Come ti curo le tonsille

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Come ti curo le tonsille

Esorto, caldamente, di leggere per intero le righe che seguono.
Esse sono un brillante esempio che dimostra il senso di una intera esistenza dedicata alla verità, ma necessitano, dall’altra parte, dell’umiltà di sapersi fermare e dedicare la propria attenzione all’esperienza degli altri.
Questo è il senso della relazione fra gli esseri umani, ed è la ricchezza autentica della vita.
Buona lettura!
Questo scritto corrisponde al mio impegno di raccontare quello che un essere umano può capire, lasciandone traccia, con propria testimonianza, perché altri possano comprendere aspetti così importanti, da essere un vero spartiacque tra la menzogna e la verità.
Inoltre, per sottolineare come ciò sia di fondamentale importanza, vorrei spiegare che le ore destinate a questa attività descrittoria, che segue, sono state sottratte ad altre attività che sarebbero state più amene. Amenità: tra l’arguto e il faceto.
Così come, gli anni impiegati in un certo modo, per consentire di poter scrivere in poche ore quello che ho scritto, sono un vero patrimonio dell’umanità, che io offro al cuore di tutti.
Tutti hanno diritto all’amenità, ma solo alcuni capiscono quando è il momento di fare un sacrificio, per potere espandere il respiro successivamente.
Molte delle tappe più imponenti del sapere dipendono da questo sacrificio, che alcuni esseri umani hanno accettato di voler compiere. Altrimenti, forse, saremmo privi di alcune perle del sapere e dell’esperienza globale dell’Uomo nell’Universo.
Sono convinto che le righe successive, di cui attesto la assoluta autenticità, siano parte del grande scrigno del progresso delle scienze e della qualità del vivere, cui sono dedicate.

