Ringraziamento al Prof. Loreto Gesualdo

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Lettera di ringraziamento e di buoni auspici

al Preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia

dell’Università di Bari,

Professor Loreto Gesualdo,

in occasione del suo proclamo di apertura culturale e professionale

alla Medicina Omeopatica

e del prestigioso incarico di collaborazione conferitomi,

 nell’ambito di un Progetto di Medicina Olistica

(23/12/2016)

E’ molto nobile non fare torto a chi si è occupato di discipline differenti.

Tutte le medicine “altre” hanno significato storico, ma specialmente la medicina omeopatica, grazie alla sua severa metodologia scientifica, che ovviamente richiede una speciale attenzione da parte di chi non è abituato a lavorare in un certo modo. Il significato storico, metodologico, culturale e sociale, che  rappresenta  parte importante del patrimonio conoscitivo, umanistico e antropologico, nel difficile cammino della ricerca scientifica e medica, ha bisogno dell’attenzione dell’Università.

Riteniamo l’Omeopatia, che piaccia o no a qualcuno, essere una Medicina Antropologica nel senso più completo e profondo del termine, la quale possiede già oltre duecento anni di storia, e che affonda le proprie radici nel pensiero medico occidentale e soprattutto in quello ippocratico, prima ancora di quello hahnemanniano.

La certezza monolitica e dogmatica non rende ragione all’evoluzione delle scienze e alla grandezza dell’uomo, soprattutto se si tratta di una figura importante.

I tempi dell’evoluzione di una certezza in un’altra certezza sono talvolta metaindividuali e non possono essere chiari a tutti nella storia della propria vita personale.

Serve una lungimiranza che esprima il senso di continuità del sapere umano in viaggio attraverso le epoche.

Le letture euclidee hanno superato la storia, ma, a loro volta, hanno fatto spazio a letture einsteniane.

Un modello, per affermarsi, deve esprimere fatti concreti, ma occorre che la cultura dominante presti attenzione, altrimenti non serve a nulla l’evidenza.

Un fatto degno di nota e che l’omeopatia ha già conquistato l’evidenza, ma è mancata l’attenzione istituzionale, fatto che si spiega con molti meccanismi.

Il vero problema è che spesso i modelli mentali si fossilizzano, diventando l’intoccabile patrimonio culturale di un’intera generazione, e qualsiasi contestazione viene vista come un attacco distruttivo al sistema.

Scriveva Max Planck, in La filosofia della Fisica: “Di rado un’importante innovazione scientifica si fa strada convincendo e convertendo gradualmente i suoi oppositori. Quel che accade, è che gradualmente gli oppositori scompaiono e la nuova generazione si familiarizza con quell’idea sin dalla nascita.”

La difficoltà delle prove sull’omeopatia non deve osteggiarne l’esercizio, che soddisfa un numero enorme di medici e pazienti, ma dovrebbe incoraggiare lo studio più fitto di tutti quei modelli, soprattutto di Fisica, che ormai non lasciano dubbi sulla obiettività dell’azione omeopatica.

Tutto ciò che non è spiegabile con una teoria e misurabile con uno strumento esige semplicemente la ricerca di teorie e strumenti più atti allo scopo. A fronte dell’evidenza clinica.

Le onde elettromagnetiche esistevano anche quando Guglielmo Marconi non aveva ancora inventato il telegrafo senza fili.

Per la mia vita ho scelto di non collezionare certezze, bensì di conservare la curiosità verso ciò che non appare scontato, ma che affascina, che è ancora incerto.

Scrive Carrel che paradossalmente la scienza ignora l’uomo, perché “nell’uomo ciò che non è misurabile è più importante di ciò che si misura ”.

Io penso che è meglio essere visionari che perfettamente idioti.

Chi vuole fare scempio dell’Omeopatia assume sempre modalità tracotanti che non si addicono allo stile di una vera comunicazione rispettosa della dignità di ognuno di noi.

Dal 1998, mi sono introdotto nello studio della Medicina Omeopatica, perché ne ho intuìto lo straordinario interesse e perché non riuscivo più a spiegarmi molti fatti della pratica medica quotidiana.

La Comunità Europea ha emanato la direttiva riguardante la regolamentazione della produzione e del commercio dei farmaci omeopatici, i quali, finalmente anche in Italia, hanno assunto dignità farmacologica (Decreto Legislativo del 17 Marzo 1995, n. 185, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale in data 22 Maggio 1995 e successive integrazioni).

