Il senso dell’infezione

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IL SENSO DELL’INFEZIONE

  • Dedico le seguenti considerazioni alla memoria del grande Prof. Donato Fumarola, Direttore dell’Istituto di Microbiologia dell’Università degli Studi di Bari, negli anni ottanta, scienziato di fama internazionale e mio Maestro di Medicina all’Università.
  • Nelle decisioni sociali, bisogna tenere conto delle esigenze sollevate da ogni persona o gruppo di persone, che abbiano motivo di sollevare obiezioni.
  • Le nozioni per decidere il destino di un argomento sono infinite.
  • Il consenso facile o scontato è tipico degli ignoranti ed può anche essere pericoloso per la sicurezza della popolazione.
  • Se vi sono rischi, anche per pochi individui, non è etico adottare comportamenti di massa che approvino i rischi.
  • L’homo erectus, il più vicino alla forma attuale dell’uomo, si è evoluto due milioni di anni fa.
  • I microbi sono comparsi più di 3,5 miliardi di anni fa, e sono rimasti gli unici esseri viventi del pianeta per tre miliardi di anni.
  • In tutto questo tempo, i microbi hanno fatto cinque “scoperte” che hanno cambiato la faccia del pianeta:
  • a) hanno inventato la fotosintesi, cioè un modo per ricavare energia dalla luce del sole
  • b)scindendo la molecola dell’acqua con la fotosintesi, e liberando così ossigeno, hanno contribuito a creare l’aria che respiriamo
  • c) con i loro gusci calcarei microscopici, che si sono compattati in rocce, hanno formato molte terre emerse su cui ogni giorno ci muoviamo
  • d) hanno inventato la riproduzione sessuale
  • e) hanno imparato a vivere in simbiosi, e molto probabilmente, grazie a questo loro     adattamento, la vita è divenuta da micro a macroscopica 
  • La vita macroscopica non è quindi estranea a quella microscopica.
  • La prevalenza di una dimensione  o dell’altra dipende da una linea di interfaccia, che si sposta a seconda della capacità di coerenza che il sistema in questione dimostra di avere nel limitare il livello di entropia (disordine del sistema).
  • Parlando di malattie infettive, è fondamentale chiarire immediatamente che un microbo ha patogenicità e virulenza relative, in rapporto a moltissime variabili.
  • Tali variabili sono soltanto parzialmente di natura immunologica.
  • L’immunità è fondamentalmente una condizione di refrattarietà, ma non è mai assoluta, e non dipende solo da meccanismi di reclutamento del così detto network immunologico in senso stretto.
  • La patogenicità è la potenzialità di dare malattia da parte di un germe.
  • La virulenza è l’attuazione della patogenicità.
  • La malattia è il risultato di patogenicità e virulenza, non opportunamente contrastate dalla refrattarietà dell’organismo.
  • I germi non hanno coscienza di malattia, mentre l’organismo superiore può avere un grado variabile di coscienza della malattia, procurabile dal mondo invisibile, che può, pertanto, arginare, con un livello adeguato di consapevolezza e con stili corretti di vita.
  • L’attività dei germi è, spesso, il risultato del livello di incoscienza dei macro organismi (ad es., una persona che non lava e disinfetta, immediatamente, una ferita, è gravemente esposta alle regole dettate dai germi, non solo il tetano).
  • Come quando lasciamo un pezzo di carne nel terreno di un bosco, così anche la vita può essere gravemente violata se mancano dinamiche di difesa congruenti.
  • Gravi anomalie di comportamento attirano gravi malattie infettive (come ad es. è stato chiarito dal Dr. Semmelweis, *1818 -1865, per le febbri puerperali).
  • Il terreno predisponente lo sviluppo di un germe è più importante del germe stesso (come, ad es., ha dimostrato la storia della Legionella pneumophila).
  • Il principale meccanismo di interazione protettiva nei confronti dei germi è quello naturale, perché conferisce lo spettro naturale dell’immunogenicità, così come si profila nella vita reale.
