che  remoto, che un vaccino arrechi danni anche mortali in soggetti che, diversamente, non avrebbero mai corso lo stesso rischio, rende imperativo il principio secondo cui “prima di tutto non bisogna nuocere”

63)   La libertà di scelta sancita dall’articolo 32 della Costituzione è principio inderogabile per rispettare la variabilità culturale delle persone di fronte alle stesse prospettive offerte dal sistema organizzato

64)   Lo stato di necessità per un atto medico è giustificato dal rispetto dell’inviolabilità dell’individuo, che nemmeno potenzialmente deve essere messo in pericolo, senza la prevedibilità di un’occorrenza assoluta di un danno, in caso di negazione dell’atto stesso

65)   Da cui, il grande e legittimo spazio dato al Consenso informato, quale documento che pone l’individuo nella condizione di potersi difendere da inopportune manovre, capaci di arrecare un danno che egli non avrebbe voluto correre il rischio di subire, anche a fronte di un vantaggio, diversamente considerato, qualora, appunto, opportunamente informato

66)   Da non confondere poi la libertà di cura con la gratuità, dato che la seconda conserva ugualmente un grosso onere per la comunità, che conserva, anche nella minoranza, il diritto di opporsi ad un eventuale danno erariale, per comportamenti legislativi inadeguati (si veda, ad esempio, la vicenda del Ministro De Lorenzo); eppure, l’obbligo da lui sancito, grazie ad una grave corruzione, anche dopo la sua condanna penale, è rimasto in vigore!

67)    Quanto alla razionalità scientifica, questa si relativizza molto nel momento in cui si corre il rischio di procurare un danno individuale, che non si sarebbe mai verificato, o avrebbe avuto una possibilità remota di attuarsi, ma che si contestualizza nella costrizione di una manovra preventiva, come il vaccino, imposta da un dettame che è sempre opinabile, per  la  inevitabile aleatorietà interpretativa delle deduzioni della Letteratura scientifica, tutt’altro che baluardo assoluto della prevedibilità degli eventi

68)    Di fronte a qualsiasi insorgenza di richieste che possono sembrare, o realmente siano, irrazionali, la risposta non può essere puramente e semplicemente il contrapporre un modello di astratta razionalità scientifica. Bisogna elaborare qualcosa  in più nella Medicina (Amedeo Santosuosso, Giudice presso il Tribunale di Milano, “La libertà di cura”; Ann. Ist. Super. Sanità. Vol. 35, n.4 (1999), pp. 547-549.

69)   Il dramma di un danno da vaccino supera, di gran lunga, quello di una malattia contratta per una presunta mancanza di copertura da vaccino, anche perché nessuno potrà mai essere certo della possibilità assoluta di evitare il, solo potenzialmente, presumibile danno da astensione

70)   Infatti, i produttori si guardano bene dal non mancare di avvisare i fruitori del prodotto da essi venduto, in relazione alla mancanza di corrispondenza fra l’azione auspicata e quella effettivamente conseguita

71)   Ma se è perdonabile il potenziale errore dei produttori, a maggior ragione lo diviene il diritto del singolo, che, per sentirsi sicuro, cerca di proteggersi dal sottoporsi ad un atto, che sempre più diffusamente, finisce per essere al centro di diatribe anche accese, da parte di una fetta di popolazione, che cresce numericamente e qualitativamente, e che non è possibile né democratico ignorare; per non parlare della violenza psicologica subita dai genitori che hanno la netta sensazione di non riuscire a difendere un figlio da un danno iatrogeno

72)   Le fonti note utilizzate come frontiera insuperabile per l’avallo scientifico sono troppo di parte e, sinceramente, lascia perplessi la tendenza smodata ad accreditare solo i lavori che evidentemente risultano molto influenzati, se non commissionati, dai produttori, direttamente o indirettamente

73)   Le Istituzioni, nella figura dei legislatori, hanno il sacrosanto dovere di non sottovalutare nessuna delle letture possibili delle pubblicazioni scientifiche del settore, rispettando la par condicio, senza pregiudizi, per non creare facili allarmismi, che potrebbero, e forse sta già accadendo, alimentare nevrosi collettive, che poco giovano al processo di crescita  globale e che privano del rispetto dovuto quelle persone che esercitano semplicemente il proprio diritto di consenso informato e del dissenso, altrettanto informato, e di natura cautelativa per la salute personale, senza ledere la salute altrui

74)    Sintesi del discorso

Le malattie infettive dipendono dalla linea di contrapposizione fra germi e organismi.

Tale linea è modificabile, operando sia sui germi che sull’organismo.