Ciò è accaduto in accordo ad una spinta sempre più importante di un vasto numero di fronti conoscitivi e sociali, che non possono essere ignorati. Le crociate anti-omeopatia lasciano ormai il tempo che trovano.

Diverse vessazioni legislative cercano di fermare la produzione e il commercio di rimedi omeopatici.

I granuli omeopatici non sono poi così amari, anzi sono decisamente dolci perché fatti di lattosio e, per gli allergici o intolleranti al lattosio, sono disponibili anche a base di saccarosio, e – cosa principale – nessuno obbligherà mai ad assumerli contro la propria volontà, cosa che invece qualcuno vorrebbe fare limitando la libertà di scelta terapeutica.

La F.D.A. considera i rimedi omeopatici come veri e propri farmaci, e fioccano sempre più abbondanti le pubblicazioni scientifiche autorevoli in favore dell’omeopatia.

Inoltre, bisogna ricordare che, già diversi anni addietro,  il British Medical Journal (che certamente non è una rivista simpatizzante per l’Omeopatia), ha pubblicato una accurata revisione riguardante un centinaio di studi clinici omeopatici condotti con procedure di assoluta attendibilità e eseguiti negli ultimi 35 anni. Questi studi hanno dimostrato l’efficacia dell’Omeopatia, nel trattamento della cefalee, delle forme allergiche, nelle infezioni delle vie respiratorie, nelle malattie dell’apparato digerente, nei traumatismi articolari e nelle infezioni post operatorie. L’efficacia dell’Omeopatia nel trattamento delle allergie e dell’artrite reumatoide è stata pubblicata su Lancet e sul British Journal of Clinical Pharmacology. In Gran Bretagna, in Francia e Germania e in altri diversi Paesi,  gli ospedali e gli ambulatori omeopatici sono da tempo parte integrante del sistema sanitario nazionale.

Se non vogliamo rimanere fuori dal Mondo, occorreva che una persona autorevole come il Prof. Gesualdo adottasse la scelta culturale e il dovere istituzionale di patrocinare la conduzione dell’Omeopatia, sotto l’egida dell’Università, favorendone lo svolgimento, sia come competenza fornibile, che come avanzamento della ricerca scientifica, anche d’avanguardia.

Sono davvero contento e onorato di essere stato riconosciuto e chiamato a coronare un lungo periodo della mia vita, in cui ho studiato incessantemente e con assidua serietà, nel silenzio, evitando gli scontri, che comunque non sono mancati, conservando il timone nella giusta direzione, che ora potrà fornire molti entusiasmanti risultati e soprattutto entusiasmare molte persone che lavorano per garantire assistenza  e salute di livello sempre più avanzato.

Non vi è ambito della Medicina, che non possa godere della collaborazione dell’Omeopatia, per fronteggiare le varie caratteristiche di qualunque situazione di Patologia; si pensi alla traumatologia, alla chirurgia, all’analgesia, alla soluzione di una miriade di effetti molesti in varie situazioni, come nausea, dolore, fastidi fra i più disparati, che rispondono a rimedi omeopatici e consentono un prezioso risparmio di farmaci, con una ottimizzazione dei dati prognostici. Sono soltanto alcuni esempi.

Per non parlare della gestione profonda di situazioni croniche e di malattie incurabili, che possono trovare risoluzione definitiva con la Medicina Omeopatica.

Mi sono spinto oltre le frontiere comuni del sapere, ponendo in essere modelli sperimentali, che generano evidenze schiaccianti e che richiedono solo di essere affrancate per poter passare al normale utilizzo.

Le mie Ricerche.

Sto parlando di una Medicina regolatoria, dove, oltre all’uso di farmaci, è possibile utilizzare stimoli adeguati per ottenere risposte perfette di tipo omeostatico.

Ho incarnato il mio dovere di Medico, rispettando il Giuramento di Ippocrate, cercando di utilizzare al meglio qualunque mezzo che apportasse vantaggio al paziente, bisognoso di cure, che non sempre possono essere ottenute con sistemi così detti tradizionali.

Non sono un santone, e nemmeno mi occupo di paranormalità, bensì creo modelli sperimentali, arditi, in un Laboratorio faticosamente allestito con personali sacrifici, curando anche la costruzione di macchine all’interno di Officine accostate sapientemente al Laboratorio.

Sono anche titolare di diversi Brevetti scientifici e industriali, a disposizione della Comunità Universitaria e della Comunità sociale.

La negazione di tale naturale spinta in questa direzione offenderebbe lo spirito scientifico e la capacità di valutazione espressa da moltissime persone che hanno stima di me e del lavoro che svolgo, che rappresenta una vastissima comunità.