  • Alcuni stili di comportamento fobico-ossessivo non giovano a scongiurare lo sviluppo di malattie infettive (come, ad es., lavare tre volte al giorno il pavimento in casa).
  • Lo strumento principale di prevenzione primaria è innalzare il livello di cultura della comunità.
  • Un terreno biologico, sano o malato, è determinato principalmente da quattro fattori: equilibrio acido-alcalino, carica elettromagnetica, livello di intossicazione, stato nutrizionale (gestibili agevolmente con una vita sana e condotta responsabilmente).
  • Il livello di protezione immunologica che una persona sviluppa spontaneamente non è paragonabile a quello indotto da una immunità procurata artificialmente.
  • L’immunità permanente spontanea alle malattie trasmissibili è la principale garanzia di efficacia immunologica sia per gli individui, che per la comunità.
  • Instillare la convinzione del primato di efficacia dell’immunizzazione obbligatoria artificiale di massa distrae le persone dal rendersi conto di mille altri fattori che vengono prima dell’immunizzazione vera e propria.
  • Le campagne di prevenzione devono essere soprattutto battenti scuole di cultura per tutti.
  • L’uso smodato di antibiotici, senza adeguati stili di vita, impoverisce le difese spontanee e rinforza la patogenicità e la virulenza dei germi.
  • Per almeno tre settimane, dopo una qualunque vaccinazione, l’organismo è potenzialmente più attaccabile da infezioni, che la stessa vaccinazione vorrebbe scongiurare, a causa della distrazione immunologica rivolta ad un versante artificiale che somiglia, ma non è identico a quello di immunogenicità naturale, e nei confronti della quale il soggetto non avrebbe dovuto essere necessariamente esposto con le modalità che materializzano l’immissione artificiale degli antigeni (distrazione immunologica).
  • Una parte dei meccanismi di opposizione alle malattie infettive sono l’infiammazione e la febbre, in particolare, nei confronti della quale ci si adopera nel modo più illogico possibile.
  • Infatti la febbre è una risposta necessaria, insostituibile, efficace, tanto più quanto più rappresentata, priva di rischi, se non in particolari situazioni, che sono riconoscibili clinicamente.
  • La febbre contrastata, sia nella sua espressione spontanea, che, ancor peggio, dopo somministrazione di un vaccino, perde la sua efficacia e rischia di essere ritenuta causa di complicanze che avrebbe evitato; è un gravissimo controsenso.
  • La lotta verso la febbre è responsabile di una miriade di complicazioni di decorso delle malattie individuali, come anche dello sfiancamento complessivo dei sistemi che in una comunità dovrebbero contenere la predominanza microbica patogena (effetto gregge al contrario); si corre il rischio di aumentare il numero di individui che albergano germi inopportuni.
  • La febbre è frutto di una modificazione del set-point ipotalamico, che, tramite complessi e preziosi meccanismi, si attesta a livelli diversi da quelli basali, in concerto con la liberazione di alcune interleuchine, prodotte dai macrofagi, eccitati dagli stimoli estranei all’organismo (infezioni, tossine, proteine estranee), che a loro volta stimolano la secrezione di prostaglandine E2, essenziali per garantire un’adeguata risposta ai germi.
  • La febbre aumenta la resistenza dell’ospite alle eventuali infezioni successive.
  • La febbre, a questo punto, se vogliamo parlare di “effetto gregge”, è un fondamentale momento di accrescimento dell’immunità della popolazione considerata nella sua totalità.
  • La febbre è un fattore protettivo verso lo sviluppo di allergie: nei primi anni di vita può contribuire ad orientare la risposta immunologica in senso Th1 (reazione verso i microbi), riducendo la comparsa di allergie negli anni successivi, con tutte le ripercussioni di vario genere, compreso il dilagare di intolleranze alimentari.