Per caso, sono incorso nella notizia della morte di un bambino morto per emorragia dopo una tonsillectomia.
Ne sono rimasto addolorato, ma è scattato in me il bisogno di riscatto della verità, che assolvo, raccontandovi quello che so sulle tonsille.
E’ una battuta, perché, anche se parlo di tonsille, in effetti, sto aprendo il sipario su un panorama incantato molto più ampio.
La storia dell’umanità si è attestata, per sapere medico, sull’abitudine di togliere le tonsille nei casi in cui queste diventano molto grandi e vanno incontro a processi ripetuti di infiammazione, motivo per cui si ritiene che questi due organi debbano essere estirpati dal corpo che potrebbe riceverne nocumento.
Vorrei tanto che anche coloro che impegnati in un cammino di Fede, e quindi intendono rispettare la bellezza della vita, riflettano, come dovrebbe fare l’intera Chiesa, che non può tacere su certi aspetti o addirittura contrastarli, perché amalgamata col potere del sistema centrale, che non tollera certi tipi di intelligenza.
Le tonsille sono quelle palatine, due specie di mandorle, disposte in fondo alla gola, dietro i pilastri palatini ai lati della radice della lingua.
L’asportazione tonsillare si realizza tramite vari strumenti, bisturi, dissettori, radiofrequenze, laser, ma fondamentalmente si tratta della rimozione dei due organi, che vengono strappati dalla sede in cui alloggiano.
Vediamo meglio e comprendiamo che le tonsille sono agglomerati linfoidi nello spessore della sottomucosa dell’orofaringe, che si continuano con le adenoidi, che sono disposte più in alto dietro al naso, e con le tonsille linguali, che sono disposte sulla V linguale posteriore, in collegamento con la rete linfatica globale, che in quella sede, di accesso principale all’organismo tramite trachea ed esofago, rappresentano il noto anello linfatico di Waldeyer, dallo scienziato che lo descrisse.
Le tonsille sono vicinissime all’arteria carotide con i suoi vari rami.
Esse rappresentano una così detta rete mirabile linfatica, cioè una ramificazione multidicotomica del circolo linfatico che, in quella sede si specializza per riconoscere gli antigeni provenienti dall’esterno e allertare il sistema immune.
Il collegamento con l’immunità serve anche a fornire interventi di attenuazione dei possibili insulti all’organismo, proprio in quella sede che fa da guardiano all’ingresso delle prime vie aerodigestive.
Per svolgere meglio il proprio compito, le tonsille non hanno una superficie liscia, ma appaiono increspate e dotate di lacune chiamate cripte, che servono ad aumentare la superficie di contatto fra sistema linfoimmunologico ed ambiente esterno.
Infatti, le cripte, quando le tonsille diventano ipertrofiche, si approfondano e divengono come piccoli cul di sacco, cunicoli, che arrecano anche l’inconveniente del ristagno di cibo al proprio interno.
Anche per tale motivo, le tonsille si infiammano e tendono a perpetuare le loro condizioni che vengono definite patologiche.
Immaginate la complessità dei meccanismi in gioco all’interno delle tonsille: tantissimi linfociti, specializzati nelle loro varie forme, macrofagi, mediatori dell’immunità e della flogosi, tutti pronti come tanti soldati che possono intervenire da un momento all’altro per sorvegliare le mura della città.
Immaginate le fiorenti strutture vascolari, arteriose, venose e linfatiche, che approntano i canali per una rapida comunicazione fra le tonsille e il resto dell’organismo.
Pensate che le tonsille sono tutt’uno con tutti i linfonodi del corpo, la milza, le strutture linfatiche di tutto il sistema viscerale.
Un network specializzato, efficientissimo, che affiora in quel punto con questi speciali sensori, le tonsille, che svolgono anche una funzione effettrice di difesa di portata eccezionale.
Quello che sto dicendo si evince dagli studi di anatomia e fisiologia, che sono il corpo e l’anima della natura dell’organismo.
Tutti i Medici, quando si preparano ad esserlo, studiano, più o meno approfonditamente, la meraviglia del corpo umano, realizzando il sogno che li accarezzava da bambini, quando leggevano qualche riga sulle meraviglie della vita o quando giocavano al “Piccolo Medico”.
La profondità degli studi di tal genere è tale che sembra un miracolo poter disporre di tanti libri e di tanto materiale descrittivo su tutto ciò di cui parlo.
Quando una persona, spesso un bambino, inizia ad avere problemi tonsillari, si inizia a cercare di rimediare a tali disagi, con vari mezzi.
Gli antinfiammatori, i disinfettanti, gli antibiotici, il cortisone, i vaccini orali, i vaccini veri e propri, pillole, compresse, aerosol, spray, iniezioni, e tanti altri presìdii.
Consulenze mediche, chirurgiche, otorinolaringoiatriche, infettivologiche, immunologiche e via di seguito.
Fondamentalmente, il soggetto con problemi tonsillari viene investito da una marea di prodotti, somministrati in tutti i modi.
Nei casi ribelli, in cui si documenta anche una certa attività reattiva dell’organismo, tramite analisi del sangue, è facile anche giungere alla tonsillectomia.
Spesso le tonsille si muovono assieme alle adenoidi, dato che sono praticamente tutt’uno.
All’intervento chirurgico, spesso segue una certa ricrescita del tessuto asportato, perché è come tagliare l’erba in un prato, prima che ricresca.
In alcuni casi si ripete l’intervento, spesso si soprassiede, ma vi è da chiedersi perché è stata effettuata l’asportazione di questi organi.
Tenete presente che le tonsille, anche in condizioni normali, sono diverse da una persona all’altra e nelle diverse epoche della vita, potendo essere invisibili e nascoste dietro ai pilastri palatini, oppure anche abbastanza pronunciate.
Le tonsille possono apparire rosee, oppure rosse, sino ad assere anche molto infiammate e tendenti al viola.
L’aspetto in superficie può essere liscio, oppure con molti fori, che sono l’ingresso dei cul di sacco criptici, all’interno dei quali può apparire un induito mucoso, che tende a solidificare se non defluisce all’esterno, oppure che può assumere l’aspetto del pus, ma raramente lo è.
In base alle condizioni globali del soggetto, la sua immunità, lo stato nutrizionale, le abitudini di vita, le tonsille possono assumere moltissime livree, che sono collegate alla totalità della persona.
Siccome le tonsille sono classicamente sede di ispessimenti mucosi di aspetto biancastro, tendenti ad affiorare dal lume delle cripte, che ricordano le così dette “placche”, aspetto di gravi tonsilliti, allora medici e pazienti, pediatri e genitori, tendono in automatico a descrivere placche e ad associare l’indispensabilità dei vari farmaci del caso.
Effettivamente, quasi mai, queste formazioni sono placche, e meno male, perché si tratta solo di formazioni superficiali e di poco conto che nulla hanno a che fare con le vere placche.
Le vere placche appartengono a capitoli gravi della patologia, sono densi infiltrati dello spessore mucoso e sottomucoso, in preda a fenomeni colliquativi, necrotici, microemorragici, purulenti, spesso con febbre alta di tipo settico, alternante, e con una gravità del quadro di coinvolgimento globale dell’organismo.
Uno di questi quadri è la nota angina (tonsillite) necrotico emorragica, sostenuta da diversi germi molto virulenti, e poi la difterite, che rappresenta l’emblema di queste forme patologiche maligne.