Ma la figura del Prof. Gesualdo è quella più importante, sia per me che per la Comunità.

Sommi Pontefici, autorità apicali della Chiesa, personaggi di spicco del panorama culturale, hanno usato l’omeopatia e diversi di loro mi onorano della loro stima, affidandosi normalmente a me.

Il diritto di scelta terapeutica è inalienabile e merita attenzione, che finalmente il Prof. Gesualdo ha prestato ufficialmente, con coraggio e coerenza.

Non finirò mai di ringraziarLo per questo motivo, insieme a moltissime  altre persone!

L’omeopatia funziona anche negli animali e nelle piante, quindi non scherziamo.

Persino se fosse l’effetto placebo, dovremmo rivedere completamente il suo significato, nel considerarlo un valido strumento di terapia, indagandone il senso.

Molte volte gli scienziati hanno relegato molti dei loro colleghi ai margini dell’ufficialità, solo perché erano più creativi.

Eviterei le riabilitazioni postume, in quanto scomode e ormai fuori luogo.

La censura ideologica vorrebbe consolidare dogmi, che poi la storia supera. I folli hanno cambiato il Mondo. Le grandi scoperte devono essere riconosciute, non basta solo censurarle.

Outsider e anticonformisti non sono il pericolo, se la comunità li aiuta a utilizzare la propria spinta innovativa.

Le pubblicazioni, i congressi riconferiranno importanza agli apporti originali: questo sarà il futuro della  scienza.

La scienza ufficiale offre una serie innumerevole di esempi di ostracismo.

Spesso le idee troppo audaci sono anche troppo scomode perché obbligano a rivedere e a rivoluzionare non solo il proprio modo di pensare, ma anche intere e consolidate linee produttive.

Ho diversi episodi della mia vita in cui ciò è accaduto: per questo ringrazio Iddio di essere ancora vivo.

…..

Il Prof. Gesualdo ha riconosciuto, con imparzialità, lo spirito euristico delle mie ricerche, lo spessore della mia professionalità, l’importanza dell’Omeopatia, che rappresento nelle sue applicazioni più ortodosse, quanto nei salti più avanzati, che possono rappresentarla al panorama futuro.

Ecco alcuni esempi di disastro relazionale fra innovatori e sistema consolidato: Galileo Galilei, la scoperta del movimento della Terra,  William Harvey, la circolazione del sangue, schernito come il circolarista, Ambroise Paré, che ha inventato la cucitura delle amputazioni, schernito come la sartina, Rene Theophile Hyacinthe Laënnec, l’inventore dello stetoscopio, J. Lister, l’inventore del metodo di asepsi e antisepsi, nonché del cutgut per suture interne, Semmelweis, lo scopritore della sepsi puerperale, costretto al suicidio, Sigmund Freud, Alessandro Volta, Galvani, Avogadro, Jiulius Robert Mayer, lo scopritore del principio di conservazione di energia, osteggiato solo perché era un medico e non un fisico, Mendel, scopritore della genetica, Dart,  lo scopritore dell’Australopiteco, Hàhnemann, lo scopritore del grande nell’infinitamente piccolo; le più grandi scoperte sono state quelle di geni eretici, molto ostacolati. Non deve accadere mai più!

Marie Curie era una convinta assertrice e praticante dell’Omeopatia, Nobel per la chimica e Nobel per la fisica (in un’intervista ella affermava che le sue scoperte furono rese possibili dalle conoscenze di omeopatia).

La Sua credibilità, Prof. Gesualdo, non solo non sarà offuscata, ma riceverà ulteriore fulgore e Lei godrà di ulteriore credibilità.

Contra factum non valunt argumenta.

Martin Fleischamann e Stranley Pons  sono stati avversati, ma la fusione fredda non è una truffa.

Personalmente, sono quello che sono perché ho costruito un consenso sui fatti che migliaia di persone possono testimoniare: qualunque mezzo che funzioni è valido.

La Medicina è una sola, non sono un fanatico dell’Omeopatia, cerco io, per  primo, di superarla, non tollero l’arroganza, dedico la mia vita ad aiutare le persone, e ci riesco parecchio.

Parlare dell’Omeopatia come della Medicina dell’acqua fresca è ormai vergognoso e denuncia forse una premeditata posizione di osteggiamento nei confronti di un vero e proprio fronte culturale in avanzamento, di ordine epocale.