  • “Dammi la forza di indurre la febbre e curerò ogni malattia” (Parmenide).
  • Uno dei principali antipiretici utilizzati, il paracetamolo, è causa di avvelenamento e produce danni a livello epatico, essendo una delle più comuni cause di avvelenamento nel mondo. Negli Stati Uniti d’America e nel Regno Unito è la più comune causa di insufficienza epatica fulminante.
  • Ogni volta che spuntiamo le armi di difesa dell’organismo, contrastando la febbre, combattendo ciecamente l’infiammazione, e in altri simili maniere, stiamo contribuendo all’aumento smisurato della virulenza del germe, stiamo abbattendo le difese della persona, stiamo contribuendo alla diffusione di colonie potentissime di microrganismi, tutti fattori che giocano un effetto gregge al contrario, cioè di tipo assolutamente negativo.
  • Quando si afferma che un bambino è morto di morbillo, probabilmente dovremmo chiederci se, effettivamente, sia morto per l’infezione oppure per il contrasto alle misure di difesa dall’infezione, di cui la febbre è l’epicentro.
  • Facile immaginare, a questo punto, perché possano trovarsi portatori sani, in cui si stabilisce un rapporto anomalo fra resistenza dell’organismo e resistenza dei microbi.
  • E’ indispensabile che tutti i Medici, in numero crescente, familiarizzino con i così detti sistemi di cura alternativi, nell’intento di diminuire il carico farmacologico abnorme, con tutte le conseguenze sugli individui e sulla comunità, nonché sull’erario statale, a causa di una maggiore morbilità.
  • E’ sciocco continuare ad opporsi, per esempio, alla Medicina omeopatica, che è atto medico, a tutti gli effetti, e funziona, oltre che essere sostenuta da una miriade di studi, che ci si ostina a voler trascurare.
  • Occorre riconoscere con prontezza le situazioni che richiedono, indispensabilmente, l’uso di farmaci, antinfiammatori, antibiotici, antivirali, come di vaccinazioni preventive e di immunoterapie specifiche, ma per fare ciò, bisogna conoscere tutti i mezzi di terapia e prevenzione disponibili, che non sono sostituibili, per garantire una buona gestione della salute e della malattia.
  • I vaccini non sono la panacea, altrimenti non sarebbe giustificabile la pressione collettiva crescente contro il loro utilizzo, proprio da parte delle fasce sociali più colte (come riporta l’OMS).
  • I sistemi di informazione diffondono, a ritmo crescente, addirittura, dichiarazioni di molteplici figure potenti del Mondo che associano l’uso dei vaccini al loro annunciato intento di ridurre la popolazione mondiale (non è possibile sottovalutare l’influenza di tali affermazioni sulla fetta di popolazione colta, informata e consapevole, che, ovviamente, si insospettisce, in misura della propria sana reattività, che, quando manca,  espone le persone a rischi ben più gravi anche di quelli infettivi).
  • I periodi di protezione conferiti da vaccinazione sono tutt’altro che certi, tanto che, in assenza di sistemi per valutare importanti parametri immunologici in questione, è assolutamente imprevedibile l’effettiva utilità e il tempo di utilità di un vaccino proprio in quel momento della vita.
  • Senza considerare l’importanza dello studio del fenotipo individuale, per poter parlare di utilità eventuale del vaccino, oppure di inutilità, ed anche di pericolosità.
  • Ecco perché, in situazioni selezionate, quando il vaccino è indispensabile, occorre una monitorizzazione scientifica delle condizioni complete del soggetto da vaccinare, ma ciò non è stato quasi mai effettuato, ed ora, che se ne parla sempre di più, si adombra sistematicamente la scientificità di tali considerazioni.
  • Come quando nei casi di procedura civile o penale, l’eco giornalistica non viene, almeno ufficialmente, tenuta in conto, così, per argomenti scientifici, come le vaccinazioni, il palcoscenico delle suggestioni e delle decisioni non può essere quello giornalistico o dei mass media, tanto meno quello dello scenario politico.