Nel corso della mia professione, finchè ero un Medico normale, con la formazione standard dell’Università, nei casi rilevanti di tonsillite, ho somministrato i normali presidii del caso.
Però, non ho prescritto a nessuna persona la tonsillectomia.
Voglio però parlare di che cosa è accaduto da quando ho imparato ad usare la medicina omeopatica.
E’ frequentissimo essere consultati da persone che hanno storia di tonsilliti recidivanti, come anche di otiti e diversi altri disturbi.
La presa del caso, nel corso della prima visita omeopatica, valorizzando la totalità della persona, con stile omeopatico, individua un rimedio da prescrivere.
Non ricordo nemmeno un soggetto, che, dopo aver utilizzato l’omeopatia, abbia conservato l’abitudine delle sue patologie recidivanti.
La vita di tutte le persone, con l’omeopatia, cambia definitivamente, e in modo radicale.
Non ho alcun dubbio sull’argomento, come, ovviamente, non ha dubbi nessuno dei pazienti che abbia provato.
Questa realtà è talmente importante, da doversi chiedere se le certezze ostentate, in direzione contraria, non debbano essere seriamente riviste.
Non serve pubblicare evidenze numeriche, per evidenziare l’esito dell’esperienza di cui parlo.
Sarebbe come pubblicare le percentuali statistiche dell’accaduto a tavola dopo una buona mangiata all’insegna delle buone regole di gastronomia.
Una parte di scienza, oggi, una scienza molto frettolosa, si vanta di numerificare gli esiti degli studi, ma ignora le profonde trappole della statistica, che nulla può avere a pretendere dalla stratificazione consolidata dell’esperienza, che è una forma speciale di statistica, meno ingannevole.
I rimedi omeopatici cambiano la storia delle persone e modificano il loro terreno costituzionale, in modo evidentissimo, senza tema di smentita alcuna.
Sono gli osservatori esterni, che peccano di presunzione e non vogliono vedere la realtà.
Vi è poi una prova schiacciante a sostegno dell’omeopatia, che viene fornita dalla prescrizione di rimedi speciali in situazioni speciali.
Molte volte, sono stato consultato da persone, che avevano tonsilliti talmente gravi, da non riuscire nemmeno ad aprire la bocca.
L’alito cadaverico, febbre oltre 40°, debilitazione della persona, quadri molto gravi.
In questi casi, le tonsille apparivano come masse di materiale in corso di putrefazione, con colori violacei, tanto pus, linfonodi satelliti ingrossati e dolenti.
Questi soggetti erano, per lo più, in trattamento, da giorni, con potenti farmaci del caso, nelle mani di altri medici.
La situazione era evoluta in quel modo, senza il minimo segno di risposta del paziente.
In questi casi, a seconda delle caratteristiche della tonsillite, che in omeopatia fanno corpo integrante con la totalità dell’individuo, ci sono rimedi che non si prescrivono tutti i giorni, ma che hanno indotto una immediata guarigione, come se il soggetto fosse andato a Lourdes.
Tale esperienza è talmente ripetuta, e senza eccezioni, da non poter essere sottovalutata.
La Scienza ufficiale non vuole saperne niente. Questa non è scienza.
Questo è un grosso problema, ma è legato alla continua azione di disturbo, operata dagli interessi industriali, sulla formazione del Medico e sull’esercizio della pratica professionale.
Mi rendo conto che la formazione di base universitaria, quando scrupolosa, è assolutamente proficua per la formazione omeopatica.
Poi, nel corso degli anni, il Medico dimentica le nozioni sacre della sua formazione e diviene uno strumento nelle mani di protocolli imposti da individui con scarsa o nulla formazione medica, umana ed etica.
Le Università si prestano a tutto ciò, perché ne ricevono un tornaconto.
Le pressioni continuano lungo tutta la vita del Medico, che si perde ed opera contro natura, gonfiando il proprio ego in procedure senza senso e persino violente.