Prima di emettere beceri giudizi sull’Omeopatia, chiunque sia, si iscriva alla Facoltà di Medicina e Chirurgia, superi in sei anni di studi tutti gli esami teorici e pratici con il massimo dei voti, discuta poi la tesi (magari sperimentale) e superi l’esame di Stato per l’abilitazione professionale, faccia un altro anno di tirocinio obbligatorio, prenda una specializzazione di quattro anni, poi una di ulteriori cinque anni, poi un diploma di altri quattro anni, infine, dopo un lungo praticantato[SR1]  di medicina tradizionale (ventennale decennale), non ancora soddisfatto di ciò che ha appreso, cominci anche ad applicare seriamente l’omeopatia, frequentando una o più scuole serie di omeopatia, per la durata complessiva di almeno altri venti  anni, discuta nuovamente qualche tesi in omeopatia e cominci finalmente ad applicarla al capezzale dell’ammalato, avendo a questo punto i due termini di paragone delle due metodiche dopo averle praticate entrambe per almeno un ventennio. Solo a questo punto io potrò dare il permesso di giudicarmi serenamente e dire se un rimedio omeopatico funziona o no! Infatti, è proprio nella conoscenza e nella padronanza degli strumenti offerti dalla medicina ufficiale che il medico omeopata può trovare il più valido mezzo di verifica, di confronto e di giudizio del valore della medicina che esèrcita. Se così non fosse, l’applicazione di un qualsiasi metodo terapeutico sarebbe soltanto un atto inconsapevole e irresponsabile. Nel curare una qualsiasi forma morbosa, il medico deve sempre chiedersi quale metodo terapeutico abbia mai dato i risultati più apprezzabili, più attendibili e più duraturi nel trattamento di una data patologia e comportarsi di conseguenza.

L’aiuto migliore che l’Omeopatia può ricevere dalle Istituzioni ufficiali è quello di velocizzarne la comprensione, da parte loro, degli argomenti già acclarati per gli addetti ai lavori. In questo modo, non si perderà tempo prezioso: è come disporsi nell’apprendimento di una lingua straniera, senza aspettare che gli stranieri rallentino il proprio linguaggio per farsi comprendere.

L’omeopatia è un livello di acquisizione, molto complesso, aggiunto a quello medico allopatico, quindi necessita di molto studio e anche approfondito.

L’Università può approntare i mezzi per insegnare la Medicina Omeopatica, garantirne un esercizio congruente con il suo sviluppo dottrinario di più alto livello, assicurare all’utenza omeopatica di poter godere, in regime di ricovero, degli standard qualitativi cui molte persone sono abituate nella loro vita di tutti i giorni,  senza dovervi rinunciare proprio quando li vorrebbero più garantiti, rendere disponibili a tutti i pazienti una marcia in più per gestire le proprie problematiche di salute, tenere sempre pronte delle consulenze che possono risolvere problemi non diversamente risolvibili con lo stato comune dell’arte, ciò è un diritto per tutti, un dovere per i Medici e le Istituzioni ed è fatto noto a moltissime persone.

Il dato inequivocabile è che l’Omeopatia funziona, quindi è una realtà terapeutica. Il problema è che l’evidenza va considerata con rispetto e assenza di pregiudizi, altrimenti si rischia di non vedere nulla, come gli scienziati col cannocchiale di Galileo.

Occorre umiltà nel momento in cui si vuole aiutare la gente a godere dell’Omeopatia.

Il numero di Studi, che discorre seriamente dell’Omeopatia, è talmente vasto, che rischia di non essere perdonabile l’ignoranza sull’esistenza degli stessi.

Dulcis  in fundo, mi permetto, sapendo  di essere al sicuro, di introdurre la terminologia della memoria dell’acqua, base dell’Omeopatia, argomento che, spesso, fa scattare gli istinti detrattori più efferati e che finalmente spero, che, con il Suo autorevolissimo aiuto, Professore, io possa dare in pasto alla Letteratura più prestigiosa, finalmente da Clinico Medico, alla luce di quella così tanto implorata clinical-medicine- evidence.

Che dirLe, Professor Gesualdo, Le auguro di presiedere ad una delle epoche più fulgide del nostro prestigioso Ateneo!

Per me, esserLe affianco è un onore impareggiabile!

Grazie, grazie, grazie, a nome dell’umanità intera e del suo progresso scientifico.

Mi auguro che presto possiamo fare insieme, un pellegrinaggio, sulla Tomba di Hahnemann al Cimitero Père- Lachese à Paris!

La scienza ufficiale ha un conto in sospeso con il Dr. Christian Friedrich Samuel Hahnemann (Meißen,  aprile 1755 – Parigi,  luglio 1843).

Altamura, 23 dicembre 2016.                              Salvatore Rainò

 

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