  • Invece, l’argomento deve essere dibattuto essenzialmente dai Medici, che hanno il polso effettivo dell’intreccio fra conoscenze tecniche e destino della comunità.
  • La reattività individuale del soggetto è importantissima più che mai, ma è solo parzialmente condizionata dalla sua configurazione immunologica (lo dimostra, in modo esemplare, e forse più noto agli addetti ai lavori, la variegatezza del destino della relazione fra essere umano e Bacillo di Koch); il soggetto che viene sottoposto all’intradermoreazione di Mantoux risulta negativo se non ha mai incontrato il Bacillo della Tubercolosi – se, invece, la sua immunità ha conosciuto la TBC, la risposta alla Mantoux può essere negativa, se il soggetto è sano (infezione assente), oppure se è anergico (impossibilità di rispondere immunologicamente) – se, d’altronde, la Mantoux è positiva, si può avere una lieve risposta cutanea (soggetto sano e immune), ma anche pronunciata, persino molto grave, di tipo nodulare o ulceroso (soggetto con TBC in atto e con attitudini aggressive di tipo nodulare oppure escavatorio).
  • Ogni vaccinazione può essere considerata come un’anticipazione di ciò che potrebbe accadere spontaneamente a qualunque persona, altrimenti non potrebbe funzionare, nella misura in cui non imita al meglio l’esposizione naturale, perché non sarebbe una memoria acquisita che sia valida per proteggerci.
  • Quindi l’immunità procurata, quale atto medico, è soggetta alle stesse regole di qualunque intervento medico, che richiede il consenso informato da parte dell’interessato, quale individuo nei suoi inviolabili diritti di persona giuridica.
  • Qualunque processo sommario ed estensivo non può non entrare in collisione con: il Diritto Oggettivo, dello Stato, che è obbligato a preservare il popolo sovrano, nelle sue individualità, ed è modificabile – con il Diritto Soggettivo Assoluto, che tutela l’integrità fisica individuale, e non è modificabile  – con il Diritto Privato, che regola le norme dei rapporti fra cittadini, e non può alimentare sperequazioni antidemocratiche tra famiglie pro-vaccinazione e famiglie caute – con il Diritto Pubblico, che regola i rapporti fra Stato e Cittadino.
  • L’attendibilità degli studi che dimostrerebbero la sicurezza di alcune pratiche mediche, per qualunque settore, non è assoluta, dipendendo molto dall’impostazione dello stesso studio e, a fronte della miriade di studi che sollevano incertezze, non può essere preso come baluardo della sicurezza, a causa della potenziale drammaticità di una possibile svista, per individuare la quale, occorre ancora perfezionare gli studi e porli a confronto, per decidere quali siano più illuminanti.
  • La carenza di conoscenze tecniche degli organi di stampa è sproporzionata alla sicurezza con cui traggono conclusioni: ciò non può non insospettire.
  • Le sentenze della Magistratura, che richiamano ad essere prudenti nei confronti delle vaccinazioni sono troppe per poter essere trascurate: non è chiaro perché dovrebbero essere sottovalutate.
  • I precedenti storici di corruzione sono numerosi, per non comprendere i motivi di chi solleva obiezioni alla ineluttabilità vaccinica obbligatoria di massa.
  • Persone differenti, esposte alle stesse noxae patogene, anche infettive, nonostante profili immunologici sovrapponibili, si ammalano oppure non si ammalano, perché la reattività individuale condiziona la risposta, ma non si identifica solo nell’immunità propriamente detta.
  • Importantissime sono le condizioni di vita, le abitudini, gli automatismi ignorati, come l’igiene orale, o la correttezza delle pratiche sessuali, per fare una netta differenza di suscettibilità alle infezioni.
  • Lo Stato ha il dovere di promuovere le condizioni per aumentare il livello di salute, tramite l’organizzazione di percorsi informativi ed effettivamente preventivi.