Come è possibile che le tonsille si riducano in quelle condizioni, e quali sono le dinamiche sulle quali agire per prevenire tutte le problematiche, le distorsioni, sino alle tragedie, come quella della morte per emorragia dopo una tonsillectomia?
A tal proposito, voglio far notare che le terapie anitinfiammatorie intensive, che in questi casi vengono propinate prima e dopo l’intervento chirurgico, intaccano anche la capacità riparativa dei tessuti, dato che le cellule dell’immunità e quelle fibroblastiche, come gli aspetti umorali, dell’infiammazione sono molto intercalati con quelli della ricostruzione.
Ciò può favorire decorsi drammatici, come la morte per emorragia, anche dopo diversi giorni dall’intervento riuscito.
Le tonsille, come le adenoidi, sono messe lì per svolgere la loro funzione, sorvegliare la situazione microbiologica del cavo orale.
L’embriogenesi le colloca nel divenire topografico e funzionale della specializzazione tissutale, a seconda dell’argomento che investe particolare importanza per tutto l’organismo e le sue funzioni nel tempo.
Quando una persona introduce del cibo, se non pulisce la sua bocca subito dopo, nelle ore successive va incontro agli effetti della putrefazione delle proteine e della fermentazione dei carboidrati, rimasti intrappolati nei mille angoli della bocca.
La saliva non è sufficiente a eliminare questi residui, anche perché capita che restino ancorati meccanicamente fra i denti e negli anfratti anche patologici, dentali e gengivodentali, che si creano per il perpetuarsi dell’abitudine.
Poi vi è da considerare la vita sedentaria e in ambienti chiusi, oppure esposti a polveri malsane, le abitudini alimentari sbagliate, i deficit vitaminici conseguenti, le incongruenze di vita, come il sesso orale senza buone regole di cautela, il tabagismo e via di seguito.
Insomma, una serie di fattori svariati incide.
Il bambino che mangia continuamente, e non lava i denti, va incontro a ipertrofia tonsillare.
Io dico il bambino, ma s’intende che l’essere umano inizia a patire quando è bambino.
Attenzione: a nulla servono le gomme per eliminare l’alitosi, dato che quando siamo arrivati all’alito sgradevole, già sono in corso da tempo fenomeni di deterioramento della salute.
Le tonsille si ingrandiscono per assolvere meglio la loro funzione immunologica, poi non ce la fanno, si infiammano, ma anche questo è un tentativo di rendere più efficiente la loro funzione.
Nell’aumentare di volume, le cripte divengono più profonde e lasciano intravvedere un contenuto al proprio interno.
Questo contenuto è quasi sempre mucoso, tipico dei soggetti sovralimentati, che eccedono con alcuni cibi, come gli zuccheri e le proteine animali. Si tratta di una via di sfogo, un troppopieno, collegato alla rete linfatica globale, ma il pediatra parla di placche e prescrive farmaci, così intossica ancor più il bambino, vale, comunque, anche per gli adulti.
Se arriva la febbre, insieme alla tonsillite, vuol dire che l’organismo, in difficoltà per il perdurare delle anomalie, magari anche per la soppressione indebita dei fenomeni tonsillari, non adeguatamente evitati, cerca di attivarsi maggiormente.
In questi casi, si danno gli antipiretici, che infastidiscono l’immunità, ponendo in maggiore difficoltà la persona.
E’ ovvio che tonsille che continuano a ricevere stimoli abnormi, e vengono anche placate con i vari farmaci, non possono fare altro che ingrandirsi, nel tentativo di riuscire a svolgere le funzioni per le quali vengono anche inibite.
Il processo è automantenentesi, nessuno comprende i meccanismi, si scatena la corsa ai farmaci, non si rimuovono le cause.
Si arriva anche alla tonsillectomia, con tutti i rischi, anche la morte per emorragia, ma specialmente con l’incongruenza della rimozione di organi che tentavano di svolgere una funzione della quale poi l’organismo resta privo.
La tonsillectomia è gravata intrinsecamente dal rischio di lesione immediata o anche secondaria dei grossi vasi arteriosi del collo, con rischio di morte improvvisa.
In questi casi, un Medico Legale coscienzioso deve spiegare i motivi dell’accaduto e sollevare il medico dalle accuse dei parenti dello sfortunato paziente.
Piuttosto, bisognerebbe ripercorrere la logica di tutte le manovre precedenti alla tonsillectomia, ma in questo caso il processo penale è da farsi non al singolo medico e ai genitori, che hanno assecondato la decisione, ma a tutta la Medicina così come è praticata ancora oggi.
Altro che prendersela con i Medici omeopati, che, in tutte queste storie, giocano un ruolo soltanto positivo.

