Io non ho la testa (film di Michele Lanubile): dopo averlo visto, ho redatto un documento fondamentale rivolto dalla mia anima a quella di chi vuole comprendermi

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Io non ho la testa (film di Michele Lanubile)

Questo film ha suscitato in me le considerazioni che seguono, che ritengo un documento fondamentale rivolto dalla mia anima a quella di chi vuole comprendermi

Caro Michele, il Tuo film ha funzionato come un grande film deve sul terreno sensibile di uno spettatore. Grazie, di cuore!

La vita, fluendo attraverso i suoi inestricabili nessi spaziotemporali, mi ha regalato la visione di un Film straordinario del 1998 dal titolo “Io non ho la testa”,  diretto da Michele Lanubile, regista barese allievo di Ermanno Olmi.

Ecco la presentazione del film:”E’ il 1228, un’epoca in cui i mistici vivevano nei monasteri cercando la propria Rivelazione, sempre personale e originale. In un monastero sull’Alta Murgia, arriva moribondo un dotto palermitano diretto a Castel del Monte per donare all’Imperatore Federico II di Svevia un antico libro che insegna ad avere Rivelazioni non più personali ma uguali per tutti. Lo sconcerto spinge il giovane mistico Narciso e il suo allievo Teolepto a mettersi in viaggio per mostrare quel libro ad un uomo di sapienza in una gravina poco lontana. Intanto l’Imperatore Federico II è in continua riunione a Castel del Monte con i dotti cristiani, arabi, ebrei e bizantini per ricercare un modo nuovo di avere tutte le Rivelazioni dell’Universo. Anche il giovane Narciso e l’allievo Teolepto avranno alla fine la propria Rivelazione. Ma la Stagione della Spiritualità sta ormai per terminare. Inizia la Stagione della Mente”.

La mia visione del film.

I mistici trascorrono le loro giornate, scandendole al ritmo della ricerca spirituale, in attesa della rivelazione che viene vista propriamente scendere dal cielo nel momento più inatteso.

E’ una continua preparazione con i mezzi semplici della preghiera, lontani dai clamori, proiettati alla ricerca del sé interiore. Sullo sfondo, un metodo alternativo, custodito da Federico II di Svevia, il quale, scomunicato dal papa,  formalizza il dualismo occidentale tra la disciplina dello spirito e quella della mente.

Federico, lo scomunicato, senza un grosso esercito e con la cristianità divisa, riesce  a stupire convincendo il sultano a stipulare il trattato, la tregua, la pace: le Crociate scomunicate, ma vincenti. Egli, ancora una volta, merita il suo appellativo di  stupor mundi  e conquista le genti con una magica miscela di spiritualità e di razionalità, dense di carisma ed autorevolezza.

La Chiesa, sigillata nel suo negativismo storico, retta all’epoca da Papa Gregorio IX, vorrebbe annientare la figura di Federico, che invece continuerà la sua lotta contro il potere ecclesiastico romano, ma alla luce di una spiritualità infinita ed al servizio di Dio.

Si tratta dei grandi fiumi che hanno spostato i detriti sui quali si sono poi assestati i poteri che dividono le sorti dell’impegno sociale in Occidente: i laici e i religiosi.

La rivelazione che dà il titolo al film è la consapevolezza di non avere la testa, dato che essa non può vedere sé stessa.

Mi viene in mente la frase inscritta nell’opera pittoria di de Siena:”Il corpo cerca la testa”.  Un flusso di colori si inerpica sulla tela a vaporizzare le sembianze della testa in alto.

Un’altra rivelazione, che ha raggiunto un altro mistico all’interno del film, è frutto dell’estrazione di un concetto geometrico ritrovato nel libro delle rivelazioni in viaggio verso Federico.

Insomma, mi sembra che il film nasconda un grande significato esoterico: la mente e lo spirito non sono in collisione, se non per i contesti che scelgono di far capo ad essi separatamente: questa è la rivelazione che il film evoca in me.

Abitualmente non si ha idea di quanto sia inutile e dannosa la divisione fra scienza e fede, come quella fra mente e spirito.

Il film “Io non ho la testa” è quanto mai attuale, nel contesto storico in cui ci stiamo muovendo. Le fila dello spirito e quelle della laicità si nascondono dietro a maschere, nella grande festa della politica e della pastorale. Esse si incontrano in momenti formali che non fondono i linguaggi in un unico linguaggio che soddisfi la mente e lo spirito dell’uomo, quale momento evoluzionistico del terzo millennio.

Per questo motivo, molte chiese sono vuote e molti partiti sono privi di reali apporti metodologici.