  • Mentre, al contrario, la farmindustria ha interessi contrari, per poter trarre il massimo profitto da una scarsa salute della collettività, tenendola disinformata, oppure informandola a modo proprio.
  • Bisogna scardinare le false credenze sulla febbre e condurre studi, che ancora non sono diffusi, per dimostrare che cosa accade se lasciamo intaccata la reattività febbrile.
  • In migliaia di persone, seguite tenendo conto di tali ragionamenti, la salute è perfetta per anni e anni, le guarigioni sono la regola e gli insuccessi sono pochissimi rispetto a quelli numerosi del tenore protocollare tradizionale.
  • I tempi di osservazione esaminati per la maggior parte degli studi miranti ad approvare la sicurezza delle vaccinazioni sono troppo brevi, non consentendo di effettuare delle conclusioni che richiedono studi epidemiologici più articolati, come quelli che dimostrano l’importanza del processo di evoluzione globale della società quale motivo dell’eradicazione di molte malattie infettive.
  • Non si può parlare di epidemie senza i criteri idonei, ma la stampa e tutti i mezzi di informazione commettono sempre lo stesso errore.
  • Metodiche sommarie farmacologiche e di asportazione degli organi linfatici del cavo orale sono additabili come fortissimo fattore predisponente alle malattie infettive e ad una particolare virulenza microbica.
  • La qualità dell’alimentazione è primaria, almeno per evitare l’evitabile, come bevande dannose, acidificanti, ed eccessi di proteine animali che disturbano la vitalità e indeboliscono l’organismo.
  • L’interferenza di fattori legati alla finanza speculativa è innegabile nelle scelte della Sanità: tutti lo sanno e fanno finta di non saperlo.
  • Vi è, secondo il mio parere, un abuso di esemplificazioni matematiche e statistiche, tipo quella dell’effetto gregge, invocato, invece, come modello che autorizzerebbe all’obbligo vaccinico.
  • L’effetto gregge è un modello di astrazione matematica, realizzato da un matematico, che un microbiologo ed un clinico non avrebbero mai pensato.
  • Trattasi di un vero e proprio esercizio di calcolo, che non ha nulla a che fare con lo studio delle condizioni individuali, che rappresentano il solo ambiente ove è possibile che una malattia infettiva si faccia strada, per mille caratteristiche che devono essere conosciute e studiate con attenzione, senza banalizzare con estensioni concettuali statistiche, che sono mera astrazione, in quanto la responsabilità dei fattori non può essere impersonale e non può essere fatta incombere come un calcolo delle combinazioni: i germi non conoscono i sindacati.
  • Ogni singolo numero, quando diventa una persona, non è più soltanto quel numero.
  • Le malattia infettive sono la combinazione della pressione esercitata dall’ambiente, in misura dei vuoti di conoscenza, che ne intaccano la salubrità, e dei vuoti di protezione individuale, dovuti agli errori di vita, a situazioni patologiche etc. che generano anche una particolare vulnerabilità alle vaccinazioni e quindi, a volte, rischiano di controindicarle.
  • Capisco che molti si adoperano per questo modello, in buona fede, ma è supponibile una profonda ignoranza in termini di preparazione scientifica, microbiologica, immunologica e clinica.
  • Mi viene in mente il calcolo di Mendel, per la genetica. Gli esperti sanno che le percentuali teoriche di un tipo o del suo contrario possono manifestarsi una volta su un miliardo di casi, oppure immediatamente su una sola opportunità.
  • Gli inesperti iniziano a teorizzare  facilmente, ma la realtà dimostra che da due genitori portatori sani di una malattia possono nascere decine di figli tutti sani oppure tutti malati.
  • L’effetto gregge è un artefatto di ragionamento, che serve a convincere gli uditori, ingenui e ignoranti, che gli argomenti sottesi portino acqua al bisogno di estendere una metodica che non è così scontata.