Di fondamentale importanza è la resistenza dell’organismo, che dipende dallo stile di vita, dalle abitudini alimentari, dalla confidenza con i farmaci, dalle conoscenze che consentono di gestire al meglio le più svariate situazioni.

La Medicina offre la possibilità di conferire protezione verso alcuni agenti patogeni, che potrebbero procurare malattia, in alcuni individui, in alcuni momenti della vita, ma che risiedono tranquillamente in altri soggetti che non patiscono di malattia alcuna.

Tra l’altro, in questi casi, occorre chiarire che la presenza dei germi è sparuta, altrimenti i soggetti sarebbero suscettibili di malattia.

Quando si parla di serbatoio, l’immagine non è per niente felice e appartiene solo ai falsi luoghi comuni, significando, letteralmente, una specie di  grande contenitore strapieno di germi, come una tanica lo è di benzina, ma questa è solo una patetica, discutibile immagine, e pericolosa, perché  alimenta un immaginario collettivo macabro che poi ricade nel delirio della peste manzoniana.

Coloro che risultano positivi per un germe, senza essere malati, sono soltanto persone che, in quel momento, risultavano esibire la presenza di quel germe, e null’altro.

Non vi è bisogno di calcare la mano per giustificare trattamenti del tipo “rogo di strega invasata”.

La Medicina spesso commette questo errore, di osservare una sezione trasversale dell’evoluzione di un individuo e di erigerla a diagnosi definitiva e fortemente condizionante, con tutti i danni che da ciò discendono.

I vaccini possono contribuire a sviluppare l’immunità verso alcuni germi, ma non è possibile e non è indicato stimolare artificialmente l’immunità degli individui verso tutti i germi possibili e immaginabili, perché ci pensa il corso della vita, spontaneamente.

Per di più, una persona in buona salute ha molti strumenti per immunizzarsi naturalmente, così come i soggetti che hanno dei deficit dell’immunità devono stare molto attenti soprattutto ad inocularsi degli antigeni, per proteggersi, poiché potrebbero risultare inadeguati ad elaborare una risposta idonea e protettiva, rimanendo solo gli effetti collaterali, che non possono essere occultati, come le eventuali reazioni avverse.

I vaccini anticipano il momento in cui la persona incontra spontaneamente degli agenti patogeni, ma espongono il soggetto a rischi che egli non correrebbe per una stimolazione spontanea, a patto che sia in buona salute.

La mancanza dei parametri indicati come buona salute controindicano anche la vaccinazione.

Un’indicazione precipua dei vaccini è la protezione richiesta a persone che sanno di doversi esporre a cariche infettive abnormi, aggressive, e in situazioni di igiene precarie, talché è ipotizzabile un rischio calcolabile nel non aver sviluppato prima un livello anticorpale adeguatamente protettivo, a patto che il vaccino sia di qualità ineccepibile e, per questo motivo, non abbia dato altri problemi anche episodici a persone che risultino gravemente danneggiate da questi. Tale ultima condizione è stata contraddetta troppe volte dalla storia.

Un’altra indicazione per i vaccini è una situazione di epidemia, che significa un incremento improvviso e grave di casi di malattia per agenti microbici noti per la propria virulenza, in assenza di altri dati che blocchino l’epidemia stessa. Per esempio, a nulla servirebbe un vaccino per il carbonchio, se l’epidemia fosse scatenata da  un pazzo che contamina aria e alimenti. Anzi, si potrebbe correre il rischio che il vaccino faciliti la malattia in un soggetto che sta elaborando una sua risposta autonoma all’esposizione ambientale del germe.  Anche questa condizione è stata contraddetta troppe volte nella storia.

La pericolosità innegabile dei vaccini, a fronte della loro capacità innegabile di conferire una protezione immunologica in varie situazioni selezionate, non può fare trascurare le norme più elementari per rendere etica la somministrazione di un prodotto: il consenso informato, la valutazione dei fattori di rischio per esposizione alla pratica artificiale, una valutazione delle condizioni globali di salute e degli stili di vita, per non monopolizzare l’attenzione della comunità solo su un argomento, svantaggiando mille altre procedure per aumentare il livello di resistenza della persona alle infezioni, in modo sicuro e senza vaccini.

La condizione di portatori sani di un germe fa comprendere che più importante dell’immunità verso di esso è la situazione generale della persona, che, se in buona salute, non permette al germe di causare malattia. Anzi, in questi casi, la soppressione forzata del germe con trattamenti mirati può esporre il soggetto all’avvento di altri germi opportunisti che potrebbero sortire patologie ben più gravi.