Dietro, o meglio dicendo, avanti alla figura del Papa, si celano figure oscure che ostacolano e sabotano il carisma della Sua figura. Una sorta di addomesticamento del sacro, per non sciogliere libere le forze dello scandalo. Ma Gesù non ha insegnato la moderazione di fronte alla verità.

Il conservatorismo della Chiesa romana non risponde alle esigenze della mente incarnata nello spirito.

Le figure sacerdotali non scendono, se non in rari casi, nell’esame dei vissuti quotidiani e delle abitudini che potrebbero essere la trama fondamentale per un’etica sociale a tutti i livelli.

Non avrei mai scritto in questo modo fino a qualche giorno fa.

Spiego. Il 14 marzo 2013, ho formulato una lettera a Papa Francesco, che ho affidato alla figura di un arcivescovo affinché egli la consegnasse. Ad oggi, oltre alla rassicurazione che la lettera è giunta a destinazione presso la Segreteria di Stato del Vaticano, non ho ricevuto risposta e soprattutto non ho avuto un cenno di assenso dall’arcivescovo sull’argomento che la lettera rappresenta, per quanto io lo abbia pregato di prestare la sua preziosa attenzione ad un argomento che potrebbe essere il tema di una pastorale anche molto partecipata (si leggano i commenti).

Vi è stata una vasta eco di commenti alla mia lettera che è possibile leggere in coda ad essa. La mia lettera è la dimensione in cui si incontrano la fede, la cristianità, la speranza, l’amore per la vita e le persone di un folto gruppo di anime che hanno sperimentato una forma autentica di salute psicofisica e spirituale e vorrebbero che tutto ciò fosse fruibile facilmente per tutti.

Il fenomeno attorno al tema della lettera sembra invisibile, tanto più quanto più è importante credere che certi argomenti stiano a cuore alla Chiesa. Tutti coloro che hanno inviato un loro commento hanno espresso la loro viva speranza che Papa Francesco  presti attenzione e, leggendo tutti i commenti, evidentemente si coglie una grande preghiera che aleggia  nell’aria e si volge ad un mondo nuovo, credendo del ruolo della Chiesa di essere vicina all’uomo nella sua forma più evoluta.

Pertanto, sono convinto che il Papa non ha ancora letto il mio messaggio storico, altrimenti mi avrebbe chiamato immediatamente. I motivi per cui sta passando tanto tempo non dipendono da Lui. Se Lui sapesse che cosa sta accadendo, o meglio che cosa non sta accadendo, tirerebbe fuori la nettezza del Suo carattere e farebbe subito qualcosa che soltanto Lui può sapere che cosa sia.

Questa è la mia Fede, questa è la fiducia nel nostro Papa Francesco, questa la mia perplessità per la latenza di consenso da parte di chi  potrebbe farsi carico di tematiche delicatissime ed urgenti per il futuro dell’uomo, ma sta in silenzio e sembra quasi farsi scudo della propria indifferenza. Eppure ritengo che sia di grandissima importanza la benedizione di certe figure nei confronti del mio operato e della tendenza all’interno della quale esso si inscrive.

La mia figura è una figura pubblica, tutta l’attenzione che ricevo oppure no è rivolta o sottratta non solo a me, ma ad una dimensione pubblica, voglio dire sociale.

L’attualità richiede una rilettura coraggiosa del quotidiano e dei suoi motivi, pena una “normale” deriva verso la catastrofe dell’umanità.

Il film di Michele Lanubile, in modo strategico e magistrale, ha indicato un tema centrale archetipico del nostro divenire sociale: il divario fra potere temporale e quello spirituale, ma anche quello fra mente e spirito.

Il messaggio? Basterebbe soltanto integrare le forme di pensiero per riunire anche l’uomo e le sue istanze.

Potrebbe essere interessante realizzare, magari con l’autorevole figura di Michele Lanubile, un film sul senso della medicina omeopatica, con il background della nostra medicina normale …..e con i suoi misteri.    

Riassumiamo la situazione: un medico di grande consenso, con una stratificazione di titoli accademici ed una fervida attività scientifica, evidentemente degno dei commenti che si possono leggere nel capitolo del suo sito che contiene la lettera al Papa, ha, per l’appunto, proposto di prestare attenzione al pericolo per l’umanità rappresentato da un modo di fare  medicina  staccato dalla visione integrale dell’essere umano e dalle regole biologiche che caratterizzano la salute e la malattia.

La Chiesa si fa garante di un gruppo di sistemi tesi ad aiutare l’uomo ad essere in armonia, prima di tutto con Dio, per poter essere strumento di un bene comune basato su comportamenti congrui ed ispirati ad una consapevolezza  crescente.