  • I Medici devono riappropriarsi del ruolo di maestri di vita e devono curare la vera prevenzione primaria delle malattie. Su tale argomento non bisogna lesinare in spese, ma tutto ciò produrrebbe un reale decremento delle malattie in genere, comprese quelle infettive.
  • E’ innegabile, come ai tempi del Manzoni, che quando si parla di malattie infettive, un ruolo non trascurabile sono le suggestioni, come quando la televisione annuncia l’arrivo dell’influenza.
  • Si sono curate migliaia di influenze, senza che mai morisse qualcuno o avesse dei danni, mentre moltissime persone, nei giorni successivi alla vaccinazione antinfluenzale, sono cadute vittime di stati patologici apparentemente inspiegabili che li hanno condotti penosamente a morte (la stessa esperienza hanno molti medici e molte persone che sanno osservare).
  • Lo stato di necessità per un atto medico è giustificato dal rispetto dell’inviolabilità dell’individuo, che, nemmeno potenzialmente, deve essere messo in pericolo, senza la prevedibilità di un’occorrenza assoluta di un danno, in caso di negazione dell’atto stesso.
  • Da cui, il grande e legittimo spazio dato al Consenso informato, quale documento che pone l’individuo nella condizione di potersi difendere da inopportune manovre, capaci di arrecare un danno, che egli non avrebbe voluto correre il rischio di subire, anche a fronte di un vantaggio, diversamente considerato, qualora, appunto, opportunamente informato.
  • Quanto alla razionalità scientifica, questa si relativizza molto nel momento in cui si corre il rischio di procurare un danno individuale, che non si sarebbe mai verificato, o avrebbe avuto una possibilità remota di attuarsi, ma che si contestualizza nella costrizione ad una manovra preventiva, come il vaccino, imposta da un dettame che è sempre opinabile, per  la  inevitabile aleatorietà interpretativa delle deduzioni della Letteratura scientifica, tutt’altro che baluardo assoluto della prevedibilità degli eventi.
  • Di fronte a qualsiasi insorgenza di richieste che possono sembrare, o realmente siano, irrazionali, la risposta non può essere puramente e semplicemente il contrapporre un modello di astratta razionalità scientifica. Bisogna elaborare qualcosa  in più nella Medicina (Amedeo Santosuosso, Giudice presso il Tribunale di Milano, “La libertà di cura”; Ann. Ist. Super. Sanità. Vol. 35, n.4 (1999), pp. 547-549.
  • Il dramma di un danno da vaccino supera, di gran lunga, quello di una malattia contratta per una presunta mancanza di copertura da vaccino, anche perché nessuno potrà mai essere certo della possibilità assoluta di evitare il, solo potenzialmente, presumibile danno da astensione.
  • Infatti, i produttori si guardano bene dal non mancare di avvisare i fruitori del prodotto da essi venduto, in relazione alla mancanza di corrispondenza fra l’azione auspicata e quella effettivamente conseguita: perché i giornalisti non ne parlano quasi mai?
  • Ma se è perdonabile il potenziale errore dei produttori, a maggior ragione lo diviene il diritto del singolo, che, per sentirsi sicuro, cerca di proteggersi dal sottoporsi ad un atto, che sempre più diffusamente, finisce per essere al centro di diatribe anche accese, da parte di una fetta di popolazione, che cresce numericamente e qualitativamente, e che non è possibile né democratico ignorare; per non parlare della violenza psicologica subita dai genitori che hanno la netta sensazione di non riuscire a difendere un figlio da un danno, a tutti gli effetti, iatrogeno.
  • Il valore della vaccinazione non è univoco, come è stato notato, anche in ambiti investiti da uno spirito scientifico di tutto livello, anche se sarebbe sufficiente il dissenso sociale.
  • Abbiamo già problemi con i vaccini, non si sa bene fino a quale punto; se incrementiamo le vaccinazioni, i problemi, per statistica, aumenteranno, sino al punto che non possiamo immaginare che cosa potrebbe succedere: chi si assume la responsabilità?