Molti dicono che diverse fonti di Letteratura, che dimostrerebbero l’indispensabilità e l’opportunità della pratica vaccinica di massa, sono state commissionate e condotte per ottenere risultati di un certo genere, da usare, secondariamente, per ottenere determinate reazioni comportamentali nelle comunità. Si tratterebbe di artefatti osservazionali indotti, ma anche se non fosse vero, vi sono a disposizione altri Studi che conducono a risultati opposti ai primi e che non meritano meno attenzione.

La valutazione degli Studi deve essere affidata a Medici, senza fare l’errore di coinvolgere troppo facilmente nei momenti di decisione, i sistemi di comunicazione, che a causa della formazione adeguata di base, travisano i contenuti e ne esteriorizzano solo i lati più superficiali che ben si prestano a indurre anche vere e proprie nevrosi di massa, che non giovano.

I legislatori andrebbero sorvegliati dai Medici, che non dovrebbero essere sottomessi ad alcuna autorità fuori luogo in temi di natura scientifica.

Le sensazioni e le osservazioni dei Medici dovrebbero essere poste nelle condizioni di venire fuori con naturalezza e fluidità, senza condizionamenti di nessun genere, che invece sono la regola. Allora bisogna individuare i Medici che risultano più liberi da pressioni e conflitti di interessi. Tali profili devono essere valutati con attenzione. A ciò servirebbe l’AIFA, ma, poi, con altri meccanismi, si inibiscono e si occultano diverse verità scomode.

L’abbondanza di pubblicazioni scientifiche in favore dei contenuti promulgati dai produttori deve lasciare molto meno che impressionati, perché, per il livello palese di corruzione della nostra società, è legittimo avere dei dubbi, né più né meno di come fa la Polizia Tributaria quando va a indagare qualunque contribuente, anche se questi è una persona integerrima.

Invece gli Studi “liberi”, e che non apportano linfa a meccanismi finanziari, devono esser presi in più seria considerazione, anche se meno autorevoli e meno noti.

Tutti gli elementi devono essere passati al vaglio, ma con la certezza della massima disponibilità a farlo da parte delle figure prescelte, pena il decadimento immediato, di fatto, della nomina in questione.

Per ottenere ciò, occorrerebbe una classe politica e dirigente di tipo diverso da quella attuale.

Personalmente, conto molto sull’onestà e sul senso di responsabilità di una buona parte della Magistratura, che però deve dare chiari segni di aver compreso che la situazione è tutt’altro che scontata, come se si trattasse di un importante procedimento giudiziario in relazione ad un vero e proprio “giallo”.

Una preghiera speciale va posta, infine, in relazione al dilemma del pericolo che i non vaccinati rappresenterebbero per la comunità.

In tal senso, il buon senso non deve essere stritolato dalla boria di certi versanti scientifici, che tendono a strumentalizzare eventuali argomenti per annichilire un dato palese. Come potrebbe bruciarsi il capo, per il sole, chi è dotato di un cappellino? Potrebbe forse pretendere di erigere tettoie diffuse ovunque, o sarebbe meglio che anche lui si dotasse della protezione che ritiene più adeguata?

Tale è l’interrogativo, che in qualità di Immunologo Clinico, mi pongo. E mi viene molto molto difficile, assolutamente non spontaneo, alla luce di tutte le mie conoscenze, ritenere che una situazione di protezione vaccinica indotta possa essere così aleatoria da dover temere la coabitazione con soggetti non vaccinati, che in quanto tali e in quanto sani, sino a prova  contraria, si amalgamano sullo sfondo dell’ambiente in cui si vive e che, tutt’altro che nelle persone, trova i suoi motivi di malattia infettiva di cui, alla fine sono potenzialmente vittime tutti, sia  vaccinati che i soggetti non vaccinati.

Ad esempio, il numero di persone vaccinate per l’influenza, che ne contraggono forme anche molto maligne, è altissimo e non vi è bisogno di alcuno Studio scientifico per provarlo.

Per concludere, spero che questo pool di riflessioni e conoscenze rese disponibili da parte mia possa contribuire ad illuminare gli uomini di Legge, affinché vigilino sul controsenso dell’obbligo di vaccinazione, a fronte della sua mancanza in diverse altre Nazioni, ove il livello di salute globale è più alto di quello italiano.

Usiamo bene il bagaglio di informazioni, vantaggi e applicazioni, che il mondo dei vaccini può fornire, usiamolo senza lasciarci condizionare da logiche di mercato, della cui esistenza, ahimè, non dubito, e, così, potremo selezionare con l’accuratezza che meritano tutte le situazioni in cui potremo ringraziare un vaccino e poterne disporre della migliore qualità.

Dr. Salvatore Rainò, Immunologo Clinico, Clinico Medico

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