Le dimensioni mediche e sanitarie sottendono poteri forti che, applicando le proprie tensioni, dilaniano la natura umana e generano una condizione che non porta a godere della vita come il bene più prezioso ed inviolabile a nostra disposizione.

Il panorama attuale delle prestazioni mediche è un profondo crepaccio fra il materialismo scientifico e l’olismo: il primo vede l’uomo a pezzi ed affida diagnosi e terapia a procedimenti parziali e privi di substrati capaci di dare ragione della complessità della persona, il secondo investiga sul network globale della vita  e riconosce un numero molto più alto di meccanismi in gioco che non prescindono da aspetti sottili, impalpabili, e che tengono conto della dimensione spirituale dell’uomo.

Tutto ciò dovrebbe interessare alla Chiesa, che è chiamata ad assumere una posizione ufficiale  nei confronti dell’uomo e dello stile impiegato per porlo nelle migliori condizioni di lodare Dio. E’ indispensabile liberare l’essere umano da tutte le resistenze che ottundono la sua natura spirituale e rendono impossibile il raggiungimento di un modello di vita ideale per il pianeta.

Alla luce delle mie conoscenze  e sulla scorta della mia esperienza professionale pluriennale, asserisco che:

1) l’umanità versa in condizioni critiche, a causa del mancato riconoscimento delle connessioni fra comportamenti e malattie

2) il discorso medico dominante risulta improntato da faciloneria e superficialità

3) l’ambito delle attività sanitarie è la piazza in cui convergono interessi finanziari che non intravedono alcuna utilità a che la coscienza collettiva e la salute reale delle persone si attestino su livelli alti

4) piuttosto, sotto le mentite spoglie di comportamenti scientifici e di comprovata efficacia, vengono mantenuti stili che rispettano soltanto una profonda distorsione della verità (chiamiamo, d’ora in poi, verità un complesso di ragioni di cui non è possibile obiettare, al solo costo di volersene occupare davvero)

5) ciò accade, quasi sempre, in buona fede, ma talvolta, e ad alcuni livelli, qualcuno è consapevole delle proprie responsabilità nel proporre alcuni temi e nell’ometterne altri (una volta, un addetto ai lavori della farmindustria ad alto livello mi disse che “se la gente vuole merda, noi gliela vendiamo!”

6) è molto frequente che le persone abbiano delle vere e proprie rivelazioni sulla fallacità dello stile di cura normalmente utilizzato, come anche che ne parlino con i propri cari o con qualcun altro, ma che praticamente quasi mai siano in grado di adottare comportamenti alternativi e rispondenti al proprio sentire profondo sollecitato dalla malattia e dal bisogno di risolvere un problema

7) il numero di persone che utilizzano schemi alternativi, sia di vita che di medicina, è talmente in aumento, che si intuisce come facilmente da un momento all’altro si raggiungerà il numero critico capace di  innescare un processo di revisione della vita, profondo ed irreversibile, il quale condurrà il mondo finalmente ad una nuova era di rigoglio e felicità

8) le resistenze ad un processo evolutivo del genere, già ineluttabilmente in corso, sono di vario genere, ma probabilmente, le più gravi sono rappresentate da un certo modo di pensare, ancora serpeggiante nel nostro vivere comune, che ridicolizza un modo di parlare come il mio e tende a neutralizzarlo, non perché esso non funzioni, ma perché infastidisce abitudini ed interessi consolidati

9) il processo evolutivo ed evoluzionistico di cui sopra è ormai inarrestabile e progredisce giorno dopo giorno, ma potremmo accelerarlo se riuscissimo ad identificare forme di coesione sociale articolate sull’attualizzazione dei nuovi modelli sostenibili al vaglio di una coscienza profonda

10) è molto facile ottenere riscontro sulla congruenza degli stili alternativi, grazie a testimonianze e spiegazioni ottenibili da molti fronti, ma è pur vero che restano molte nicchie di dissenso che sospingono le persone che hanno capito qual è la verità a doversi rinchiudere  e difendere

11) come accade in situazioni di ingiustizia, l’animo si sfianca e si è portati a lamentarsi, impiegando molte energie in tal modo, invece di mettere a fuoco comportamenti che obiettivamente spostino gli equilibri sempre di più verso la verità

12) le persone che si attestano sul fronte tradizionale oppure su quello alternativo non sono nemici in guerra e non sono candidati ad una lotta eterna. Si tratta soltanto di esseri umani formati in modo diverso, che hanno avuto itinerari diversi, ma che possono decidere di confrontarsi serenamente in ogni momento