 

  • La somministrazione incongrua dei vaccini per via sottocutanea, attraverso modalità che, in natura, non si verificheranno quasi mai, peraltro senza assicurarsi che il prodotto non finisca in circolo, aggiunge delle  note di particolare pericolosità e aleatorietà al trattamento vaccinale così come è attuato.

 

  • Il rispetto dell’integrità della persona è fondamentale per una risposta immunologica fisiologica, adeguata ed efficace, nonché sicura.
  • Le perplessità sollevate da molti fonti, in relazione a componenti, ufficialmente indesiderate e in approvabili, che presenzierebbero in molti vaccini, non fa che giustificare il dissenso di moltissime persone, che, allo stato attuale, risulta abbiano avuto una pazienza oltremodo ingiustificata rispetto all’affronto.
  • Come potremmo correggere l’errore, se davvero fosse dannoso imporre delle regole che suscitano tante eccezioni e tanto dissenso?
  • Gli effetti collaterali, senza incastrarsi nel dilemma dell’autismo, prevedono ufficialmente diverse situazioni di neurolesi, che nulla hanno in meno rispetto al più complesso spettro degli autismi.
  • Alcune considerazioni personali sono necessarie. Tranne le vaccinazioni obbligatorie della mia infanzia, non ho effettuato su di me altre vaccinazioni. Quando, per motivi di servizio al Policlinico, sono stato costretto a sottopormi a vaccinazione antitubercolare, poiché risultavo negativo all’intradermoreazione, ho avuto gravi problemi per circa un anno della mia vita. Trattasi di problemi la cui natura oggi mi è chiara, grazie a conoscenze che ho acquisito molti anni in avanti.
  • Conduco una vita sana, non faccio mai partire putrefazioni e fermentazioni nella mia bocca, perciò ho una bocca ineccepibile, i germi non saprebbero da dove guadagnare, in modo praeternaturale, il circolo sanguigno o linfatico. Non ho mai mal di gola, non mi ammalo quasi mai e, se ciò accade, guarisco in tempi rapidi. Nuoto in sorgenti ghiacciate, mi espongo al freddo, al vento, in bici, in mezzo alla neve. Mi sento forte e resistente: questa è la mia esperienza personale. Non assumo farmaci da circa venti anni (in passato ero abbastanza cagionevole) e i miei pazienti, che mi imitano, stanno come me e non presentano mai nessuna incidenza di malattie strane e nemmeno di cancro.
  • Medico, cura te stesso: sto cercando di farlo. Vorrei solo migliorare, ma prima di tutto sto attento a non danneggiarmi.
  • Un individuo che non vive bene, anche se isolato dagli altri, troverà in sé la causa delle sue infezioni.
  • Addirittura, in base a molte fonti storiche e di letteratura, scomode, le origini dell’AIDS potrebbero essere legate a metodologie vacciniche sperimentali, sfuggite di mano.
  • Sino a pochi anni fa, in qualunque cartella clinica, il Medico scriveva:”Ha contratto i comuni esantemi infantili”, riferendosi ad una situazione talmente tranquilla che andava riportata in anamnesi quasi per togliersi il pensiero.
  • Infatti, per molti Medici, che hanno un orientamento culturale meno allopatico, le malattie esantematiche giocano un ruolo fondamentale nella maturazione sana e normale dell’immunità dell’individuo.
  • Sono sempre più frequenti notizie di mancata protezione immunologica di individui regolarmente vaccinati; quindi l’assolutismo vaccinale appare sempre più tracotante e incongruo, a fronte dei rischi potenziali della pratica vaccinale.
  • L’obbligo di vaccinazioni, come quella per il tetano, denuncia un grave vuoto di cultura e una documentazione carente sulle verità utili da conoscere in merito al tetano che non è una malattia trasmissibile; il tetano si sconfigge, spiegando il trattamento, questo si obbligatorio, delle ferite. 
  • Secondo le schede allegate di diversi vaccini, i soggetti vaccinati andrebbero tenuti in quarantena per scongiurare rischio di infezione dei soggetti non vaccinati.
  • Le vaccinazioni pediatriche di massa in atto, in conseguenza dell’applicazione del decreto legge n. 73/2017 già convertito in legge, impongono l’obbligo di inoculazione, fra gli altri, dei vaccini contro malattie come Morbillo, Parotite, Rosolia e Varicella che contengono VIRUS VIVI, i cui foglietti informativi delle corrispondenti case farmaceutiche (di cui fa eco l’Agenzia Italiana del Farmaco, l’AIFA), raccomandano la quarantena dei vaccinati nelle 6 settimane successive alla somministrazione, proprio al fine di evitare il contagio delle categorie meno protette come gli “individui con una ridotta resistenza alle malattie”, quali i bambini e gli immunodepressi di qualsiasi età.