L’esempio delle tonsille, considerato come paradigma, per allenarsi a valutare le cose in un modo diverso da quello scontato, è la strada per entrare nella realtà da un’altra parte.
Tutte le tonsille patologiche, con le mie cure, hanno lasciato il posto a tonsille normali, e che non hanno mai più dato problemi.
La Medicina va rivista, ma, anche chi può farlo, come un Preside di Facoltà, non riesce a farlo, tale è la mole di condizionamenti cui è sottoposto.
Ancora una volta, è un problema globale, che investe la intera società, e che richiede un cambio deciso e coraggioso delle regole dell’economia e della finanza.
Queste ultime dimensioni hanno distorto quella della conoscenza, dell’etica e della deontologia.
L’aspetto molto grave, contro il quale mi esprimo seriamente, è la deriva che ammala persino il prestigio degli Ordini dei Medici, che dovrebbero essere il baluardo fermo e intoccabile, scrigno della vera Medicina e della tradizione più ancorata ai valori inalienabili del suo esercizio.

A chi obietta, dicendo che le tonsilliti gravi, da me curate con omeopatia, possono essere andate bene anche per altri motivi, rispondo che ne ho curate talmente tante, di vario genere, che non è possibile che il miglioramento sia legato alla sospensione dei farmaci che avevano promosso germi resistenti.
Quasi tutte le tonsilliti curate, cioè anche quelle non gravissime, non hanno ricevuto farmaci prima di essere trattate omeopaticamente.
La remissione è la regola, e in poche ore di trattamento.
A chi obietta che le persone da me curate hanno ricevuto anche altre istruzioni, rispondo che non è un improvviso cambiamento delle abitudini che risolve quadri anche impegnativi, sui quali si è inserito il ruolo patogeno di germi importanti e molto virulenti.
Voglio ricordare che le lesioni molto caratteristiche procurate dalle sostanze “madre”, dalle quali vengono estratti i rimedi infinitesimali, come pure la sperimentazione, su soggetti sani, con i rimedi specifici, genera quadri identici a quelli che si curano brillantemente, come ho fatto.
Similia simillibus curentur.
A chi obietta che le persone restino vittime di effetto placebo, faccio notare che, se così fosse, non solo sarebbe positivo, ma aggiungo che parlare in questo modo è proprio sbagliato.
Infatti, quello che chiamano placebo è il frutto della responsività individuale, l’unica azione davvero importante e seria che possa condurre a guarigione, quale che sia il motivo.
Preciso che non è nemmeno una questione solo di Medicina omeopatica.
I Medici devono cambiare, i Professori devono cambiare, il modo di fare scienza deve liberarsi della farmindustria, che entra in punta di piedi, e diviene la padrona delle coscienze.

Abbiamo un Mondo da cambiare!

2 COMMENTI

  1. Tutti i medici dovrebbero oltre che recitare il giuramento di Ippocrate, dovrebbero essere selezionati per la conoscenza umana e fare dei corsi sulla scienza con coscienza e le leggi della scienza dello spirito. Raffaella. Grande Raino’ sei di esempio come essere. Grazie

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