13) consideriamo ora una soluzione chimica: al suo interno vi è il soluto, immerso in un solvente, che chiamiamo potenziale idrico; poi vi è un’altra soluzione simile, ma le due soluzioni sono interfacciate da una membrana semipermeabile. Paragoniamo la verità al potenziale idrico di una soluzione ed il soluto al numero di concetti già formati, paragoniamo infine l’apertura mentale alla membrana semipermeabile. Nell’osmosi, il solvente si sposta, attraverso una membrana semipermeabile, dal compartimento a maggior potenziale idrico (concentrazione minore di soluto) verso il compartimento a minor potenziale idrico (concentrazione maggiore di soluto), quindi secondo il gradiente di concentrazione. La verità si sposta ove ve ne è di meno attraverso un meccanismo di apertura mentale.

14) una buona parte delle attività diplomatiche, impiegate nelle trattative fra i due fronti culturali, deve vertere sulla spiegazione dei vantaggi ottenibili, adottando modelli olistici al posto di quelli materialistici

15) purtroppo la situazione attualmente più diffusa vede la salute e la malattia come merce su cui lucrare, sulla stregua delle logiche più spietate di marketing e secondo i modelli finanziari di quelli che hanno spremuto il mondo e l’hanno ridotto ad un gruppo di ricchissimi ed un gruppo di poverissimi

16) lo stile medico, come si intuisce, è al centro del destino del mondo ed è di fondamentale importanza   che esso sia a misura d’uomo. Senza armonia individuale, non può esistere l’armonia del pianeta

17) la proposta ufficiale che formulo alle autorità politiche ed ecclesiastiche consiste in un momento di confronto fra un gruppo rappresentativo di persone che mi seguono da diversi anni  e tutti gli interlocutori che, in qualche modo, rappresentano la routine sanitaria

18) all’incontro sono invitati tutti coloro i quali si rendano conto della responsabilità che hanno nella gestione della vita pubblica e del ruolo potenziale nel poterla modificare e migliorare

19) il diritto a curarsi secondo la propria libera scelta è sancito dalla Costituzione e, sulla scorta del numero di utilizzatori di modalità alternative di diagnosi e cura, dovrebbe divenire argomento politico preminente nel favorire l’espressione della volontà democratica di un popolo

20) la Chiesa è depositaria e garante del dono di Gesù, nella Sua vita affidata alla Volontà di Dio. La Chiesa custodisce e distribuisce sapientemente la grandezza dello Spirito Santo a tutti gli uomini di buona volontà. La Chiesa ascolta le richieste dell’uomo ed esaudisce la sua sete di Dio, approntando i mezzi perché l’umanità non si perda nei mille rivoli del materialismo. Il Papa, in veste di incaricato da Dio, esercita il potere discrezionale della Chiesa al servizio dell’uomo.

21) l’umanità, nel suo cammino biblico, ha facoltà di affidarsi alle cure amorevoli della Chiesa, nella misura in cui la Chiesa incontra l’uomo nella sua natura divina e lo riconnette ad un cammino di fede, necessario ai fini della salvezza dell’UOMO, e dei beni a lui affidati dalla grandezza di Dio

22) la salute e la gestione delle energie dell’uomo competono elettivamente, quindi, alle funzioni della Chiesa, di cui il Papa è rappresentante

23) la mia lettera e l’accorato appello rappresentato da tutti coloro i quali, liberamente, hanno voluto esprimere il loro commento rappresentano una fetta di umanità attenta e sensibile alla dimensione dello Spirito nel ringraziamento a Dio

24) a fronte di tanta ricerca scientifica, propinata e sorretta con mille finanziamenti, sulla scorta dell’espressione democratica di un bisogno non meno collettivo, perché non sostenere un tipo di ricerca alternativa al fine di individuare criteri epidemiologici atti a provare la dignità scientifica e l’utilità sociale di paradigmi diversi?