Dalle numerose testimonianze acquisite, non risulta, al momento, che pediatri o medici degli ambulatori vaccinali abbiano né consegnato ai genitori il foglietto informativo né li abbiano informati segnalando codesta fondamentale avvertenza. Si prospetta, pertanto, un gravissimo rischio sanitario per la popolazione scolastica tutta, di epidemia da virus da vaccino, prodotta ed alimentata da bambini vaccinati, con i nuovi suddetti vaccini obbligatori.

  • Quando si accusano i genitori che dissentono sulle vaccinazioni per la propria prole, alludendo alla loro responsabilità nei confronti di coloro che non possono difendersi, per disturbi dell’immunità, o che, per lo stesso motivo, non possono essere vaccinati, si esclude completamente il ruolo di migliaia di altri patogeni, ben più gravi, che possono arrecare malattia e che non saranno mai oggetto di vaccinazione: queste dichiarazioni mendaci sono davvero gravissime e rappresentano una vera a propria ipnosi collettiva, nell’intento di forzare la lettura positiva dell’obbligo vaccinale e dell’importanza del comune destino degli individui nel contesto di una popolazione, fatto per niente scontato.
  • Bisogna considerare che i tempi di risposta normale per qualunque vaccino prevedono ventuno giorni, ragion per cui, in contesti epidemici, l’immunogenicità, non perfettamente sovrapponibile del vaccino, rispetto all’infezione naturale, rischia di impegnare l’organismo in un cimento immunologico sconveniente, impegnando inutilmente le difese che, invece, recluterebbero altri sistemi più efficienti, indotti dal contatto naturale.
  • E’ fondamentale, ancor più in tempi difficili, curare la qualità della vita e dell’alimentazione, rispettando le regole di igiene, spesso completamente assenti
  • Attenzione: non più del 20% dei Medici si vaccina!
  • L’applicazione più logica dei vaccini è la preparazione di individui per viaggi in aree seriamente endemiche, a patto che la somministrazione sia effettuata almeno un mese prima, e con prodotti di altissima qualità, sicurezza ed etica. Questa indicazione ha poco interesse commerciale.
  • Un’altra indicazione può essere quella di un rischio relativo di immunodepressione, tale da non inabilitare la risposta ad un vaccino, a patto che sia stata ben studiata la situazione immunologica bioumorale e le predisposizioni genetiche.

 

Bari, 28 marzo 2017.

Salvatore Rainò

– Immunologo Clinico

– Clinico Medico

– Omeopata

1 COMMENTO

  1. Grazie Salvatore per aver reso accessibili a tutti le informazioni scientifiche necessarie per operare scelte consapevoli per la propria salute in occasione delle infezioni

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