25) la mia proposta è quindi volta nella direzione di ottenere l’assenso necessario per realizzare un’opera concreta che sia un Istituto di Diagnosi e Cura e di Ricerca scientifica, ispirato alle scienze olistiche e allo studio degli aspetti più delicati  e sottili dell’uomo, in accordo agli insegnamenti della religione cristiana

26) la richiesta è espressione di fede ed assunzione di responsabilità

27) la risposta è il segno dell’ascolto, dell’attenzione umana e della provvidenza divina

28) durante l’esibizione artistica, gli attori sono così impegnati nello svolgimento della loro parte, che non presterebbero attenzione a nulla e nessuno. Nella vita sulla Terra, non siamo e non possiamo essere attori nel corso di una rappresentazione: dobbiamo poter  “fermare le macchine” in ogni momento, per prestare attenzione al bambino che stiamo per schiacciare. Siamo attori  durante le prove ed ogni nostra posizione, frase e dinamica è transitoria fino a prova contraria

3 COMMENTI

  1. Provo nuovamente una grandissima delusione per la mancata risposta da parte della Chiesa che, proprio come hai spiegato benissimo, dovrebbe essere principalmente interessata a tutto questo, e invece…rappresentata in questo caso dall’arcivescovo in questione che purtroppo non ha tempo per dedicarsi a ciò, solo e semplicemente di accertarsi che la lettera venisse fatta leggere al Papa. Non ho parole, sono fortemente indignato!!!
    Sarebbe bellissimo e molto utile un film che metta a confronto le medicine. Magari venisse realizzato!

  2. Caspita che film!
    Il tema della scissione tra mente e materia e quindi tra spirito e corpo, fede e scienza è quanto mai attuale ma ha radici lontane. In passato molti scienziati erano mistici; per citare l’esempio più celebre, lo stesso Isaac Newton che ha contribuito al consolidamento del paradigma meccanicistico-riduzionistico, era profondo studioso di alchimia e nella sua biblioteca sono stati ritrovati un numero di gran lunga superiore di opere filosofico-spiriturali piuttosto che di scienza della natura; in sostanza egli era un mistico che quasi “per diletto” si dedicava alla fisica. Ma gli esempi non si riducono a lui. Molti altri scienziati a lui contemporanei ma anche tra i più recenti hanno dedicato la propria vita alla ricerca del Vero in senso mistico (uno per tutti, Albert Einstein) e attualmente le scoperte della fisica d’avanguardia guardano con crescente simpatia le antiche filosofie mistiche d’oriente e d’occidente.
    L’idea della scissione tra spirito e materia è dei non-mistici, che siano scienziati o religiosi; spesso ho sentito citare la seguente affermazione: “la fede subentra laddove la scienza non può giungere”. Ma in realtà non c’è scissione; la scissione è determinata dallo sguardo (della mente razionale), dall’occhio che “non può vedere se stesso” e quindi l’uno diventa due, osservatore e osservato, io e non-io(mondo). La rivelazione “Io non ho la testa” è autentica perché la comprensione del Reale non passa esclusivamente attraverso la mente dato che essendo duale, essa esclude inavvertitamente se stessa dal tutto che sta osservando, ma di cui è parte integrante (questo accade perché la mente è un filtro attraverso cui la Coscienza percepisce). L’insistenza che i mistici manifestano nel ricercare dentro di sé la Verità è lo sforzo teso a comprendere il Noumeno che sottende a tutta la creazione. Gli scienziati, d’altro canto cercano di comprendere le manifestazioni delle leggi che reggono la creazione (i fenomeni) ma i due approcci sono del tutto complementari e presto la scienza e la spiritualità torneranno ad abbracciarsi nella ricerca del Vero.
    Il punto focale è che sia i rappresentanti della scienza che quelli della Chiesa, dovrebbero stringersi la mano e spogliarsi dei vecchi dogmi aprendosi al “nuovo paradigma”(quello olistico o sistemico) che sta emergendo in maniera sempre più evidente; tuttavia, questo passaggio non è indolore e soprattutto incontrerebbe (e le sta incontrando) resistenze notevoli da parte dei vari gruppi di interesse e di potere.
    Se solo un numero abbastanza cospicuo di uomini influenti fosse disposto ad ammettere di “non avere la testa” (anticamente questo era un esercizio che i mistici usavano per ridimensionare il proprio ego dal momento che la disidentificazione dal proprio volto causava il decremento del senso dell’io in favore della “Rivelazione”), ad arginare il proprio egoismo e la propria avidità e a far esplodere l’Amore per l’umanità… quanta sofferenza si risparmierebbe!
    Con affetto,
    Giancarlo

  3. Caro Salvatore, ogni volta mi chiedo come mai i grandi uomini, con le loro grandi scoperte, non arrivano subito ad un obiettivo, mentre chi non vale nulla ottiene tutto. La Chiesa deve selezionare le persone e dare spazio a chi come te, grande uomo (e non solo grande uomo) ha idee speciali. Un uomo che trova sempre la soluzione a tutto e tutti. Complimenti di cuore! Bisogna ringraziarti ogni giorno per quello che fai per tutti noi. Non mollare mai grande uomo, noi siamo con te.

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